L’investimento sulla  libertà che serve  alla destra italiana

L’investimento sulla  libertà che serve  alla destra italiana

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Caro Aldo,

una mattina mi sono svegliata pensando al motivo «La Marsigliese». Mi sono chiesta, per associazione di idee, perché, invece di farneticare sul tema della famiglia, la destra che si finge liberale (quante volte abbiamo sentito: «Diamo la parola agli italiani») non propone referendum che trattino i temi del matrimonio e delle adozioni per le coppie omosessuali e, perché no?, anche del fine vita? Credo che i risultati elettorali spiazzerebbero lo schieramento attualmente eletto, così come accadde negli anni ‘70 con il referendum sul divorzio. Inoltre si smetterebbe di parlare di argomenti che distolgono l‘attenzione da problemi che invece possono essere risolti soltanto da professionisti in materia politica. Lei che ne pensa?

Tiziana Camera

Cara Tiziana,

Penso che dietro alla grande vittoria politica e culturale della destra nel Paese non ci sia tanto il rifiuto dei diritti degli omosessuali, e tanto meno dei diritti dei morenti di disporre della propria vita. C’è semmai l’insofferenza verso quella che i francesi chiamano «la lingua di legno», la cappa del politicamente corretto, gli ideologismi, la censura della libera manifestazione del pensiero. Se per correttezza politica si intende un linguaggio attento a non offendere le minoranze, allora la correttezza politica va difesa. Ma quando si rifiuta la stessa parola «minoranza», allora la correttezza politica divora se stessa, e porta alla cultura della cancellazione — fino all’assurdità di abbattere le statue di Cristoforo Colombo, l’italiano che cambiò la storia — e alla reazione che assume il volto rabbioso e spaventoso dei Trump e dei Bolsonaro. La destra italiana che va ora al governo dovrebbe, se vuole davvero tagliare qualsiasi filo con il passato postfascista, fare un grande investimento sulla libertà. Libertà di pensiero, di parola, di comportamenti. Libertà di intraprendere, di rischiare, di investire. Libertà di lavorare, e anche di guadagnare di più, una volta adempiuti i doveri fiscali (ad esempio detassare gli aumenti di stipendio sarebbe un modo per premiare il merito senza dissanguare i meritevoli e i loro datori di lavoro). Libertà però è il contrario di protezionismo e sovranismo. Implica responsabilità e coraggio, fiducia negli italiani e negli europei. La destra italiana è davvero pronta a un grande investimento sulla libertà? Non solo con le parole, ma anche con i fatti?

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Da commesso a imprenditore, la vita di Franco Fedeli»

Quando papa Francesco ha indetto la Giornata dei poveri, l’imprenditore Franco Fedeli non ha voluto far mancare il suo aiuto ai più bisognosi. Ha fatto preparare 5 mila pacchi pieni di generi alimentari. Sono stati necessari quattro Tir per trasportarli. Le sue donazioni hanno commosso papa Francesco che ha voluto incontrare Fedeli e dirgli personalmente grazie per la sua grande generosità. «Era mio dovere — dice Fedeli —, perché anch’io da ragazzo sono stato povero». Nato a Cascia nel 1943, a 13 anni cominciò a lavorare a Roma come commesso nelle botteghe alimentari. Era ambizioso, aveva orgoglio e una ferrea volontà. A 18 anni si mise in proprio e oggi è uno dei più importanti personaggi nel panorama nazionale della grande distribuzione alimentare. La sua vicenda è molto simile a quella di un altro straordinario genio del commercio, Bernardo Caprotti, fondatore della Esselunga. Fedeli ha scelto per la sua società il marchio Elite, che comprende circa 60 supermercati sparsi fra Lazio, Umbria e Marche, oltre ad alberghi e centri sportivi dove alcune squadre di serie A mandano i calciatori in ritiro. Appassionato di calcio, Fedeli è stato presidente di alcune squadre, fra cui Sambenedettese, Perugia, Ternana. L’avventura umana dell’imprenditore è raccontata ora nella biografia L’incredibile storia di Franco Fedeli (Gangemi editore), scritta da me. È una vicenda che ha una seconda dimensione, perché sullo sfondo si può leggere la storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi.

