Il ruolo di Frontex,  Guardia Costiera e di Finanza, la risposta, il sospetto: linchiesta della Procura di Crotone sul naufragio

Il ruolo di Frontex, Guardia Costiera e di Finanza, la risposta, il sospetto: linchiesta della Procura di Crotone sul naufragio

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di Gianluca Mercuri

Strumentalizzazioni, polemiche, sortite infelici e l’immancabile scaricabarile. Resta il nodo delle responsabilit, quelle penali da accertare e quelle politiche da chiarire. Il ruolo del governo, dell’Europa e dell’opposizione

La Procura di Crotone ha aperto un’inchiesta sulla catena dei non-soccorsi che domenica ha lasciato morire nelle acque calabresi 68 migranti, senza contare almeno una trentina di dispersi. Le polemiche, le sortite infelici, le strumentalizzazioni e la consueta pratica dello scaricabarile lasceranno dunque il posto all’accertamento dei fatti, mai come in questo caso doveroso.

Nel frattempo, toccato ancora una volta al presidente della Repubblica farsi carico dell’onore e dell’interesse nazionali. Sergio Mattarella andato a Crotone a rendere omaggio ai morti e a incoraggiare i sopravvissuti, cui ha fatto visita in ospedale. I parenti delle vittime, giunti da vari Paesi d’Europa, gli hanno chiesto aiuto e giustizia.

Ma il suo compito, naturalmente, soprattutto un altro, quello spiegato da Massimo Franco: La presenza di Mattarella a Crotone risuona come un monito multiplo. un messaggio forte di solidariet ai migranti morti nel naufragio, in primo luogo. Cerca di recuperare un’immagine dell’Italia, incrinata anche a livello internazionale dalla confusione e dalle parole maldestre delle prime ore. Rappresenta un’indicazione implicita a ricercare un simulacro di unit abbassando i toni. In un panorama di macerie nei rapporti tra governo e opposizione, il gesto forte ma silenzioso di Mattarella si inserisce come una narrazione alternativa. Ma alternativa a quella un po’ di tutti. Tende a interpretare quanto e pi del passato il ruolo del presidente della Repubblica come una figura che in alcuni momenti decide di staccarsi dal palazzo del Quirinale, per correggere un ritratto e una reputazione dell’Italia, segnati da tragedie come quella dei 68 migranti annegati. Si tratta di accettare una responsabilit e un’esposizione tese a accreditare un Paese meno rissoso, pi solidale e meno tribale .

Resta il nodo delle responsabilit, quelle penali da accertare, quelle politiche da approfondire.

L’inchiesta sui soccorsi

Toccher ai carabinieri della Compagnia di Crotone, su delega del procuratore Giuseppe Capoccia, ricostruire i fatti. A quel punto, la Procura decider se procedere e a carico di chi: i reati ipotizzati saranno con ogni probabilit omissione di soccorso e disastro colposo.

Punto per punto

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Il ruolo di Frontex – Tutto cominciato alle 23.05 di sabato 25 febbraio, quando un velivolo dell’Agenzia europea per la guardia costiera e di frontiera ha avvistato l’imbarcazione dei migranti. Il suo dispaccio alla Guardia Costiera e alla Guardia di Finanza parla diunit che naviga regolarmente, a 6 nodi, in buone condizioni di galleggiabilit, con una sola persona visibile in coperta. Resta da capire perch, nonostante gli strumenti termici dell’apparecchio avessero rilevato la presenza di numerose persone ammassate nella stiva, non sia stato segnalato chiaramente il pericolo che correvano.

La risposta dell’Agenzia – Chiamata a dare spiegazioni, scrive Giusi Fasano, Frontex ha fatto sapere che, in sostanza, lei segnala ma poi tocca alle “autorit italiane competenti” fare i passi successivi. Baster questo per tenersi fuori da eventuali responsabilit?.

E Guardia Costiera e Guardia di Finanza? – Se il ruolo di Frontex secondario, certo non si pu dire lo stesso della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. La Procura ha chiesto ai carabinieri di ripercorrere ogni passaggio della loro attivit fra le 23.03, quando Frontex avvista la barca, e le 4-4.10,quando quella carretta del mare e il suo carico umano finiscono contro la secca, davanti a Steccato di Cutro.

Il sospetto – La Procura, insomma, non ha potuto ignorare il sospetto che Guardia Costiera e Guardia di Finanza possano avere responsabilit nel mancato allarme e, quindi, nel mancato soccorso . Il primo passo sar acquisire i documenti con le ricostruzioni fornite dai due corpi. Ma a quel punto potrebbero subentrare interrogativi di altra natura.

La questione politica

Una tragedia come quella di domenica chiama in causa, eccome, le responsabilit politiche, a ogni livello. In ballo c’ il ruolo del governo e in generale le sue scelte strategiche sul tema immigrazione, con le loro eventuali ricadute sui soccorsi. Poi c’ il ruolo dell’Europa. E infine quello dell’opposizione. Punto per punto:

• I due ministri chiamati in causa – Fiorenza Sarzanini, nell’editoriale, va dritta al punto: Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si lasciato andare a dichiarazioni scomposte e offensive mentre quello alle Infrastrutture Matteo Salvini si fatto scudo dietro la Guardia costiera senza spiegare che cosa sia davvero accaduto. Adesso bisogna invece fare chiarezza.

La verit da accertare – Si deve sapere che cosa successo dopo l’allarme lanciato da Frontex, chi intervenuto, chi non intervenuto, aggiunge Fiorenza. E qui arriva il punto politicamente decisivo: Si deve scoprire se sia stata sottovalutata la portata dell’evento o se invece ci sia stato il timore di uscire in mare — con uomini e soprattutto mezzi adeguati a prestare soccorso in maniera efficace — per non incorrere nell’accusa da parte di alcuni politici di aver portato i migranti a terra, come gi accaduto in passato.

