Ora Trump è un problema  per i suoi, non per Biden

Ora Trump è un problema  per i suoi, non per Biden

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SABATO 26 NOVEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

leggendo la stampa italiana e occidentale in genere sembrerebbe che il vero sconfitto delle elezioni di midterm americane sia stato Trump. Ma siamo sicuri che sia la verità? Nei giorni precedenti alle elezioni giravano tanti sondaggi e tutti davano il Partito repubblicano vincente alla Camera e i democratici che avrebbero dovuto a stento mantenere il Senato. I sondaggi sono stati rispettati. Secondo me Trump esce rafforzato da queste elezioni anche in considerazione della campagna diffamatoria e accusatoria cui è stato sottoposto, come nel caso della perquisizione della sua tenuta a Mar-a-Lago pochi mesi fa. Che ne pensa?

Gianni Pettinari, Filottrano

Caro Gianni,

Le confermo che siamo sicuri. Donald Trump non ha vinto le elezioni di midterm. Gli era andata meglio nel 2018, quando era presidente. Allora la Camera passò ai democratici, mentre al Senato i repubblicani aumentavano il vantaggio. Esattamente com’è accaduto ora, a parti invertite. Da sempre i presidenti perdono le elezioni di metà mandato. Le perse pure Ronald Reagan, che nel 1984 aveva conquistato tutti gli Stati tranne il Minnesota, la terra d’origine dello sfidante Walter Mondale. Stavolta Joe Biden le ha perse di misura. Ma non le ha vinte Trump. Molti suoi candidati sono stati battuti. In Florida si è rafforzato Ron DeSantis, che è ormai un suo rivale, tanto da ispirargli questa battuta: «Se si candida contro di me, rivelerò di lui cose che nessuno sa, tranne sua moglie». Una battuta di pessimo gusto. Degna di quella persona di pessimo gusto che è Trump. La scelta tra Trump e i suoi rivali non è una scelta tra destra e sinistra. Non era di sinistra John McCain, che accettò la sconfitta del 2008 e disse: «Ora Obama sarà il mio presidente». L’elezione di Obama Trump non la accettò mai, e si mise a capo del movimento che lo considerava un presidente illegittimo; ufficialmente perché era nato fuori dagli Stati Uniti (cosa non vera); in realtà perché aveva la pelle scura. Trump ha detto cose odiose sia di McCain, per anni prigioniero dei nordvietnamiti — «preferisco quelli che non si fanno prendere» —, sia dei caduti in uniforme, definiti losers, perdenti. Non a caso oggi Trump per i repubblicani è un problema. Ed è diventato una risorsa per i democratici, che sperano di ritrovarselo di fronte tra due anni nella corsa alla Casa Bianca.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Mio padre architetto rovinato dalle leggi razziali»

Sono sempre stata innamorata dell’arte e dell’architettura e ho sempre amato e ammirato mio padre architetto Alessandro Rimini, che già da piccolo sognava di costruire grattacieli. Iniziata la sua carriera a 23 anni, è riuscito nel 1936 a vincere il concorso per quello che è comprovato essere il primo grattacielo di Milano e d’Italia, «La torre Snia di piazza San Babila… il primo palazzo che ha superato dopo tante coraggiose battaglie i 50 metri di altezza». Nell’articolo su Renzo Piano di Gian Antonio Stella, Renzo racconta di quando è andato dal padre Carlo e gli disse: «Papà, voglio fare l’architetto» e il padre gli domandò: «Ma perché?». Ritornando alla mia storia, quando io, terminato il liceo, sono andata da mio padre (che allora aveva lo studio proprio in San Babila, nel palazzo costruito assieme agli architetti Ponti e Fornaroli) e tutta emozionata gli dissi «Voglio fare l’architetto», lui rispose «No, non è un mestiere da donne! Non ti vedo arrampicarti sui ponteggi, dare degli ordini agli operai, io ne ho avuti più di 700 quando ero sul cantiere del Cardarelli di Napoli». Ero una bambina obbediente, ho sempre avuto questa spina nel cuore perché mi sentivo architetto. Ho capito che mio padre non l’ha fatto per cattiveria, ma si preoccupava per me. Con le leggi razziali, quando la polizia politica lo cercava per consegnarlo ai tedeschi, lo trovarono e lo arrestarono su un cantiere, quello del cinema Colosseo. Era all’apice della carriera, a 40 anni, conosciuto in Italia e in America: se non ci fossero state le leggi razziali e il fascismo chissà quanti altri coraggiosi edifici avrebbe costruito. Io scelsi la via della chimica, ma quando incontrai Gae Aulenti volli esprimerle tutta la mia ammirazione e invidia perché, pur essendo donna, era riuscita a dimostrare le sue capacita nelle importanti opere da lei realizzate.

