MERCOLED 28 DICEMBRE 2022
risponde Aldo Cazzullo
Caro Aldo,
ma chi quello strano individuo che in Qatar, a Doha, sceso in campo, ha toccato la Coppa del Mondo, contendendola a Messi, alzandola come se l’avesse vinta lui? La reazione di Messi, che se ne andato e gli ha voltato le spalle, dice tutto. E poi da dove viene questo nome, Salt Bae?
Marco Ferrari Milano
Caro Marco, L a figura di Salt Bae tipica del tempo della Rete. Faccia malandrina, postura strafottente, gesto virale (l’avambraccio che si flette a far cadere dall’alto il sale, da cui il nome: Bae significa Before Anyone Else, prima di qualsiasi altro). Salt Bae si chiama in realt Nusret Gke. Nel 2017 ha postato un video in cui affetta e sala la carne nel suo modo peculiare: oltre dieci milioni di visualizzazione, oltre dieci ristoranti aperti nel mondo, in posti non casuali; Doha, Dubai, Abu Dhabi, Bodrum, Mikonos, Los Angeles, oltre ovviamente a Istanbul; adesso dicono che sbarcher pure a Milano. Il punto che la sua bistecca pu costare anche mille euro, quando ricoperta d’oro. Non una novit assoluta. Lo storico dell’alimentazione Massimo Montanari sostiene che il risotto alla milanese sia stato pensato dai ricchi mercanti come se dovesse riprodurre un piatto di monete d’oro. Sempre a Milano, in via Bonvesin De La Riva, Gualtiero Marchesi invent appunto il risotto con un velo d’oro, stavolta vero. Dovendo coprire un’intera bistecca, e rappresentando un’altra era culinaria se non geologica — quella appunto della Rete —, Salt Bae aumenta il prezzo. Il suo il classico ristorante in cui l’ingrediente pi importante il conto. L’oro non sa di niente, almeno credo. Chi lo mangia, e chi frequenta i locali di Salt Bae, mangia in realt la propria ricchezza, comunica al mondo e soprattutto a se stesso l’idea di avercela fatta, o di averla fatta a qualcuno. Tutto questo abbastanza mortificante; ma il tempo che ci dato in sorte. Quanto alla presenza di Salt Bae in campo, il capo della Fifa Infantino un amico.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
Storia
Noi e la bandiera ammainata dell’antifascismo
Caro Aldo, leggo che in Germania stata riconosciuta colpevole di complicit nello sterminio di prigionieri in un campo di concentramento, e condannata, una donna di 97 anni che all’epoca dei fatti era impiegata come segretaria nel campo. Ho pensato alla reazione dell’opinione pubblica italiana di fronte a un analogo episodio accaduto, per dire, alla Risiera di San Sabba o a Fossoli. Sicuramente avremmo parlato di inutile accanimento, che meglio non rivangare episodi risalenti a 80 anni fa, che la donna era solo un’impiegata. L’ha detto e ripetuto pi volte anche lei, l’antifascismo ha perso, non riuscito a creare una memoria forte e condivisa, come invece hanno fatto e stanno facendo i tedeschi, che hanno certo desiderio di pacificazione, ma non vogliono n possono dimenticare. Da noi invece, personaggi coinvolti direttamente nella Repubblica di Sal, l’appendice pi vergognosa del fascismo, come Giorgio Almirante, vengono addirittura commemorati, e gli dedichiamo le vie. E taciamo dei tanti italiani che durante la ritirata dei tedeschi rubavano le loro uniformi e, travestiti, saccheggiavano case e famiglie. Mi sono spesso chiesto perch i francesi, il cui collaborazionismo con i nazisti fu altrettanto odioso, furono trattati molto meglio degli italiani, e sono considerati tra i vincitori della guerra: in fondo anche noi abbiamo avuto il movimento della resistenza che ha cercato di riscattare la vergogna del fascismo. C’ che in Francia de Gaulle un eroe e Petain una persona spregevole. In Italia invece Mussolini ha fatto anche cose buone, e la resistenza era fatta da comunisti che si macchiarono (effettivamente) di gravi crimini. La bandiera dell’antifascismo da noi ormai logora.
Alberto Composta, Verona
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RICCHI IN PEDAL
La mia pensione sempre la stessa dal 2011
Luigi Motta
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ALIMENTI
Stipendio pi basso ma l’assegno per le mie figlie aumenta
Marco P.
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CONTANTI
La moneta elettronica? Io ne faccio a meno
Antonio Tacci
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CONTRIBUENTI
La minoranza che paga pi tasse ignorata
Marco Santinelli
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
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SABATO -L’ADDIO
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