Perch questo un punto decisivo? – Lo ha spiegato ad Agor, su Rai3, l’ammiraglio Vittorio Alessandro, ex portavoce della Guardia Costiera: Perch non si fatto il soccorso? Perch c` stata questa non valorizzazione della necessit del soccorso? Perch noi siamo reduci da anni in cui, di fatto, il soccorso diventato l’ultima cosa da fare. Meglio evitarlo. Questo lo hanno capito le navi, lo hanno capito i pescherecci. Gli unici a non capirlo sono i volontari delle Ong che continuano a fare i soccorsi e si beccano le bastonate, sanzioni.

Cosa vuol dire? – Vuol dire che, almeno fino al 2018, la Guardia Costiera si distinta per il salvataggio in mare di migliaia di persone, spesso spingendosi anche al di l delle acque territoriali. Con l’avvento del governo 5 Stelle-Lega, cinque anni fa, la chiara indicazione politica stata di non funzionare pi da taxi del mare. Cos, secondo l’ammiraglio Alessandro, la Guardia Costiera ha ridotto drasticamente l’azione di soccorso per limitarsi a compiti di polizia. Una tesi negata da un ufficiale del corpo che, intervistato da Giusi Fasano, preferisce l’anonimato: L’anno scorso abbiamo salvato 50 mila persone. Davanti a un allarme saremmo partiti subito .

Ma qual l’intento politico? – Di certo il governo nato quattro mesi non fa mistero di ritenere che una forte propensione ai soccorsi, e in particolare una presenza diffusa di navi Ong, costituiscano un pull factor, cio un fattore di attrazione per i migranti e per i trafficanti che lucrano sui loro viaggi disperati. L’assunto : meno soccorsi, meno partenze.

un assunto fondato? Gli studi pi approfonditi, proposti in particolare dall’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), hanno negato in questi anni la sussistenza del pull factor. E anche la tragedia di Cutro sembra escluderlo: i migranti sono partiti dalla Turchia per percorrere la rotta ionica, in cui non sono presenti navi Ong, affrontando condizioni meteo avverse per sbarcare in un Paese il cui governo, diciamo cos, non pone l’attivit di soccorso dei migranti tra le sue priorit. Quindi: pull factor pari a zero, push factor (fattore di respingimento, politico e meteorologico) fortissimo. Eppure sono partiti lo stesso, sapendo di rischiare la morte, come centinaia di migliaia di persone prima e, prevedibilmente, dopo di loro.

Il ruolo di Piantedosi – La reazione del ministro un caso nel caso. Stizzito, domenica ha minacciato di querelare un prete e un medico calabresi che lo criticavano in tv, su La7, fermato solo dall’intervento di Enrico Mentana. Poi le parole cui sar associato per anni: La disperazione non pu giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli. Lo sconcerto stato generale: pu un governo cos politico avere un ministro cos privo di senso del momento? Non servirebbe, in un ruolo cos, la gravitas istituzionale di un Amato, un Pisanu, un Napolitano, un Maroni?

Ma la maggioranza lo difende – Piantedosi, noto, stato scelto da Salvini. Fratelli d’Italia ha fatto emergere in questi giorni il suo malumore verso entrambi. Ma l’arrivo alla guida dell’opposizione di Elly Schlein, in coincidenza con l’esplosione di un tema per lei cos identitario come i migranti, ha ricompattato i fronti. Lo spiega Massimo Franco: La tensione tra FdI e Lega ben controllata, eppure affiora. Ma l’insistenza della neosegretaria del Pd e delle altre opposizioni per le dimissioni di Piantedosi costringe l’esecutivo a fare quadrato nella difesa del ministro. Azzerata, insomma, qualsiasi ipotesi di rimpasto.

I nuovi toni di Meloni – Sono importanti, in questo quadro drammatico, le parole della presidente del Consiglio nella lettera alla Commissione europea: Non si tratta di trovare gli strumenti per annullare la migrazione verso l’Europa, ma di stroncare la tratta illegale di esseri umani, e fare in modo che il fenomeno migratorio sia gestito nel rispetto delle regole e della sicurezza (anzitutto nell’interesse degli stessi migranti), e con numeri tali da consentire l’effettiva integrazione di chi viene in Europa con la legittima aspirazione a una vita migliore. Sono toni nuovi, rispetto all’idea velleitaria di fermare partenze e sbarchi. E segnalano forse un cambio di marcia, con una gestione pi coraggiosa dei flussi (dell’ultimo decreto si occupata la nostra Rassegna).

Il bisogno d’Europa – Lo sottolinea Fiorenza Sarzanini: Tutti a Bruxelles devono collaborare con l’Italia e con gli altri Stati di primo ingresso, quelli dove i migranti approdano ma dove spesso non hanno intenzione di rimanere. L’azione deve essere comune, le promesse della Ue — puntuali dopo ogni tragedia — devono trasformarsi in fatti, provvedimenti. Gli egoismi nazionali non possono continuare a prevalere perch chi intraprende viaggi che possono durare giorni o addirittura mesi, chi decide di mettere a rischio la propria vita, cos come quella dei figli, lo fa nella maggior parte dei casi spinto dalla povert e dalla disperazione .

Questo articolo stato pubblicato sulla newsletter Prima Ora del Corriere della Sera (per iscriversi clicca qui).

3 marzo 2023 (modifica il 3 marzo 2023 | 09:08)

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