La bella figura di Schlein  e la nomenklatura del Pd

La bella figura di Schlein  e la nomenklatura del Pd

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MARTED 6 DICEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
non crede che pi si avvicini il congresso del Pd pi risulti chiaro che diventer un congresso identitario? Nulla, ovviamente, di paragonabile a quello di Livorno di un secolo fa, ma di sicuro anche in questo il confronto sar a suo modo su quello che potremmo nuovamente chiamare massimalismo. Tra, cio, chi guarder ancora al centro e chi invece teme il sorpasso della deriva di un nuovo populismo ma stavolta di sinistra riconducibile al redivivo Movimento 5 Stelle. Pu darsi che sbagli, ma la stessa candidatura di Elly Schlein non ne la premessa?
Mario Taliani, Noceto

Caro Mario,
La candidatura di Elly Schlein non il ritorno al massimalismo; il tentativo della nomenklatura del Pd di nascondersi dietro una bella figura (non voglio dire figurina) per sfangarla ancora una volta e cambiare tutto affinch nulla cambi; con il retropensiero che i veri giochi per Palazzo Chigi si faranno tra anni, quando si torner alle urne. Con questo non intendo sminuire Elly Schlein, che ha una bella storia alle spalle, ed una persona (non voglio dire personaggio) che d speranza, include, mobilita. Ma, secondo la mia opinione, ha un’esperienza politica e amministrativa troppo limitata per guidare un grande partito e, in caso di vittoria elettorale, un governo. Nelle democrazie moderne, avere un leader importante. Lo era gi ai tempi della Prima Repubblica, di De Gasperi e Fanfani — un gigante politico di cui si parla troppo poco —, di Craxi e Berlinguer. Senza Berlinguer (ce lo siamo gi detti) il Pci non sarebbe arrivato al 34% dei voti. Di Berlinguer in giro non se ne vedono. C’ semmai un tentativo di aggregare il partito degli amministratori — Stefano Bonaccini, Dario Nardella, forse Matteo Ricci —, presidenti di Regione e sindaci che in questi anni sono riusciti a tenere insieme l’elettorato borghese e parte di quello popolare. Vedremo se riusciranno a trasferire con successo la formula a Roma, coltivando il dialogo con Renzi e Calenda e nello stesso tempo cacciando l’ombra che grava su di loro: essere troppo amici — o non essere abbastanza nemici — di Renzi e Calenda.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

Il mio amico Vattimo, la sua casa aperta, l’assistente non lo ha isolato

Leggo della richiesta della Procura di condannare Caminada, l’assistente di Gianni Vattimo, a quattro anni di carcere per circonvenzione di incapace. Sono amico di Gianni da 50 anni, lo frequento, anche se meno di quanto dovrei io e meno di quanto vorrebbe lui. Dove stato Simone Caminada negli ultimi 4 anni? Era a cercare di aggiustare il tubo dell’acqua che inondava il bagno. Era a cercare un appartamento da affittare a Sauze d’Oulx dove sfuggire al caldo torrido di agosto. Era a litigare (istigato da me) con il medico di base che non aveva mandato Gianni a vaccinarsi per il Covid. Era a trovare le opere di Gianni (con qualche frizione con i suoi allievi diventati accademici) per l’opera omnia che avevo spinto perch fosse stampata dalla Nave di Teseo. Era al telefono con sua madre per convincerla a venire a dare una mano nell’interregno tra due badanti. Non capisco l’accusa di aver isolato il professore, inducendolo a tagliare i ponti con quel gruppo di amici che fino a quel momento gli avevano garantito compagnia e sostegno. Gianni risponde al telefono, la sua casa, citofono permettendo, aperta. Se volevano stare con lui da soli, bastava dirglielo. Questo prima: tutto cambia, naturalmente, con l’inconsulta decisione del gruppo di amici di far pervenire le loro illazioni all’autorit giudiziaria, ci che fece staccare la slavina che avrebbe, anzi ha portato al professore umiliazioni, preoccupazioni, difficolt anche materiali: le amarezze degli ultimi anni di uno dei grand filosofi italiani di fine ‘900. Chiaro che da allora di quella compagnia e sostegno, fece volentieri a meno, fino al divorzio, ottenuto grazie alla sua generosit, riconosciuta anche dall’accusa. Il tema dell’eredit sempre presente. Prima che morissero entrambi tragicamente, beneficiari dovevano essere i suoi grandi amori. Gianpiero Cavagli e Sergio Mamino. Gianni mi ha parlato pi volte, come di cosa ovvia, della sua volont di lasciare tutto a Simone. D’altra parte, prima del divorzio, oltre alla legittima, si poteva pensare a esiti diversi; ma dopo il divorzio, chi oltre Simone pu essere suo erede? Tanto generoso verso le persone, Gianni non dimostra particolari inclinazioni verso le istituzioni, non gli ho mai sentito parlare di Cottolengo.
Franco Debenedetti

