In fuga da Kiev, le gemelle profughe Anna e Sofiia sui banchi di scuola a Milano: «Papà, salva il nostro diario»

In fuga da Kiev, le gemelle profughe Anna e Sofiia sui banchi di scuola a Milano: «Papà, salva il nostro diario»

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di Giovanna Maria Fagnani e Gianni Santucci

Guerra in Ucraina, le sorelline accolte all’Istituto paritario Cocchetti di viale Cermenate. Suor Emanuela Albertelli, responsabile dell’istituto: «Una ricchezza anche per i nostri alunni, è un’accoglienza reciproca». Sono già 10 mila i profughi ucraini in Lombardia

Mario alza la mano e dice «Voglio che stiano bene come se fossero nella loro scuola». Riccardo aggiunge: «Spero che possano rivedere i loro famigliari». Xiao sintetizza il pensiero di tutti: «In tv dicono che c’è un signore che vuole sparare in tutto il mondo. Secondo me è un pochino fuori di testa». È l’ora di italiano nella classe quarta dell’Istituto paritario Cocchetti di viale Cermenate. Si dovrebbero correggere i compiti con la maestra Martina Mai, ma oggi è un giorno speciale: all’ultimo banco, sedute accanto alla mediatrice linguistica Lyudmyla Aleksandrovych, ci sono due nuove alunne, Anna e Sofiia, sorelle gemelle, giunte a Milano da Kiev insieme alla mamma Natalia.

La famiglia in Ucraina

Papà Sergiy, imprenditore, è rimasto in Ucraina, accanto agli anziani genitori. Con lui è rimasta anche Melissa, la gattina di cui le piccole alunne raccontano ai nuovi compagni. E poi parlano delle loro materie preferite, matematica per Sofiia e lettura per Anna, che scrive poesie. «Ha detto a suo papà: per favore, se riesci a rientrare in casa, porta in salvo il mio diario» racconta Lyudmila, che non è solo l’interprete, ma anche la loro ospite. «Conosco la loro nonna, che è un’insegnante, come me. È una donna molto coraggiosa: nei mesi scorsi è stata eletta sindaco del suo paese. Quando mi ha detto che sua figlia era in fuga da Kiev verso la Polonia, senza una meta, ho deciso subito di ospitarle».

L’accoglienza alle bambine

L’istituto Cocchetti, gestito dalle Suore di Santa Dorotea di Cemmo, dove studia il figlio di Lyudmyla, ha dato subito disponibilità ad accogliere gratuitamente le bambine. «Questa esperienza diventa una ricchezza anche per i nostri alunni: è un’accoglienza reciproca. E i genitori della scuola si stanno già attivando per aiutare questa famiglia», sottolinea suor Emanuela Albertelli, responsabile dell’istituto. «Abbiamo fatto in modo che l’ingresso per loro fosse il più normale possibile, senza creare imbarazzi. L’inserimento sarà graduale e i primi obiettivi saranno necessariamente legati alla lingua» aggiunge la preside della primaria, Paola Umana. Le piccole raccontano ai compagni che in Ucraina le elementari finiscono con la classe quarta e che a tutti vengono regalate le tazze e le tabelline. Le prime belle scoperte in Italia? «I compagni educati che non corrono e non ti fanno cadere». E poi «il gelato così buono, i parchi grandi e puliti e tanti bei cagnolini».

L’onda dei 10 mila profughi in Lombardia

Anna e Sofiia sono tra le prime alunne rifugiate che hanno cominciato a frequentare le scuole di Milano. «In Lombardia abbiamo avuto in questi giorni inserimenti un po’ in tutte le scuole, dal quelle per l’infanzia alle superiori. È in corso un monitoraggio per raccogliere i dati» spiega la direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale, Augusta Celada. Sono circa 10 mila i profughi ucraini arrivati finora in Lombardia, ma tra questi solo il 4 per cento sono al momento ospitati nelle strutture pubbliche di accoglienza. Tutti gli altri, la stragrande maggioranza, sono stati invece accolti da amici, parenti, conoscenti, quasi tutti connazionali che già vivevano in Italia. È il dato principale emerso durante la riunione che il prefetto Renato Saccone ha tenuto martedì con i prefetti della Lombardia, il commissario Guido Bertolaso e la protezione civile. Allo studio ci sono ora hub regionali per orientare i flussi, con permanenze brevi che permettano uno screening sanitario. Il Comune di Milano ha annunciato che metterà a disposizione fino a duecento posti per l’accoglienza, per ora a Casa Jannacci e in via Aldini 74.

Gli hub informativi e sanitari

In un’altra riunione, questa volta tenutasi fra il prefetto e il presidente della Regione, Attilio Fontana, è stato stabilito che da giovedì verranno creati due punti informativi con la possibilità di effettuare tamponi in stazione Centrale e al capolinea dei pullman a Lampugnano. Una piattaforma telematica è stata istituita in questura per l’inserimento delle dichiarazioni di ospitalità di cittadini stranieri (obbligatoria) e ieri ci sono stati già i primi 500 inserimenti. Sono infine 1.500 i profughi ucraini che hanno già fatto accesso negli hot spot sanitari per gli esami e la prevenzione del Covid.

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16 marzo 2022 (modifica il 16 marzo 2022 | 07:52)

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