L’indirizzo intrapreso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito sotto la guida di Giuseppe Valditara riceve l’approvazione degli italiani. Secondo un recente sondaggio di SkyTg24, la riforma del voto in condotta è appoggiata dal 76% degli intervistati, mentre l’introduzione del docente tutor gode del favore del 66%.
Valditara ha accolto con entusiasmo i risultati e in un’intervista al Quotidiano Nazionale, sottolinea l’importanza del ritorno al voto di condotta per promuovere una cultura di rispetto nelle scuole. La presenza del docente tutor, dall’altro lato, mira alla personalizzazione dei percorsi formativi, dando spazio al talento e alle potenzialità individuali. Una strategia che sembra già riscuotere successo, come evidenziato dai 60.000 iscritti ai corsi di formazione per tutor.
Sebbene il processo di riforma attuato dal governo stia ottenendo riscontri positivi, le critiche non mancano, soprattutto sul fronte edilizio. Il 69% degli italiani esprime preoccupazione per le condizioni delle strutture scolastiche. Al riguardo, il ministro ha fatto sapere che sono stati stanziati 4,9 miliardi dal Pnrr, più ulteriori 1,2 miliardi da risorse ministeriali, sottolineando l’importanza di avere scuole non solo sicure, ma anche accoglienti.
Non solo. Alla luce dei recenti episodi legati al disagio giovanile, il Governo ha pianificato interventi per potenziare la scolarizzazione a tempo pieno, con investimenti mirati nelle aree più a rischio e la promozione dell’istruzione come mezzo di prevenzione e integrazione.
Un altro nodo cruciale affrontato dal Ministro riguarda l’emergenza precarietà tra gli insegnanti: “Quest’anno abbiamo dato prime risposte importanti. C’è un significativo miglioramento per l’aumento dei posti di ruolo e la diminuzione delle supplenze: le nomine in ruolo sul contingente assegnato sono il 79,6%, contro il 47,4 dello scorso anno. Abbiamo semplificato la burocrazia con la firma del contratto da remoto. Ancora resta da fare, ma c’è un progresso”.
Infine, Valditara ha rassicurato sulla riforma degli istituti tecnici e professionali: l’obiettivo è offrire percorsi professionalizzanti senza precludere l’accesso all’università, rispondendo alle esigenze del mercato del lavoro.
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