Imbrattare i dipinti, effetto boomerang

Imbrattare i dipinti, effetto boomerang

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Comunicare per dire il contrario. Non sempre i gesti clamorosi raggiungono il loro obiettivo. Gli attivisti di «Just Stop Oil» (Fermate il petrolio) hanno preso di mira quadri famosi: salsa di pomodoro contro «I girasoli» di Van Goghe «La ragazza con l’orecchino di perla» di Vermeer, purè di patate per un dipinto di Monet.

Cosa vogliono dirci questi attivisti ecologici? Che non conoscono l’abc della guerriglia semiologica. Ogni messaggio ha un aspetto di contenuto e uno di relazione: se le modalità con cui l’informazione viene espressa è violenta e aggressiva, quello che noi percepiamo è solo la prepotenza della comunicazione, dimenticando il contenuto, cioè la sensibilizzazione sui cambiamenti climatici.

È un errore classico della pubblicità, quando si ricorda uno slogan ma non il prodotto a cui si riferisce.

Anche molta comunicazione politica ignora l’uso dei media: discorsi lunghissimi, pieni zeppi di temi e di buone intenzioni, ma privi di slanci e di emozioni; interventi la cui durata sembra fatta apposta per nascondere il vuoto dei contenuti, per confondere chi ascolta.

È una comunicazione che non riesce più a vivere al di fuori del rumore e impedisce di focalizzare ciò che è essenziale, persino gli appellativi delle cariche istituzionali.

Tutti a comunicare che stanno comunicando.

29 ottobre 2022, 23:15 – modifica il 29 ottobre 2022 | 23:16

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-29 21:45:00,

Comunicare per dire il contrario. Non sempre i gesti clamorosi raggiungono il loro obiettivo. Gli attivisti di «Just Stop Oil» (Fermate il petrolio) hanno preso di mira quadri famosi: salsa di pomodoro contro «I girasoli» di Van Goghe «La ragazza con l’orecchino di perla» di Vermeer, purè di patate per un dipinto di Monet.

Cosa vogliono dirci questi attivisti ecologici? Che non conoscono l’abc della guerriglia semiologica. Ogni messaggio ha un aspetto di contenuto e uno di relazione: se le modalità con cui l’informazione viene espressa è violenta e aggressiva, quello che noi percepiamo è solo la prepotenza della comunicazione, dimenticando il contenuto, cioè la sensibilizzazione sui cambiamenti climatici.

È un errore classico della pubblicità, quando si ricorda uno slogan ma non il prodotto a cui si riferisce.

Anche molta comunicazione politica ignora l’uso dei media: discorsi lunghissimi, pieni zeppi di temi e di buone intenzioni, ma privi di slanci e di emozioni; interventi la cui durata sembra fatta apposta per nascondere il vuoto dei contenuti, per confondere chi ascolta.

È una comunicazione che non riesce più a vivere al di fuori del rumore e impedisce di focalizzare ciò che è essenziale, persino gli appellativi delle cariche istituzionali.

Tutti a comunicare che stanno comunicando.

29 ottobre 2022, 23:15 – modifica il 29 ottobre 2022 | 23:16

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, Aldo Grasso

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