Migranti, slogan e fazioni  non servono a niente

Migranti, slogan e fazioni  non servono a niente

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Caro direttore,

mi chiedo se il problema della migrazione si possa risolvere con due soluzioni opposte: accogliere o respingere. Sono entrambe opzioni spendibili in situazioni emergenziali, ma i flussi migratori sono ormai una triste realtà consolidata nel tempo. Spesso in politica ho sentito parlare di «cambio di passo». Non sarebbe ora che la comunità, europea e mondiale, varasse piani di accoglienza e di aiuti economici nei Paesi di origine, volti a incidere su una situazione fuori controllo e della quale fanno le spese proprio i migranti? Certo se si definisce il perimetro d’azione a favore o contro le Ong non credo si facciano molti passi in avanti.

Pier Francesco Veronica

Caro signor Veronica,

Se non si tira fuori l’immigrazione dal ring delle opposte fazioni non cominceremo mai a lavorare su soluzioni ragionevoli ed efficaci. La questione delle navi Ong è solo una piccola parte del problema (circa il 16 per cento degli arrivi, secondo i dati del ministero nel 2022): il resto dei migranti prende altre strade per arrivare in Europa e il flusso sarà un dato costante per i prossimi anni. Non c’è alcuna ragione perché le cose vadano diversamente, non si può parlare di una fase d’emergenza. E allora dovremmo mettere in fila le soluzioni razionali, sia immediate che di prospettiva. Intanto un punto ineludibile: gli immigrati che partono dal Nord Africa e dalle altre aree del mondo vogliono arrivare in larghissima maggioranza nei diversi Stati europei, non solo in Italia. La questione della difesa dei confini non può che essere un problema comune dell’Unione, non italiano o greco o maltese. I meccanismi di distribuzione dei migranti e di accoglienza devono perciò essere obbligatori e automatici, non volontari. Il nostro governo deve rivendicarlo con Francia e Germania ma anche con i premier di Ungheria e Polonia che si sono sempre opposti. In secondo luogo va favorita in ogni modo l’immigrazione legale, legandola alle necessità del Paese e gestendola con gli Stati d’origine e le nostre ambasciate. Più c’è un canale legale efficace più si può pretendere il rispetto delle regole e fare barriera contro l’immigrazione illegale. Infine un piano straordinario (anche questo europeo) per fare crescere economicamente i Paesi di provenienza e stabilizzarli. Insomma tornare a fare «grande» politica e non perdersi nelle baruffe quotidiane che non servono a niente.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

, 2022-11-13 22:10:00,

Caro direttore,

mi chiedo se il problema della migrazione si possa risolvere con due soluzioni opposte: accogliere o respingere. Sono entrambe opzioni spendibili in situazioni emergenziali, ma i flussi migratori sono ormai una triste realtà consolidata nel tempo. Spesso in politica ho sentito parlare di «cambio di passo». Non sarebbe ora che la comunità, europea e mondiale, varasse piani di accoglienza e di aiuti economici nei Paesi di origine, volti a incidere su una situazione fuori controllo e della quale fanno le spese proprio i migranti? Certo se si definisce il perimetro d’azione a favore o contro le Ong non credo si facciano molti passi in avanti.

Pier Francesco Veronica

Caro signor Veronica,

Se non si tira fuori l’immigrazione dal ring delle opposte fazioni non cominceremo mai a lavorare su soluzioni ragionevoli ed efficaci. La questione delle navi Ong è solo una piccola parte del problema (circa il 16 per cento degli arrivi, secondo i dati del ministero nel 2022): il resto dei migranti prende altre strade per arrivare in Europa e il flusso sarà un dato costante per i prossimi anni. Non c’è alcuna ragione perché le cose vadano diversamente, non si può parlare di una fase d’emergenza. E allora dovremmo mettere in fila le soluzioni razionali, sia immediate che di prospettiva. Intanto un punto ineludibile: gli immigrati che partono dal Nord Africa e dalle altre aree del mondo vogliono arrivare in larghissima maggioranza nei diversi Stati europei, non solo in Italia. La questione della difesa dei confini non può che essere un problema comune dell’Unione, non italiano o greco o maltese. I meccanismi di distribuzione dei migranti e di accoglienza devono perciò essere obbligatori e automatici, non volontari. Il nostro governo deve rivendicarlo con Francia e Germania ma anche con i premier di Ungheria e Polonia che si sono sempre opposti. In secondo luogo va favorita in ogni modo l’immigrazione legale, legandola alle necessità del Paese e gestendola con gli Stati d’origine e le nostre ambasciate. Più c’è un canale legale efficace più si può pretendere il rispetto delle regole e fare barriera contro l’immigrazione illegale. Infine un piano straordinario (anche questo europeo) per fare crescere economicamente i Paesi di provenienza e stabilizzarli. Insomma tornare a fare «grande» politica e non perdersi nelle baruffe quotidiane che non servono a niente.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

, Luciano Fontana

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