SABATO 11 FEBBRAIO 2023
risponde Aldo Cazzullo
Caro Aldo,
la mia zona, il Cesenate, da tempo funestata da furti nelle abitazioni, non solo nelle ore notturne, ma con sempre pi frequenza anche, del tutto impunemente, in pieno giorno, tanto che in molti non li denunciano neppure. Ora le chiedo come mai un reato che la gente comune avverte fra i pi odiosi (viola la tua intimit, mette a rischio la salute delle persone pi fragili) venga considerato al pari di una bagattella. Il nuovo governo, che lei sappia, ha intenzione di considerarlo in modo pi severo e la sinistra, se ci finalmente avvenisse, si opporrebbe gridando al ritorno del fascismo?
Paola Paolucci
Cara Paola,
La sua lettera mi ricorda la discussione cui ho assistito il mese scorso tra Riccardo Calimani, lo storico del ghetto di Venezia, e Luigi Brugnaro, che di Venezia sindaco. A Calimani, che temeva il ritorno di forme autoritarie, Brugnaro ha risposto che il vero pericolo per la democrazia appunto il lassismo di fronte alla delinquenza comune, ai furti nelle case, ai vandalismi, a quei fatti che non finiscono sui media — tranne quando la vittima un personaggio famoso — ma che segnano la vita delle persone. Se la democrazia non d una risposta, la gente chieder altro, il pensiero di Brugnaro. Tornando alla sua lettera, gentile signora Paolucci, per mettere i ladri in galera non occorre il ritorno del fascismo: basta applicare le leggi. Il carcere non una punizione disumana. Lo diventa quando le carceri sono obsolete, e inducono un numero drammatico di detenuti al suicidio. Il carcere in uno Stato di diritto non solo il modo per rendere inoffensiva e punire una persona potenzialmente pericolosa; o dovrebbe essere il modo per recuperarla alla convivenza sociale. Se il 41 bis ancora oggi necessario per isolare davvero i boss mafiosi dalla loro manovalanza a piede libero, evidente che il sistema carcerario italiano ha un problema. Cos come consentire ai delinquenti di agire indisturbati, magari dopo averli arrestati e subito rilasciati, demoralizza le forze dell’ordine, e crea insicurezza tra i cittadini.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
Storia
Un concorso di poesia dedicato a mia figlia Susanna
S ono una madre che ha patito tanto. Una sopravvissuta. Quando ti muore un figlio cos che ti senti. In tanti hanno fatto l’inverosimile per aiutarmi. Non li vedevo neppure, ma il loro lavoro servito e io sono ancora qui. Ho altri figli meravigliosi, ho anche ripreso da poco il mio lavoro di insegnante, che mi faceva paura, troppo il timore di rivedere la mia bionda dietro le chiome delle bellissime ventenni di oggi. Tornare tra i banchi di scuola invece mi ha fatto bene. L’energia che i ragazzi trasudano satura l’ambiente ed arriva fino a me, curando poco a poco le mie ferite. Ed cos che mi venuta l’idea di creare un concorso di poesia dedicato a lei. Conosco bene il potere curativo delle parole. Amo la letteratura da sempre, sempre stata rifugio, consolazione, risorsa, crescita, maturazione, riflessione, piacere, bellezza e mille altre cose ancora. Sia nell’incanto della lettura che nella magia della creazione. Perch dunque non dare ad altri l’opportunit di essere letti e ascoltati? Perch non permettere ad altri ragazzi di incanalare i pensieri tristi, le ansie, le ossessioni che hanno dentro e che quotidianamente nascondono dietro i post patinati dei social? Svelare la loro verit e al contempo creare bellezza. Cos nato il Concorso di Poesia A Susanna, a lei dedicato. Susanna Marelli, mia figlia, vittima di un gesto estremo nel giugno 2021, aveva 20 anni. Il tema cui dovranno essere ispirati i componimenti il celebre verso di Eugenio Montale Spesso il male di vivere ho incontrato, perch anche di questo la poesia pu parlare, anche il dolore sa sublimare, trasformandolo in bellezza. Per info: premiopoesiasusanna@gmail.com
Roberta Zaccagni, robertazaccagni@gmail.com
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CANONE RAI
Toglierlo dalla bolletta come tornare indietro
Daniele Zocca , Bologna;
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Voli annullati nel 2021, aspettiamo i rimborsi
Sandro Scardino
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PENSIONATI
Siamo diventati come un bancomat
Massimo Burlando e altri 26 pensionati
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
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