DOMENICA 12 FEBBRAIO 2023
risponde Aldo Cazzullo
Caro Aldo,
l’Italia razzista? Io rispondo che l’Italia non razzista anche se ci sono degli ignoranti che manifestano in questo senso. Ho lavorato in sanit, ho conosciuto tante persone di ogni ceto sociale e non ho mai avvertito questo sentimento in maniera generalizzata! Qualche cretino s! Lei come la pensa?
Ermanno Montobbio
Caro Ermanno,
La sua lettera mi ha fatto tornare in mente un episodio di fine anni 80, quando ero un giovane redattore delle cronache italiane della Stampa. Quel sabato non doveva esserci proprio nessuno, visto che era toccato a me andare alla riunione per la prima pagina. Anche il direttore, Gaetano Scardocchia — grandissimo giornalista che aveva firmato con Giampaolo Pansa l’inchiesta sulla Lockheed e i furti di Stato — mancava. Il capo della cronaca di Torino, allora considerato il numero 3 del giornale, disse che nel pi grande ospedale della citt, le Molinette, alcuni anziani pazienti avevano rifiutato di essere assistiti da infermieri dalla pelle nera. Il numero 2 del giornale, il vicedirettore Lorenzo Mondo, disse: Questa notizia non la mettiamo in prima, la tenete nelle vostre pagine, e guai se la commentate negativamente. Questi vecchietti non fanno cos perch sono razzisti. Questi vecchietti fanno cos perch hanno paura. E la maggioranza dei nostri lettori la pensa come loro. Neppure Lorenzo Mondo ovviamente era razzista. Era un uomo coltissimo, custode dei diari di Cesare Pavese che avrebbe rivelato pochi mesi dopo, professore di letteratura italiana all’Universit di Torino, cresciuto nella cultura azionista che a quarant’anni dalla fine del partito d’Azione era ancora la linea politica della Stampa, quotidiano egemonico in una strana regione dalle province bianche e dal capoluogo rosso. Con quelle sue parole, Mondo ci diede tre lezioni di giornalismo. La prima: sono i lettori che giudicano il loro giornale, non il giornale che giudica i suoi lettori. La seconda: la paura non il pi nobile dei sentimenti, ma non va demonizzata, bens — come ogni cosa — raccontata e spiegata. La terza: il razzismo non ha colore ideologico, il razzista non di destra e l’antirazzista non di sinistra (per questo sbagliato che ministri in carica chiedano preventivamente a Paola Egonu di non parlare di razzismo). Da quella riunione di redazione sono passati quasi altri quarant’anni. L’Italia sta diventando, come altri Stati europei, un Paese multietnico. Ovviamente il razzismo, come in tutto il mondo, esiste. Nello stesso tempo esistono milioni di persone di cuore, che ogni giorno fanno un gesto anche piccolo per favorire l’integrazione dei nuovi italiani. A volte sono le stesse persone che, in un momento di difficolt o anche solo di malumore, dicono e fanno cose in cui magari non si riconosceranno. L’integrazione un processo lungo e complesso; per questo non dovrebbe mai essere strumentalizzato da un partito politico. La destra non dovrebbe additare i migranti come nemici, e la sinistra dovrebbe capire che il prezzo dell’immigrazione lo pagano le classi popolari. Sino a non molto tempo fa, il Regno Unito governava l’India con poche decine di migliaia di soldati, quasi tutti indiani, che con i loro lunghi bastoni soggiogavano i compatrioti; oggi il Regno Unito governato da Rishi Sunak, premier di origine indiana e leader del partito conservatore, come lo era Churchill che definiva Gandhi un fachiro seminudo. La storia non fa salti; ma cambia con una velocit cui non riusciamo a stare dietro.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
L’ingiustizia
Mio nipote disabile, si vergogni chi ci ha insultati
Sono andata con mia figlia e i miei due nipotini alla sfilata di carnevale a Cant domenica 5 febbraio. Abbiamo parcheggiato l’auto nel parcheggio disponibile riservato ai disabili esponendo il contrassegno, in quanto mio nipote di 3 anni e mezzo stato riconosciuto invalido con relativo certificato rilasciato dalla commissione competente. Volevamo regalare un pomeriggio di gioia ai bambini e cos stato fino al ritorno nel parcheggio… dove abbiamo recuperato un biglietto apposto sul parabrezza che riportava testualmente: Vergogna esponete il tagliando senza avere disabili in macchina. Non riesco a descrivere come ci siamo sentite, ma forse si pu immaginare! Vorrei dire a chi ha scritto questo biglietto che mio nipote fortunatamente cammina e corre, la sua disabilit di tutt’altro genere. Vorrei dire a chi ha scritto, a chi non sa, a chi non ha pensato per un attimo al male che ha provocato con le sue parole, a chi non ha la minima idea e non conosce quali battaglie giornaliere combattono i genitori di questi splendidi bambini, a chi legger questa lettera e si riconoscer come l’autore, vorrei dire che si deve proprio vergognare! Chi ha diritto di parcheggiare in un posto per disabili? Un disabile che affronta e affronter difficolt per tutta la sua vita o chi ignorante e giudica senza sapere? Forse quella persona ignora e non ha ancora coscienza del fatto che anche un non vedente o una persona con problemi dello spettro autistico o con difficolt cognitive senza problemi motori o non immobilizzato su sedia a ruote, pu essere considerato disabile.
M. M.
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PREVENZIONE
Giova introdurre i 30 km orari in citt
Vittorio Di Santo
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SANREMO
Quelle canzonette che ci aiutano a vivere meglio
Stefano Casadei
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RICORDO
Noi esuli istriani ci sentiamo dimenticati
Luciana Russo Buranello , (cognome questo della mia mamma italianissima/istriana);
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
LA FOTO DEL LETTORE
Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
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