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-12-05 23:12:00,

MARTED 6 DICEMBRE 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
non crede che pi si avvicini il congresso del Pd pi risulti chiaro che diventer un congresso identitario? Nulla, ovviamente, di paragonabile a quello di Livorno di un secolo fa, ma di sicuro anche in questo il confronto sar a suo modo su quello che potremmo nuovamente chiamare massimalismo. Tra, cio, chi guarder ancora al centro e chi invece teme il sorpasso della deriva di un nuovo populismo ma stavolta di sinistra riconducibile al redivivo Movimento 5 Stelle. Pu darsi che sbagli, ma la stessa candidatura di Elly Schlein non ne la premessa?
Mario Taliani, Noceto

Caro Mario,
La candidatura di Elly Schlein non il ritorno al massimalismo; il tentativo della nomenklatura del Pd di nascondersi dietro una bella figura (non voglio dire figurina) per sfangarla ancora una volta e cambiare tutto affinch nulla cambi; con il retropensiero che i veri giochi per Palazzo Chigi si faranno tra anni, quando si torner alle urne. Con questo non intendo sminuire Elly Schlein, che ha una bella storia alle spalle, ed una persona (non voglio dire personaggio) che d speranza, include, mobilita. Ma, secondo la mia opinione, ha un’esperienza politica e amministrativa troppo limitata per guidare un grande partito e, in caso di vittoria elettorale, un governo. Nelle democrazie moderne, avere un leader importante. Lo era gi ai tempi della Prima Repubblica, di De Gasperi e Fanfani — un gigante politico di cui si parla troppo poco —, di Craxi e Berlinguer. Senza Berlinguer (ce lo siamo gi detti) il Pci non sarebbe arrivato al 34% dei voti. Di Berlinguer in giro non se ne vedono. C’ semmai un tentativo di aggregare il partito degli amministratori — Stefano Bonaccini, Dario Nardella, forse Matteo Ricci —, presidenti di Regione e sindaci che in questi anni sono riusciti a tenere insieme l’elettorato borghese e parte di quello popolare. Vedremo se riusciranno a trasferire con successo la formula a Roma, coltivando il dialogo con Renzi e Calenda e nello stesso tempo cacciando l’ombra che grava su di loro: essere troppo amici — o non essere abbastanza nemici — di Renzi e Calenda.

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Storia

Il mio amico Vattimo, la sua casa aperta, l’assistente non lo ha isolato

Leggo della richiesta della Procura di condannare Caminada, l’assistente di Gianni Vattimo, a quattro anni di carcere per circonvenzione di incapace. Sono amico di Gianni da 50 anni, lo frequento, anche se meno di quanto dovrei io e meno di quanto vorrebbe lui. Dove stato Simone Caminada negli ultimi 4 anni? Era a cercare di aggiustare il tubo dell’acqua che inondava il bagno. Era a cercare un appartamento da affittare a Sauze d’Oulx dove sfuggire al caldo torrido di agosto. Era a litigare (istigato da me) con il medico di base che non aveva mandato Gianni a vaccinarsi per il Covid. Era a trovare le opere di Gianni (con qualche frizione con i suoi allievi diventati accademici) per l’opera omnia che avevo spinto perch fosse stampata dalla Nave di Teseo. Era al telefono con sua madre per convincerla a venire a dare una mano nell’interregno tra due badanti. Non capisco l’accusa di aver isolato il professore, inducendolo a tagliare i ponti con quel gruppo di amici che fino a quel momento gli avevano garantito compagnia e sostegno. Gianni risponde al telefono, la sua casa, citofono permettendo, aperta. Se volevano stare con lui da soli, bastava dirglielo. Questo prima: tutto cambia, naturalmente, con l’inconsulta decisione del gruppo di amici di far pervenire le loro illazioni all’autorit giudiziaria, ci che fece staccare la slavina che avrebbe, anzi ha portato al professore umiliazioni, preoccupazioni, difficolt anche materiali: le amarezze degli ultimi anni di uno dei grand filosofi italiani di fine ‘900. Chiaro che da allora di quella compagnia e sostegno, fece volentieri a meno, fino al divorzio, ottenuto grazie alla sua generosit, riconosciuta anche dall’accusa. Il tema dell’eredit sempre presente. Prima che morissero entrambi tragicamente, beneficiari dovevano essere i suoi grandi amori. Gianpiero Cavagli e Sergio Mamino. Gianni mi ha parlato pi volte, come di cosa ovvia, della sua volont di lasciare tutto a Simone. D’altra parte, prima del divorzio, oltre alla legittima, si poteva pensare a esiti diversi; ma dopo il divorzio, chi oltre Simone pu essere suo erede? Tanto generoso verso le persone, Gianni non dimostra particolari inclinazioni verso le istituzioni, non gli ho mai sentito parlare di Cottolengo.
Franco Debenedetti

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MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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