Marco Nese

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-10-24 22:43:00,

Caro Aldo,

una mattina mi sono svegliata pensando al motivo «La Marsigliese». Mi sono chiesta, per associazione di idee, perché, invece di farneticare sul tema della famiglia, la destra che si finge liberale (quante volte abbiamo sentito: «Diamo la parola agli italiani») non propone referendum che trattino i temi del matrimonio e delle adozioni per le coppie omosessuali e, perché no?, anche del fine vita? Credo che i risultati elettorali spiazzerebbero lo schieramento attualmente eletto, così come accadde negli anni ‘70 con il referendum sul divorzio. Inoltre si smetterebbe di parlare di argomenti che distolgono l‘attenzione da problemi che invece possono essere risolti soltanto da professionisti in materia politica. Lei che ne pensa?

Tiziana Camera

Cara Tiziana,

Penso che dietro alla grande vittoria politica e culturale della destra nel Paese non ci sia tanto il rifiuto dei diritti degli omosessuali, e tanto meno dei diritti dei morenti di disporre della propria vita. C’è semmai l’insofferenza verso quella che i francesi chiamano «la lingua di legno», la cappa del politicamente corretto, gli ideologismi, la censura della libera manifestazione del pensiero. Se per correttezza politica si intende un linguaggio attento a non offendere le minoranze, allora la correttezza politica va difesa. Ma quando si rifiuta la stessa parola «minoranza», allora la correttezza politica divora se stessa, e porta alla cultura della cancellazione — fino all’assurdità di abbattere le statue di Cristoforo Colombo, l’italiano che cambiò la storia — e alla reazione che assume il volto rabbioso e spaventoso dei Trump e dei Bolsonaro. La destra italiana che va ora al governo dovrebbe, se vuole davvero tagliare qualsiasi filo con il passato postfascista, fare un grande investimento sulla libertà. Libertà di pensiero, di parola, di comportamenti. Libertà di intraprendere, di rischiare, di investire. Libertà di lavorare, e anche di guadagnare di più, una volta adempiuti i doveri fiscali (ad esempio detassare gli aumenti di stipendio sarebbe un modo per premiare il merito senza dissanguare i meritevoli e i loro datori di lavoro). Libertà però è il contrario di protezionismo e sovranismo. Implica responsabilità e coraggio, fiducia negli italiani e negli europei. La destra italiana è davvero pronta a un grande investimento sulla libertà? Non solo con le parole, ma anche con i fatti?

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Quando papa Francesco ha indetto la Giornata dei poveri, l’imprenditore Franco Fedeli non ha voluto far mancare il suo aiuto ai più bisognosi. Ha fatto preparare 5 mila pacchi pieni di generi alimentari. Sono stati necessari quattro Tir per trasportarli. Le sue donazioni hanno commosso papa Francesco che ha voluto incontrare Fedeli e dirgli personalmente grazie per la sua grande generosità. «Era mio dovere — dice Fedeli —, perché anch’io da ragazzo sono stato povero». Nato a Cascia nel 1943, a 13 anni cominciò a lavorare a Roma come commesso nelle botteghe alimentari. Era ambizioso, aveva orgoglio e una ferrea volontà. A 18 anni si mise in proprio e oggi è uno dei più importanti personaggi nel panorama nazionale della grande distribuzione alimentare. La sua vicenda è molto simile a quella di un altro straordinario genio del commercio, Bernardo Caprotti, fondatore della Esselunga. Fedeli ha scelto per la sua società il marchio Elite, che comprende circa 60 supermercati sparsi fra Lazio, Umbria e Marche, oltre ad alberghi e centri sportivi dove alcune squadre di serie A mandano i calciatori in ritiro. Appassionato di calcio, Fedeli è stato presidente di alcune squadre, fra cui Sambenedettese, Perugia, Ternana. L’avventura umana dell’imprenditore è raccontata ora nella biografia L’incredibile storia di Franco Fedeli (Gangemi editore), scritta da me. È una vicenda che ha una seconda dimensione, perché sullo sfondo si può leggere la storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi.

Marco Nese

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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, Aldo Cazzullo

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