Imprese, ovazione per Mattarella. E sui salari è lite Bonomi-Orlando

Imprese, ovazione per Mattarella. E sui salari è lite Bonomi-Orlando

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di Enrico Marrodi Il leader di Confindustria: noi ridicoli sul potere d’acquisto? Il ministro legga le cifre. Franco ha confermato che con il decreto arriveranno la proroga del taglio delle accise sui carburanti Standing ovation per Sergio Mattarella. Scontro, invece, col ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Così ieri Confindustria in occasione dell’assemblea generale di Unindustria. Gli imprenditori di Roma e del Lazio hanno salutato con un applauso di due minuti il presidente della Repubblica quando, prima delle 10, è arrivato al Teatro dell’Opera della capitale per assistere ai lavori. Più tardi, a margine della stessa assemblea, il presidente della Confindustria, Carlo Bonomi, ha invece rinfocolato la polemica che da qualche giorno lo oppone al ministro Orlando, secondo il quale gli aiuti pubblici alle imprese dovrebbero essere subordinati al rinnovo dei contratti di lavoro. Un «ricatto», secondo Confindustria. Che, per affrontare la perdita del potere d’acquisto dei salari causato dall’inflazione (si rischiano 5 punti percentuali in meno, secondo l’Istat), rilancia la proposta di tagliare di 16 miliardi di euro i contributi sul lavoro, ribadendo che il governo avrebbe dovuto fare questo invece di tagliare l’Irpef per 8 miliardi. Orlando, in un’intervista pubblicata ieri da il manifesto, definisce «ridicola» l’accusa di ricatto alla Confindustria: «Ho proposto un accordo tra le parti sociali, ma Confindustria vuole incassare senza riconoscere che i salari sono fermi da 30 anni». Secca la replica di Bonomi: «La nostra posizione è ridicola? Aspetto di avere dal ministro una proposta migliorativa. Se la fa siamo disponibilissimi a guardarla. Numeri alla mano però». Il leader degli imprenditori ha poi bocciato anche la proposta, cara ai sindacati, di detassare gli aumenti salariali: «Non è questa la strada, chi lo dice non ha mai frequentato un giorno di fabbrica: le imprese non hanno spazio per aumentare i salari, visto il costo attuale delle materie prime e dell’energia». Capitoli, questi ultimi, sui quali sta lavorando il governo in vista del decreto legge che dovrebbe essere approvato nei primi giorni della prossima settimana, con altri 6 miliardi di aiuti, come ha confermato ieri il ministro dell’Economia, Daniele Franco. Che ha aggiunto: «Stiamo vedendo se vi siano altre risorse disponibili», rispondendo alla Camera a un’interrogazione sulla possibilità di aumentare la tassa sugli extraprofitti. Il ministro è consapevole che «il quadro economico si è ulteriormente deteriorato» e che bisogna essere pronti «a intervenire tempestivamente per evitare un’altra recessione. I rischi sono enormi». Ma preferirebbe farlo senza altri «scostamenti di bilancio», cioè senza ricorrere a più deficit: «Ci sono limiti a ciò che possiamo fare aumentando il disavanzo, il sentiero è stretto», ammonisce. Franco ha quindi confermato che con il decreto arriveranno la proroga del taglio delle accise sui carburanti, l’adeguamento dei prezzi degli appalti, misure per la liquidità in favore delle piccole e medie imprese, fondi per l’accoglienza dei profughi. Nel provvedimento entreranno anche l’aumento dei crediti d’imposta per le imprese energivore e l’allentamento della stretta sul Superbonus per le abitazioni unifamiliari. 28 aprile 2022 (modifica il 28 aprile 2022 | 20:42) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-28 18:43:00, Il leader di Confindustria: noi ridicoli sul potere d’acquisto? Il ministro legga le cifre. Franco ha confermato che con il decreto arriveranno la proroga del taglio delle accise sui carburanti, Enrico Marro

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