Categoria: Ordinamento e sperimentazione, Organi collegiali/CSPI, Scuola secondaria
Secondo il CSPI, infatti “occorre modificare significativamente il testo dello schema di decreto sottoposto al parere, al fine di superare le criticità evidenziate anche in relazione alle problematiche connesse ai tempi di attuazione della sperimentazione che non consentirebbero l’indispensabile informazione alle famiglie, le dovute azioni di orientamento per le studentesse e per gli studenti, i necessari confronti tra i molti soggetti coinvolti nelle reti per costruire relazioni significative. E questo anche al fine di non perdere una possibile sfida educativa e formativa per i giovani del nostro Paese“.
Il CSPI, nel ricordare quanto rappresentato dal Consiglio stesso in pareri già espressi su precedenti sperimentazioni dei percorsi quadriennali:
- rileva che i contenuti della sperimentazione riportati nello schema di decreto sono un’anticipazione di quelli al momento oggetto di dibattito parlamentare e che nel corso di quest’ultimo la normativa potrebbe essere soggetto a modifiche con ricadute sulla stessa prosecuzione della sperimentazione;
- evidenzia che “considerare come soggetti della sperimentazione gli istituti tecnici e professionali in modo indistinto (con riferimenti ordinamentali diversi) rende complessi alcuni passaggi che non sembrano parimenti adeguati nei diversi indirizzi, a partire dalla previsione dell’apprendistato formativo e dei PTCO già dal secondo anno”;
- rileva con preoccupazione, altresì, in riferimento agli stessi PCTO, “la tendenza costante verso l’anticipazione di esperienze lavorative che hanno un forte valore formativo se svolte da allievi che abbiano già sviluppato competenze di base e un’adeguata consapevolezza dei propri interessi e attitudini, ma possono risultare insignificanti e perfino pericolose se destinate ad alunni che non siano ancora pronti ad assumere gli atteggiamenti adeguati in contesti reali non scolastici“;
- critica la mancata presenza dei licei nella proposta di sperimentazione della filiera prefigura una visione ancorata alla separazione tra l’istruzione liceale e quella tecnico-professionale, limitando peraltro i passaggi previsti, dalla sperimentazione stessa, tra indirizzi e percorsi differenti, nonostante il richiamo all’idea di “campus”.
- evidenzia che “gli istituti professionali, seppure si trovino già al sesto anno di attuazione della riforma di cui al decreto legislativo n. 61/2017, necessitano ancora di misure di implementazione e di accompagnamento per l’attuazione del nuovo modello, per cui risulta complesso coinvolgerli nella definizione di percorsi quadriennali all’interno della filiera“;
- evidenzia ancora che la riforma degli ITS Academy è ancora in avvio, tanto che alcuni decreti di attuazione devono essere emanati o sono in una fase transitoria. Appare difficile, pertanto, che possano essere coinvolti in un ulteriore percorso, come prefigurato dalla sperimentazione della filiera che prevede una progettualità forte e necessita di un riconoscimento reciproco;
- sottolinea che “le inevitabili ripercussioni su tutto il sistema dell’istruzione secondaria rendono necessaria una riflessione più ampia sull’impatto del piano sperimentale nazionale oggetto del parere, con un consapevole coinvolgimento del mondo della scuola, in tempi conseguentemente più adeguati“;
- rimarca un’ulteriore preoccupazione, ossia che l’intervento sulla struttura e sulla durata dei percorsi di istruzione tecnica e professionale comporti una compressione dei contenuti dei curricoli e una loro rimodulazione che, oltretutto, nei fatti potrebbe impoverire l’offerta formativa se non costruite a partire dai nuclei fondanti e dalle conoscenze generative delle discipline e dei saperi trasversali;
- ritiene infine impensabile avviare un piano sperimentale già dall’anno scolastico 2024/25, tenendo conto della propedeutica acquisizione dell’Intesa tra regioni e uffici scolastici regionali per la costituzione della rete, oltreché dei contenuti da indicare nel progetto.
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