Il dolore della comunità del Corriere in morte di Francesco Valdiserri

Il dolore della comunità del Corriere in morte di Francesco Valdiserri

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DOMENICA 23 OTTOBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

sono senza parole e mi sento molto vicino alla famiglia di Francesco, ai genitori che non lo vedranno più rientrare a casa, che non sentiranno più la sua voce mentre canta le sue canzoni.

Enrico Bianchi

Pensiamo sempre di proteggere i nostri figli, ci preoccupiamo di quando escono, aspettiamo che rientrino. La morte del povero Francesco ha fatto sì che i nostri peggiori incubi si avverassero.

Lory Biancheri

Un abbraccio ai genitori di questo bellissimo ragazzo.

Valentina Binario

Penso solo ai genitori, al dolore per la perdita di un figlio che poteva essere di tutti noi.

Francesco Boni

Cari lettori,

Migliaia di voi hanno commentato la scomparsa di Francesco Valdiserri. In moltissimi siete rimasti colpiti e commossi dalla fine improvvisa e ingiusta di questa giovane vita: un fiore appena sbocciato reciso dall’aratro, avrebbero scritto i classici. Sono i momenti in cui ci si rende conto che il Corriere è davvero una comunità, che le nuove tecnologie non hanno diluito ma esteso e avvicinato. Per voi i genitori di Francesco, Paola Di Caro e Luca Valdiserri, sono firme che da oltre vent’anni raccontano rispettivamente la politica e il calcio. Per noi sono compagni di lavoro «stimati e amati», come ha scritto Giuseppe Di Piazza. Paola e Luca sono due persone bellissime, in tutti i sensi in cui si può dire la parola. Due persone che si sono trovate e riconosciute. Ho sempre pensato che si assomigliassero persino un po’, nei colori chiari, negli occhi azzurri, nei tratti delicati; e Francesco, come sua sorella Daria, aveva preso come spesso accade il meglio di entrambi. Anni fa un altro nostro collega, un altro membro della comunità del Corriere, Marco Nese — grande esperto di Difesa —, scrisse un libro dolente: «Sopravvivere a un figlio». È il materializzarsi dell’incubo di ogni genitore. È un’esperienza innaturale che però accade, a maggior ragione ora che la vita si allunga. Quella di Francesco è stata stroncata però in modo violento. E le comunità, in questo caso quella di Roma, reggono se si ripristina un minimo di rispetto, per le regole e per gli altri. È il lavoro che tutti, ognuno nel proprio ruolo — politici, giornalisti, opinione pubblica —, siamo chiamati a compiere, anche in memoria di Francesco Valdiserri.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Giulia convive, la ditta ha ritirato l’offerta di lavoro»

Mio figlio Lorenzo, operaio metalmeccanico nella provincia di Bergamo, convive con una ragazza, Giulia. Giulia si è laureata in lingue straniere presso l’Università di Bergamo poco tempo fa. Recentemente ha fatto due colloqui di lavoro per un posto come corrispondente estero presso due ditte, in provincia di Cremona e Bergamo. Le interviste sono andate entrambe benissimo. La prima ditta le ha offerto un contratto da stagista per 5 mesi a 500 euro al mese, 40 ore alla settimana: vale a dire 2,5 euro all’ora. Forse cercavano una schiavetta non un’impiegata. La seconda ditta le ha inviato immediatamente un contratto di lavoro come previsto dal contratto nazionale. Tre mesi di prova. Il giorno seguente Giulia ha ricevuto una telefonata dalla ditta che chiedeva se lei convivesse con qualcuno. Non avendo esperienza in queste cose, Giulia ha risposto ingenuamente di sì. Dopo due ore, ha ricevuta un lettera in cui l’offerta di lavoro era cancellata con una scusa palesemente falsa. La convivenza era dunque per la ditta un impedimento dirimente. Immagino perché suscettibile di arrivare a una famiglia con figli, (ma Giulia al momento non ha intenzione di creare una famiglia…). Forse se avesse mentito sarebbe stata considerata un’impiegata più affidabile? Ma a 25 anni dovrebbe essere normale sognare di farsi una famiglia. Che male ci sarebbe? Al momento sostengo con la mia pensione Giulia e Lorenzo. Una cosa deprimente. Sono costernato con Giulia. Io ho lavorato tutta la vita all’estero. Ma queste situazioni le trovo solo in Italia… E i nostri sedicenti progressisti si chiedono perché i giovani non vanno a votare.

