Pompa di calore per sostituire la vecchia caldaia: di quali agevolazioni si può usufruire?

Pompa di calore per sostituire la vecchia caldaia: di quali agevolazioni si può usufruire?

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le vostre domande

di Massimo Fracaro09 ott 2022

Pompa di calore per sostituire la vecchia caldaia: di quali agevolazioni si può usufruire?

Dovrei sostituire la vecchia caldaia con una pompa di calore e contemporaneamente dovrei eseguire lavori di pulitura e tinteggiatura esterna della casa con il bonus facciate. Quanto tempo ho ancora per eseguire questi lavori e a quanto ammontano le detrazioni?

Lettera firmata – via email

Le agevolazioni fiscali per la sostituzione della caldaia con una pompa di calore scadono il 31 dicembre 2024. E, se si tratta di un impianto ad alta efficienza energetica (l’installatore potrà consigliare il nostro lettore nella selezione), si può usufruire dell’ecobonus al 65% in dieci anni. Alla questione riguardante la facciata dell’abitazione la risposta è più articolata. Innanzitutto bisogna vedere se è possibile il ricorso all’agevolazione: il bonus è attivabile solo se ricorrono due condizioni: la parte dell’edificio sottoposta ai lavori deve affacciare su un’area pubblica e l’edificio si deve trovare o nel centro storico o in area ad alta urbanizzazione (zona B del piano del territorio comunale). Inoltre se i lavori comportano il rifacimento di oltre il 5% dell’intonaco è necessario che apportino anche un miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio.

Infine se si ricorre allo sconto in fattura o alla cessione del credito sono sempre necessari visto di conformità e asseverazione dei costi. Se si rispettano tutti questi vincoli il bonus è del 60% senza tetto di spesa ed è ottenibile solo se i lavori vengono saldati entro il 31 dicembre prossimo. Al momento non c’è nessuna prospettiva di un rinnovo per il 2023. Una corsa contro il tempo, non impossibile solo se si tratta di una casa unifamiliare, che probabilmente non vale la pena fare perché se i lavori riguardano meno del 5% dell’intonaco si può chiedere il bonus ristrutturazione, il 50% su un tetto di 96mila euro in dieci anni, senza in pratica nessun vincolo, se i lavori sono per più del 5% dell’intonaco si può chiedere l’ecobonus al 65%; in entrambi i casi la scadenza è il 31 dicembre 2024.

Con la consulenza di Gino Pagliuca

Iscriviti alla newsletter “Whatever it Takes” di Federico Fubini. Dati, fatti e opinioni forti: le sfide della settimana per l’economia e i mercati in un mondo instabile. Ogni lunedì nella tua casella di posta.

E non dimenticare le newsletter L’Economia Opinioni”

e “L’Economia Ore 18”

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-09 12:56:00,

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Infine se si ricorre allo sconto in fattura o alla cessione del credito sono sempre necessari visto di conformità e asseverazione dei costi. Se si rispettano tutti questi vincoli il bonus è del 60% senza tetto di spesa ed è ottenibile solo se i lavori vengono saldati entro il 31 dicembre prossimo. Al momento non c’è nessuna prospettiva di un rinnovo per il 2023. Una corsa contro il tempo, non impossibile solo se si tratta di una casa unifamiliare, che probabilmente non vale la pena fare perché se i lavori riguardano meno del 5% dell’intonaco si può chiedere il bonus ristrutturazione, il 50% su un tetto di 96mila euro in dieci anni, senza in pratica nessun vincolo, se i lavori sono per più del 5% dell’intonaco si può chiedere l’ecobonus al 65%; in entrambi i casi la scadenza è il 31 dicembre 2024.

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