DOMENICA 5 FEBBRAIO 2023
risponde Aldo Cazzullo
Caro Aldo,
Margaret Thatcher era una persona seria? Fece bene a far rispettare le leggi inglesi? Nei primi anni 80, ci furono due scioperi della fame da parte di terroristi dell’Ira condannati e carcerati. Il governo inglese, accertata la loro sanit di mente, rispett la loro libera decisione di non nutrirsi. Morirono in undici, senza insurrezione di popolo. Pu dirci qualcosa di pi?
Giovanni Ferrero Cuneo
Caro Giovanni,
Ricordo bene la vicenda di Bobby Sands. Fu una delle poche che scosse la nostra coscienza di adolescenti degli anni 80, il tempo della febbre del sabato sera e del campionato di calcio pi bello del mondo, insomma della ritirata nel privato. Anche perch Bobby Sands era cattolico, morto da martire per protestare contro l’occupazione dei protestanti inglesi (almeno cos fu la narrazione del tempo), e questo in una nazione e nello specifico in una terra — la provincia piemontese — molto cattoliche risvegliava sentimenti atavici di timore e di solidariet. una vicenda ricostruita in uno splendido film, Hunger, fame, in cui Sands interpretato da uno straordinario Michael Fassbender, che prov il digiuno sulle proprie stesse carni. L’Ira — esercito repubblicano d’Irlanda — si macchi di molti crimini, facendo spesso vittime innocenti. Per questo Margaret Thatcher rifiut di considerare i detenuti dell’Ira come prigionieri politici. Tuttavia la lotta di liberazione che nella prima met del ’900 aveva portato all’indipendenza dell’Irlanda (Eire) non era avvenuta con metodi molto diversi. Come ogni organizzazione terroristica, l’Ira si impose sulla popolazione dell’Irlanda del Nord (Ulster) con la forza; tuttavia aveva nella popolazione anche appoggi, consensi, solidariet. Il paragone con Cospito inopportuno. Mi pare inopportuno anche chiamare anarchici questi terroristi che non si sa esattamente cosa vogliano. Ovviamente salvare la vita di Cospito fa parte sia dei doveri, sia degli interessi dello Stato. In questi casi i proclami e le prove di forza non sono mai producenti.
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Storia
Venezia, quella soffitta-nascondiglio degli ebrei
In un palazzo veneziano del 1500, ho visitato un nascondiglio rimasto intatto, con la stessa polvere del 1943, 80 anni fa, quando un gruppo di ebrei dovette sistemarsi qui, in soffitta, al limite della sopravvivenza, per sfuggire alle persecuzioni nazi-fasciste. La proprietaria del palazzo, Patrizia Nicolai, mi aveva invitato per ricordare i 100 anni della ditta di suo nonno, il capitano di Marina, Natale Nicolai, produttore di vele e salvagenti per l’Arsenale. Correva l’anno 1923. Molti operai della ditta, di origine ebraica, vennero poi salvati dalla sua famiglia, a partite dalle leggi razziali del 1938. Patrizia Nicolai, dopo avermi mostrato i due piani nobili, con mobili antichi, pavimenti e mosaici originali del ‘700, mi ha portato in soffitta. La salita segreta e si accede attraverso un muro finto, nascosto da un vecchio armadio, e una ripida scala in legno. Nella mansarda si intravede un buco dove a malapena ci passa una persona. Una scaletta ti conduce alle stanzette segrete. In un altro stanzino, un buco con un tubo di scarico serviva come wc. Una delle cose che fa pi impressione vedere la stia, la gabbia per le galline e per le uova, le reti metalliche ancora intatte (foto del giorno). Erano la sopravvivenza. Da una finestra si accede ad una piccola altana nascosta, per il cambio d’aria. Palazzo Pisani a guardarlo dal rio di Santa Marina ha una facciata stupenda, dal ponte non si vedono le soffitte, ecco il motivo di tanta sicurezza. E la fortuna degli scampati ai lager. Se esiste ancora in giro a Venezia qualche negazionista della Shoah, gli consigliamo una giornata in soffitta al buio, dentro palazzo Pisani.
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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
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VENERDI -L’AMORE
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SABATO -L’ADDIO
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