Nello Paterlini, Crema

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-10-23 22:52:00,

DOMENICA 23 OTTOBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

sono senza parole e mi sento molto vicino alla famiglia di Francesco, ai genitori che non lo vedranno più rientrare a casa, che non sentiranno più la sua voce mentre canta le sue canzoni.

Enrico Bianchi

Pensiamo sempre di proteggere i nostri figli, ci preoccupiamo di quando escono, aspettiamo che rientrino. La morte del povero Francesco ha fatto sì che i nostri peggiori incubi si avverassero.

Lory Biancheri

Un abbraccio ai genitori di questo bellissimo ragazzo.

Valentina Binario

Penso solo ai genitori, al dolore per la perdita di un figlio che poteva essere di tutti noi.

Francesco Boni

Cari lettori,

Migliaia di voi hanno commentato la scomparsa di Francesco Valdiserri. In moltissimi siete rimasti colpiti e commossi dalla fine improvvisa e ingiusta di questa giovane vita: un fiore appena sbocciato reciso dall’aratro, avrebbero scritto i classici. Sono i momenti in cui ci si rende conto che il Corriere è davvero una comunità, che le nuove tecnologie non hanno diluito ma esteso e avvicinato. Per voi i genitori di Francesco, Paola Di Caro e Luca Valdiserri, sono firme che da oltre vent’anni raccontano rispettivamente la politica e il calcio. Per noi sono compagni di lavoro «stimati e amati», come ha scritto Giuseppe Di Piazza. Paola e Luca sono due persone bellissime, in tutti i sensi in cui si può dire la parola. Due persone che si sono trovate e riconosciute. Ho sempre pensato che si assomigliassero persino un po’, nei colori chiari, negli occhi azzurri, nei tratti delicati; e Francesco, come sua sorella Daria, aveva preso come spesso accade il meglio di entrambi. Anni fa un altro nostro collega, un altro membro della comunità del Corriere, Marco Nese — grande esperto di Difesa —, scrisse un libro dolente: «Sopravvivere a un figlio». È il materializzarsi dell’incubo di ogni genitore. È un’esperienza innaturale che però accade, a maggior ragione ora che la vita si allunga. Quella di Francesco è stata stroncata però in modo violento. E le comunità, in questo caso quella di Roma, reggono se si ripristina un minimo di rispetto, per le regole e per gli altri. È il lavoro che tutti, ognuno nel proprio ruolo — politici, giornalisti, opinione pubblica —, siamo chiamati a compiere, anche in memoria di Francesco Valdiserri.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Giulia convive, la ditta ha ritirato l’offerta di lavoro»

Mio figlio Lorenzo, operaio metalmeccanico nella provincia di Bergamo, convive con una ragazza, Giulia. Giulia si è laureata in lingue straniere presso l’Università di Bergamo poco tempo fa. Recentemente ha fatto due colloqui di lavoro per un posto come corrispondente estero presso due ditte, in provincia di Cremona e Bergamo. Le interviste sono andate entrambe benissimo. La prima ditta le ha offerto un contratto da stagista per 5 mesi a 500 euro al mese, 40 ore alla settimana: vale a dire 2,5 euro all’ora. Forse cercavano una schiavetta non un’impiegata. La seconda ditta le ha inviato immediatamente un contratto di lavoro come previsto dal contratto nazionale. Tre mesi di prova. Il giorno seguente Giulia ha ricevuto una telefonata dalla ditta che chiedeva se lei convivesse con qualcuno. Non avendo esperienza in queste cose, Giulia ha risposto ingenuamente di sì. Dopo due ore, ha ricevuta un lettera in cui l’offerta di lavoro era cancellata con una scusa palesemente falsa. La convivenza era dunque per la ditta un impedimento dirimente. Immagino perché suscettibile di arrivare a una famiglia con figli, (ma Giulia al momento non ha intenzione di creare una famiglia…). Forse se avesse mentito sarebbe stata considerata un’impiegata più affidabile? Ma a 25 anni dovrebbe essere normale sognare di farsi una famiglia. Che male ci sarebbe? Al momento sostengo con la mia pensione Giulia e Lorenzo. Una cosa deprimente. Sono costernato con Giulia. Io ho lavorato tutta la vita all’estero. Ma queste situazioni le trovo solo in Italia… E i nostri sedicenti progressisti si chiedono perché i giovani non vanno a votare.

Nello Paterlini, Crema

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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, Aldo Cazzullo

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