I tempi lunghi e sfibranti per avere un nuovo governo

Caro direttore,
a distanza di quasi due settimane dal voto non conosciamo ancora i nomi di tutti gli eletti in Parlamento, addirittura in Sicilia stanno ricontando le schede delle elezioni regionali. Come è concepibile un tale ritardo? Negli altri paesi il giorno dopo si ha contezza di tutti i dati.
Gabriele Salini

Caro signor Salini,
Fa certamente impressione la distanza che separa la rapidità con cui altri Paesi europei (non tutti per la verità) arrivano alla conclusione delle operazioni legate al voto e al varo del nuovo governo. In queste elezioni si sono aggiunti alcuni ostacoli che hanno reso ancora più farraginoso il percorso. Solo ieri, ad esempio, abbiamo conosciuto l’esatta composizione della Camera dei deputati perché una legge elettorale cervellotica, con il famoso meccanismo del flipper, ha reso incerto il nome degli eletti nei collegi proporzionali. Ora si debbono insediare le Camere, eleggere i presidenti, costituire i gruppi parlamentari, avviare le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Anche in una situazione chiara come quella attuale, perché la coalizione di centrodestra ha una maggioranza netta in tutti e due i rami del Parlamento, la migliore delle previsioni ci dice che servirà un mese dal giorno del voto per vedere un nuovo esecutivo al lavoro. Nella scorsa legislatura servirono addirittura tre mesi di trattative e di colpi di scena per arrivare alla nascita del governo Lega-Movimento Cinque Stelle. In realtà la questione resta sempre la stessa: le coalizioni che si presentano agli elettori sono spesso solo cartelli di convenienza senza una vera unità politica e programmatica, i sistemi di voto sono scelti apposta per non permettere ai cittadini di dare una netta indicazione di governo, le procedure sono le stesse dei tempi in cui il digitale non esisteva nemmeno nei sogni. Il risultato è un’attesa sfibrante anche in un momento di emergenza come l’attuale che richiederebbe decisioni rapide e leadership efficaci. Ma è difficile sperare che qualcosa cambierà.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

, 2022-10-10 05:37:00,

Caro direttore,
a distanza di quasi due settimane dal voto non conosciamo ancora i nomi di tutti gli eletti in Parlamento, addirittura in Sicilia stanno ricontando le schede delle elezioni regionali. Come è concepibile un tale ritardo? Negli altri paesi il giorno dopo si ha contezza di tutti i dati.
Gabriele Salini

Caro signor Salini,
Fa certamente impressione la distanza che separa la rapidità con cui altri Paesi europei (non tutti per la verità) arrivano alla conclusione delle operazioni legate al voto e al varo del nuovo governo. In queste elezioni si sono aggiunti alcuni ostacoli che hanno reso ancora più farraginoso il percorso. Solo ieri, ad esempio, abbiamo conosciuto l’esatta composizione della Camera dei deputati perché una legge elettorale cervellotica, con il famoso meccanismo del flipper, ha reso incerto il nome degli eletti nei collegi proporzionali. Ora si debbono insediare le Camere, eleggere i presidenti, costituire i gruppi parlamentari, avviare le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Anche in una situazione chiara come quella attuale, perché la coalizione di centrodestra ha una maggioranza netta in tutti e due i rami del Parlamento, la migliore delle previsioni ci dice che servirà un mese dal giorno del voto per vedere un nuovo esecutivo al lavoro. Nella scorsa legislatura servirono addirittura tre mesi di trattative e di colpi di scena per arrivare alla nascita del governo Lega-Movimento Cinque Stelle. In realtà la questione resta sempre la stessa: le coalizioni che si presentano agli elettori sono spesso solo cartelli di convenienza senza una vera unità politica e programmatica, i sistemi di voto sono scelti apposta per non permettere ai cittadini di dare una netta indicazione di governo, le procedure sono le stesse dei tempi in cui il digitale non esisteva nemmeno nei sogni. Il risultato è un’attesa sfibrante anche in un momento di emergenza come l’attuale che richiederebbe decisioni rapide e leadership efficaci. Ma è difficile sperare che qualcosa cambierà.

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, Luciano Fontana

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