Secondo quanto denunciano i sindacati piemontesi, dopo l’incontro con l’Ufficio Scolastico Regionale, anche quest’anno si ripeterebbe il solito copione e cioè con un inizio di anno scolastico 2023-2024 caratterizzato da un massiccio ricorso al lavoro precario degli insegnanti e del personale Ata, considerato che oltre un terzo dei posti sarà assegnato a tempo determinato.
Per il Piemonte, riporta l’agenzia Ansa, erano previste dal ministero 3.727 immissioni in ruolo, ma si riuscirà a farne al massimo 1.421, con 1.129 di sostegno, perché le graduatorie sono vuote.
Per gli Ata, invece, ci sono 2.600 posti disponibili e l’amministrazione ne autorizza 850.
Secondo il segretario generale Uil Scuola Piemonte: “La scuola non può più essere utilizzata per il contenimento della spesa. Si autorizzano posti in ruolo sapendo di avere le graduatorie vuote, figlie di un sistema di reclutamento che ha fatto il suo tempo, fatto di ritardi, di ricorsi, di numeri chiusi, non degno di un paese che vuole crescere e dare stabilità al sistema scolastico italiano da troppo tempo bistrattato”.
A lui si associa la segretaria generale della Flc Cgil Piemonte, che sottolinea: “l’inefficacia di continue soluzioni tampone e la necessità di una riforma del reclutamento. La complessità del momento che viviamo, la velocità del cambiamento e dell’innovazione tecnologica e le fragilità post Covid richiedono una strategia di lungo respiro a sostegno concreto della scuola pubblica”.
“Prosegue il nostro impegno per promuovere la cultura dell’inclusione e contestualmente garantire il diritto allo studio” afferma la segretaria generale della Cisl Scuola Piemonte.
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