Perché lItalia non vota a sinistra

Perché lItalia non vota a sinistra

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DOMENICA 19 FEBBRAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
ho letto la lettera di Calenda al suo giornale, vero una parte degli elettori vota come un tifoso, a volte vota per protesta, a volte sbaglia come sbagliamo tutti. In questa ultima tornata, pur se solo Regionali, non crede che nel voto, oltre alla bassa affluenza, il peso del Qatargate e il caso Cospito abbiano avuto un motivo importante?
Marco Nagni Falconara Marittima

Caro Marco,
No, non credo che la maggioranza assoluta dei votanti lombardi abbia scelto Attilio Fontana per il caso Cospito, o quella dei votanti laziali abbia sostenuto Francesco Rocca per il Qatargate. Credo che la sinistra abbia perso e perda per altri motivi. Nel dopoguerra quasi tutti i Paesi europei erano governati dai conservatori (tranne il Regno Unito grazie alla sorprendente vittoria laburista del 1945). Ovunque la sinistra andata al potere — con Brandt in Germania, con Mitterrand in Francia, con Gonzalez in Spagna — rinunciando al marxismo. In Italia avevamo il pi grande partito comunista dell’Occidente; il che si rivelato un problema pi che un’opportunit. Inoltre l’estremismo rosso degli anni 70 ha suscitato paura e ripulsa anche in ceti che negli altri Paesi guardavano alla sinistra con interesse. Il Pci prendeva i voti nei grandi conglomerati industriali del Nord — Torino, Genova, la cintura Nord di Milano, Marghera — che ora non esistono pi, mentre parte dei ceti popolari guarda ora a destra. Ma credo ci sia una motivazione ancora pi profonda. La maggioranza degli italiani non crede alla sinistra perch non crede alla politica. Teme lo Stato. Non vuole che il governo si occupi della sua azienda e della sua famiglia. Considera la sinistra sinonimo di tasse. Non concepisce che un politico possa fare qualcosa nell’interesse di qualcuno che non sia se stesso o un proprio caro. La sinistra ci ha messo del suo, tassando e minacciando di tassare ancora di pi i suoi stessi elettori del ceto medio. E assumendo un atteggiamento di superiorit intellettuale e morale che proprio non la rende simpatica. Il risultato che ci tocca in sorte una destra che di liberale ha poco.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

La nostra squadra di calcio chiamata Raquel Welch

Agli inizi degli anni Ottanta Raquel Welch era ancora per i suoi quaranta anni e passa un sex symbol nell’immaginario adolescenziale. Noi giovanissimi liceali, lo ricordo come se fosse ieri, dedicammo a lei la nostra squadra di calcio impegnata nei tornei amatoriali. Addirittura, facemmo realizzare il completino, con il quale scendevamo sul rettangolo di gioco, stampando sulla maglia il suo nome che decidemmo anche di dare alla squadra. Fummo molto orgogliosi della curiosa scelta specialmente verso i nostri coetanei, eleggendo la nota artista americana a nostra icona prorompente. Ricordo con molto piacere Raquel Welch venuta a mancare a 82 anni in questi ultimi giorni. Nelle immagini appariva ai nostri occhi di giovanissimi maschietti alle prime pulsioni, particolarmente esplosiva, bella e maggiorata. Capace di bucare lo schermo tanto fosse attraente per quell’epoca, ancora piuttosto povera di immagini femminili svestite. Tanto forte era la sua fisicit, al punto da farci trascorrere notti agitate, alle prese con sogni gioiosi e irripetibili. Le cronache, e ricordo solo questo piccolo aneddoto, raccontano che conquist nel 1966 le copertine di ben 192 riviste europee e di 16 magazine americani. Un traguardo che rimasto unico che mai nessun’altra ha replicato sino ai giorni nostri. Come dimenticare quei sogni segreti per quelle fattezze che mandavano letteralmente in estasi, per una bellezza conservata anche a tarda et, quando ancora era molto consapevole del suo fascino.
Nicola Campoli Napoli

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

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