A dodici anni dal varo della legge 170/2010, che per la prima volta ha dato diritti agli studenti con Disturbi specifici dell’Apprendimento, l’AID – Associazione Italiana Dislessia, ha cercato di capire quanto effettivamente la norma sia applicata nelle scuole italiane. Secondo l’associazione e il riscontro quasi quotidiano che arriva da scuole, famiglie e studenti e studentesse, infatti, è che negli ultimi anni sia stato fatto un significativo passo indietro nell’applicazione della legge, anche forse a causa degli effetti della pandemia. I primi a segnalare il mancato o parziale rispetto della normativa, secondo l’AID, sono i genitori, che spesso riportano la loro grave difficoltà per il mancato rispetto del piano didattico personalizzato dei propri figli, raccontando le loro fatiche all’help line nazionale e all’help line delle sezioni provinciali.
Per avere un quadro della situazione, nel mese di aprile, AID ha lanciato un sondaggio rivolto a famiglie, ragazzi e docenti, tramite compilazione di un questionario anonimo.
Si tratta di un sondaggio qualitativo, non scientifico, con l’obiettivo di fotografare le percezioni che i diversi stakeholders hanno dell’applicazione della legge. Il campione numeroso lo rende una rilevazione di particolare interesse; i risultati dei questionari, secondo AID, confermano che c’è ancora molto cammino da fare sulla strada dell’inclusione. L’Associazione Italiana Dislessia ritiene che sia necessario costituire al più presto un Osservatorio nazionale sull’applicazione della legge 170/2010 allo scopo di fornire al Ministero dell’Istruzione dati certi per apportare eventuali correttivi e dare maggiore certezza di diritto agli studenti con DSA.
Il sondaggio
Al sondaggio hanno partecipato: 802 studenti, 2.375 genitori e 6.630 docenti.
Oltre un terzo dei genitori (35%) e degli studenti intervistati (36%) ha dichiarato che i docenti non hanno un’adeguata conoscenza di cosa siano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
I genitori segnalano inoltre un’insufficiente attenzione della scuola nell’identificare, soprattutto nei bambini più piccoli, i segnali di rischio di DSA e nel comunicarli alla famiglia, e anche nel realizzare attività di potenziamento prima della diagnosi.
Per quanto riguarda il Piano Didattico Personalizzato (PDP), i genitori confermano che viene redatto nella quasi totalità dei casi (97%), ed è molto o abbastanza coerente con le indicazioni contenute nella diagnosi (83,3%), ma emerge anche che le famiglie non siano sufficientemente coinvolte nella stesura del documento e nei tempi previsti dalla legge. Per quanto riguarda gli studenti, quasi due terzi dichiara che il PDP non sempre è stato rispettato, durante il percorso scolastico; il 50% afferma di aver avuto accesso agli strumenti compensativi e alle misure compensative richiesti, e il 37% di loro solo ogni tanto; percentuali analoghe emergono per interrogazioni e compiti in classe programmati, e il 53% degli studenti evidenzia di non aver mai o quasi mai ricevuto aiuto dai docenti nell’utilizzo degli strumenti compensativi.
La questione relativa alle problematiche emotivo – relazionali connesse è segnalata come una criticità dall’indagine: il 75% degli studenti ha dichiarato di essersi sentito diverso dagli altri e poco accolto all’interno della classe (tra il 35% il 40%) e oltre il 60% dichiara di aver ricevuto un voto inferiore a quello che gli sarebbe spettato, a causa dell’utilizzo degli strumenti compensativi (21% quasi sempre, 41% ogni tanto).
I docenti
Per quanto riguarda le risposte dei docenti, appena il 28% di loro dichiara di trovare sempre nelle certificazioni cliniche le indicazioni necessarie per un’adeguata stesura del PDP e appena poco più della metà conferma che è previsto un protocollo di accoglienza per gli studenti con DSA, nella scuola in cui insegnano. Inoltre, due terzi di loro affermano di riuscire a rispettare sempre quanto previsto nel PDP e l’82% dichiara di riconoscere sempre gli strumenti compensativi che spettano allo studente. È la maggioranza degli insegnanti a sostenere di affiancare sempre (43,4%) o spesso (42,9%) lo studente nell’uso degli strumenti compensativi, e di aver cambiato la propria didattica per raggiungere anche i bambini e ragazzi con DSA (63,8% sì e 34% in parte).
Per saperne di più https://www.aiditalia.org/storage/files/aid/report_indagine_legge_170_2010/report_indagine_AID_applicazione_legge_170_2010.pdf
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