Perché Rahul Gandhi ha parlato di Italia

Perché Rahul Gandhi ha parlato di Italia

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VENERD 3 FEBBRAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
leggo per la prima volta un’intervista a Rahul Gandhi. Non tutti in Italia sanno chi sia il nipote di Indira, un politico bistrattato nel suo Paese, forse non sempre giustamente, e che comunque rappresenta l’ultimo erede di una famiglia che dell’India, potenza emergente, ha fatto la storia. N sono note a tutti le origini di sua madre, Sonia Maino Gandhi, nata a Lusiana, uno dei Sette Comuni dell’Altopiano di Asiago, e cresciuta a Orbassano, dove ha abitato fino alle nozze con Rajiv Gandhi, primogenito di Indira. La prima a non avere interesse a pubblicizzare le sue origini europee la stessa Sonia, per la quale l’origine italiana ha da sempre costituito un’arma potente contro di lei. Qual invece l’attitudine del figlio?
Daniela Brandi

Due curiosit: Rahul Gandhi parla fluentemente la nostra lingua? E come stata organizzata l’intervista?
Nicola Asso

Cari lettori,
Sonia Gandhi stata leader del partito del Congresso, come suo marito, sua suocera, il padre di sua suocera. La famiglia Nehru-Gandhi ha governato l’India per quasi mezzo secolo. Ora il figlio di Sonia tenta di unificare l’opposizione a Modi. Un progetto difficile, che lo espone a grandi rischi personali. Se un leader politico italiano avesse una madre indiana, voi pensate che sarebbe un vantaggio o uno svantaggio? La ritrosia di Rahul a parlare con un italiano e in italiano — lingua che ovviamente conosce, anche se l’intervista si svolta principalmente in inglese — del tutto comprensibile. Da oltre dieci anni provavo a intervistarlo, senza successo. All’evidenza l’opportunit di far conoscere al pubblico europeo l’immenso sforzo di percorrere l’India a piedi per riunificarla ha prevalso sulla sua storica prudenza. L’unica condizione era incontrarlo lungo la marcia, negli ultimi giorni, alle porte di Srinagar. Poi il contesto particolare — la folla, le nevi del Kashmir, lo scampato pericolo di una giornata difficile in cui Gandhi era stato lasciato senza protezione, e quella sintonia che a volte si riesce a creare e non una tecnica ma un moto dell’anima — ha fatto s che accettasse di raccontare dei nonni italiani e financo di Mina e della Juve; oltre che delle premonizioni della nonna e del padre. Rahul Gandhi nato e cresciuto in India, un leader politico indiano, disposto a dare la vita per il suo Paese, che non il nostro. Di indiano ha anche gli occhi scuri e profondi. Per, dietro il barbone grigio un po’ da guru che si fatto crescere durante la marcia e talora si strofina mentre parla, anche un ragazzo di madre italiana che ha imparato a far fronte a una responsabilit enorme, a considerarsi parte di una storia di potere ma anche di sangue.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

Cos ho scoperto dove sepolto il mio bisnonno

Quando ero adolescente, finita la scuola, spesso mi recavo in bicicletta a casa di mia nonna Rina. Nella cucina vi era una credenza con alcune foto sbiadite. C’era anche quella di un giovane con i baffi. Mia nonna mi raccontava che quel ragazzo era il suo pap, che non l’aveva mai conosciuto perch era partito per la guerra quando lei era appena nata, di lui non si erano pi avute notizie. Ricordo di aver sentito dentro di me che, forse, un giorno avrei fatto un regalo alla nonna scoprendo dov’ sepolto il suo pap. Ho raggiunto l’obiettivo, ma non ho fatto a tempo a dirglielo. Nel 2018 durante una ricerca in internet per studio, ho digitato il nome Ferruccio Borina. Ho scoperto che la storica A. Lauretta Coccato ha scritto un libro Campolongo Maggiore, dall’Unit d’Italia al Secondo dopoguerra 1866-1960 (Artprint Editrice, 2012, vol. I), dedicato ai caduti della Grande Guerra nel territorio veneziano. Una pagina era dedicata agli ultimi anni di vita del mio bisnonno, dal 1916 al 1918, dalla sua partenza per il fronte fino alla morte. Ora so che il mio bisnonno morto il 19 marzo 1918 a Samorin, in un campo di prigionia in Slovacchia, dove fu deportato dagli austriaci dopo la disfatta di Caporetto e che successivamente fu insignito della medaglia d’oro ai Caduti della Grande Guerra. Al ritorno da una vacanza a Praga, abbiamo pensato di passare per la Slovacchia per visitare il cimitero militare di Samorin. La tomba del bisnonno una fossa comune di soldati italiani, circondata da un cordone rettangolare in marmo nero: al centro una stele con la scritta L’Italia ai suoi caduti in Slovacchia. Vi ho posto un mazzo di rose.
Cristina Rossi

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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