Perché lantifascismo non è una cosa di sinistra

MARTED 7 FEBBRAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
le riconosco che persegue la lotta per affermare un’egemonia dei liberali e del pensiero liberale. Ma non pu alterare la storia e dire che l’antifascismo non una cosa di sinistra. Lei sapr che i liberali come Nitti, al governo dal marzo al maggio 1920; come Giolitti, al governo dal giugno 1920 al 4 luglio 1921; come Ivanoe Bonomi, al governo dal luglio 1921 al febbraio 1926; Facta al governo da febbraio 1922 all’ottobre 1922, furono acquiescenti verso le formazioni paramilitari fasciste, che assaltavano camere del lavoro, giornali di sinistra come l’Avanti, aggredivano gli operai e i braccianti in lotta. E il pi solerte in questa acquiescenza si dimostr il liberale Ivanoe Bonomi, dimostratosi invece massimamente attivo, come i suoi predecessori, nella repressione delle formazioni di difesa antifascista, quali gli Arditi del Popolo. La scelta pi reazionaria da egli compiuta assieme al liberale De Nicola fu quella di presiedere, egli come Presidente del consiglio ed il secondo come Presidente della Camera, al patto di pacificazione proposto abilmente da Mussolini fra fascisti, da un lato, e socialisti e Cgil, dall’altro. Patto che provoc un’accentuazione della repressione degli Arditi del Popolo.
Luigi Ficarra Padova

Caro Luigi,
Non confonda le vicende che portarono alla presa del potere da parte di Mussolini con il carattere plurale dell’antifascismo e della Resistenza. evidente che molti notabili dell’Italia liberale pensarono che il fascismo potesse essere un’arma contro i socialisti, e che fosse possibile sfoderarla e rinfoderarla. Si sbagliavano. Molti sottovalutarono Mussolini e pensarono di poterlo usare; accadde semmai il contrario. Ci furono per anche liberali che dissero no fin da subito al Duce: come il conte Carlo Sforza, che si dimette da ambasciatore a Parigi e si sente rivolgere dal nuovo presidente del Consiglio una frase tecnicamente da delinquente (lei non ha capito che io posso farla mettere al muro con dodici pallottole?). Com’ noto, Benedetto Croce sulle prime accolse con favore Mussolini — un istrione ma i politici devono essere un po’ istrioni —, e litig per questo con Giustino Fortunato, che vedeva nell’ascesa del fascismo la fine della borghesia; per gi nel 1925 don Benedetto scrisse il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Le camicie nere ebbero come bersaglio molti cattolici: aggredirono Piergiorgio Frassati, bastonarono don Luigi Sturzo, assassinarono don Giovanni Minzoni. Giovanni Amendola, aggredito tre volte di cui l’ultima con conseguenze mortali, era un liberale. Quanto alla Resistenza, ci siamo detti tante volte che coinvolse militari, carabinieri, sacerdoti, suore, e migliaia di italiani che non erano di sinistra. Come non erano di sinistra Winston Churchill e Charles de Gaulle, che contro il nazifascismo combatterono e vinsero una guerra mondiale.

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L’ingiustizia

Mio figlio specializzando, stremato dai turni e sottopagato

Sono un medico, madre di un giovane specializzando in Chirurgia generale. vero che la scarsit di medici sta nel blocco nelle specializzazioni, in quanto solo circa un terzo dei candidati, dopo 6 anni di facolt di Medicina, riesce a superare l’esame di ammissione per la specialit. Aggiungo che attualmente gli specializzandi sono pagati, a differenza di anni fa, ad esempio quando mi sono specializzata io, ma non hanno solo la funzione di discenti in quanto partecipano attivamente alle attivit di reparto, pagati molto meno dei colleghi strutturati (1500-1600 euro al mese, parecchio meno per la medicina di base) e sottoposti a turni massacranti non avendo le stesse garanzie contrattuali. Rappresentano quindi una forza lavoro indispensabile ma sottopagata e spesso vessata in termini di orari. Mio figlio, residente a Milano, avrebbe voluto ottenere un posto di specializzazione a Milano o provincia, ma a causa del punteggio insufficiente entrato a Varese, a 50 chilometri da casa. di turno come minimo 2 week end su 4, spesso lavora anche di notte, l’altro ieri ha lavorato dal mattino alle 8 fino al giorno dopo alle 12. L’ho sentito al telefono mentre stremato stava guidando. Spende 500-600 euro al mese tra benzina e autostrada. Come lui, molti altri specializzandi. logico che molti laureati preferiscano lavorare nelle Rsa o nelle guardie mediche o nelle cooperative o come sostituti dei medici di famiglia, dove non serve la specializzazione, piuttosto che essere sottoposti a queste condizioni. Io penso che questi ragazzi/e siano degli eroi, proprio in questo periodo in cui si parla di mancanza di camerieri e altre figure professionali che non accettano di lavorare per i turni lavorativi. La soluzione? Aumentare i posti in specialit e anche gli stipendi.
Nicoletta Danuso, Milano

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