L’impaziente italiano

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«Per pagare la luce dovrò chiedere un mutuo. Presidente Meloni, basta melina, si dia una mossa!» strillava alla radio un ascoltatore particolarmente elettrico e amante dei giochi di parole. «Concediamole un po’ di tempo», l’hanno difesa sui social, «è al governo da appena tre giorni».

Veramente al governo non ci è ancora arrivata, ma la sapiente lentezza dei riti istituzionali si scontra con la rapidità isterica della civiltà degli smartphone, che non conosce il significato di vocaboli desueti come «attesa» e «decantazione». Le cronache già segnalano occupazioni di studenti che protestano contro il governo Meloni, mentre un po’ ovunque spuntano fieri difensori dell’operato del nuovo corso, che però è ancora e sempre quello vecchio.

E quando Calenda profetizza che la sorella d’Italia resisterà solo sei mesi, non si rende conto che, per chi lo ascolta, sei mesi sono un’eternità. In base alla stravolta percezione esistenziale, il governo Meloni è in carica dall’alba di lunedì e dovrebbe entrare in crisi al più tardi stasera verso l’ora di cena, così da tentare un Meloni Bis nel weekend e ritornare al voto entro la settimana prossima per dare tempo al Pd di assumere e licenziare un altro paio di segretari.

Nella realtà, al solito molto più noiosa, il nuovo governo si insedierà tra quasi un mese, quando la Meloni, come il marziano di Flaiano, sarà già venuta a noia. E nel momento in cui Draghi le passerà finalmente la campanella del potere, dall’Italia intera si alzerà un boato: «Ancora lei?».

29 settembre 2022, 07:22 – modifica il 29 settembre 2022 | 07:22

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-09-29 05:25:00,

«Per pagare la luce dovrò chiedere un mutuo. Presidente Meloni, basta melina, si dia una mossa!» strillava alla radio un ascoltatore particolarmente elettrico e amante dei giochi di parole. «Concediamole un po’ di tempo», l’hanno difesa sui social, «è al governo da appena tre giorni».

Veramente al governo non ci è ancora arrivata, ma la sapiente lentezza dei riti istituzionali si scontra con la rapidità isterica della civiltà degli smartphone, che non conosce il significato di vocaboli desueti come «attesa» e «decantazione». Le cronache già segnalano occupazioni di studenti che protestano contro il governo Meloni, mentre un po’ ovunque spuntano fieri difensori dell’operato del nuovo corso, che però è ancora e sempre quello vecchio.

E quando Calenda profetizza che la sorella d’Italia resisterà solo sei mesi, non si rende conto che, per chi lo ascolta, sei mesi sono un’eternità. In base alla stravolta percezione esistenziale, il governo Meloni è in carica dall’alba di lunedì e dovrebbe entrare in crisi al più tardi stasera verso l’ora di cena, così da tentare un Meloni Bis nel weekend e ritornare al voto entro la settimana prossima per dare tempo al Pd di assumere e licenziare un altro paio di segretari.

Nella realtà, al solito molto più noiosa, il nuovo governo si insedierà tra quasi un mese, quando la Meloni, come il marziano di Flaiano, sarà già venuta a noia. E nel momento in cui Draghi le passerà finalmente la campanella del potere, dall’Italia intera si alzerà un boato: «Ancora lei?».

29 settembre 2022, 07:22 – modifica il 29 settembre 2022 | 07:22

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, Massimo Gramellini

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