Liliana Lagonigro Rimini

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-11-25 23:12:00,

SABATO 26 NOVEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

leggendo la stampa italiana e occidentale in genere sembrerebbe che il vero sconfitto delle elezioni di midterm americane sia stato Trump. Ma siamo sicuri che sia la verità? Nei giorni precedenti alle elezioni giravano tanti sondaggi e tutti davano il Partito repubblicano vincente alla Camera e i democratici che avrebbero dovuto a stento mantenere il Senato. I sondaggi sono stati rispettati. Secondo me Trump esce rafforzato da queste elezioni anche in considerazione della campagna diffamatoria e accusatoria cui è stato sottoposto, come nel caso della perquisizione della sua tenuta a Mar-a-Lago pochi mesi fa. Che ne pensa?

Gianni Pettinari, Filottrano

Caro Gianni,

Le confermo che siamo sicuri. Donald Trump non ha vinto le elezioni di midterm. Gli era andata meglio nel 2018, quando era presidente. Allora la Camera passò ai democratici, mentre al Senato i repubblicani aumentavano il vantaggio. Esattamente com’è accaduto ora, a parti invertite. Da sempre i presidenti perdono le elezioni di metà mandato. Le perse pure Ronald Reagan, che nel 1984 aveva conquistato tutti gli Stati tranne il Minnesota, la terra d’origine dello sfidante Walter Mondale. Stavolta Joe Biden le ha perse di misura. Ma non le ha vinte Trump. Molti suoi candidati sono stati battuti. In Florida si è rafforzato Ron DeSantis, che è ormai un suo rivale, tanto da ispirargli questa battuta: «Se si candida contro di me, rivelerò di lui cose che nessuno sa, tranne sua moglie». Una battuta di pessimo gusto. Degna di quella persona di pessimo gusto che è Trump. La scelta tra Trump e i suoi rivali non è una scelta tra destra e sinistra. Non era di sinistra John McCain, che accettò la sconfitta del 2008 e disse: «Ora Obama sarà il mio presidente». L’elezione di Obama Trump non la accettò mai, e si mise a capo del movimento che lo considerava un presidente illegittimo; ufficialmente perché era nato fuori dagli Stati Uniti (cosa non vera); in realtà perché aveva la pelle scura. Trump ha detto cose odiose sia di McCain, per anni prigioniero dei nordvietnamiti — «preferisco quelli che non si fanno prendere» —, sia dei caduti in uniforme, definiti losers, perdenti. Non a caso oggi Trump per i repubblicani è un problema. Ed è diventato una risorsa per i democratici, che sperano di ritrovarselo di fronte tra due anni nella corsa alla Casa Bianca.

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«Mio padre architetto rovinato dalle leggi razziali»

Sono sempre stata innamorata dell’arte e dell’architettura e ho sempre amato e ammirato mio padre architetto Alessandro Rimini, che già da piccolo sognava di costruire grattacieli. Iniziata la sua carriera a 23 anni, è riuscito nel 1936 a vincere il concorso per quello che è comprovato essere il primo grattacielo di Milano e d’Italia, «La torre Snia di piazza San Babila… il primo palazzo che ha superato dopo tante coraggiose battaglie i 50 metri di altezza». Nell’articolo su Renzo Piano di Gian Antonio Stella, Renzo racconta di quando è andato dal padre Carlo e gli disse: «Papà, voglio fare l’architetto» e il padre gli domandò: «Ma perché?». Ritornando alla mia storia, quando io, terminato il liceo, sono andata da mio padre (che allora aveva lo studio proprio in San Babila, nel palazzo costruito assieme agli architetti Ponti e Fornaroli) e tutta emozionata gli dissi «Voglio fare l’architetto», lui rispose «No, non è un mestiere da donne! Non ti vedo arrampicarti sui ponteggi, dare degli ordini agli operai, io ne ho avuti più di 700 quando ero sul cantiere del Cardarelli di Napoli». Ero una bambina obbediente, ho sempre avuto questa spina nel cuore perché mi sentivo architetto. Ho capito che mio padre non l’ha fatto per cattiveria, ma si preoccupava per me. Con le leggi razziali, quando la polizia politica lo cercava per consegnarlo ai tedeschi, lo trovarono e lo arrestarono su un cantiere, quello del cinema Colosseo. Era all’apice della carriera, a 40 anni, conosciuto in Italia e in America: se non ci fossero state le leggi razziali e il fascismo chissà quanti altri coraggiosi edifici avrebbe costruito. Io scelsi la via della chimica, ma quando incontrai Gae Aulenti volli esprimerle tutta la mia ammirazione e invidia perché, pur essendo donna, era riuscita a dimostrare le sue capacita nelle importanti opere da lei realizzate.

Liliana Lagonigro Rimini

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

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Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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, Aldo Cazzullo

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