Perché Meloni sbaglia sulle tasse dei lavoratori dipendenti

Perché Meloni sbaglia sulle tasse dei lavoratori dipendenti

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SABATO 7 GENNAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
nella conferenza stampa di fine anno, la presidente Meloni ha sostenuto che una falsit l’affermazione che la flat tax discrimina i lavoratori dipendenti asserendo che l’autonomo si paga i contributi, non detrae nulla, non ha Tfr e non ha le tutele di legge dei lavoratori dipendenti. In questo ragionamento ci sono certamente delle verit ma vi ravviso anche debolezze. vero che i dipendenti hanno i contributi pagati ma per i pensionati questo non vale, molti dei quali non hanno nemmeno la piena rivalutazione dell’inflazione. Il Tfr parte dello stipendio forzatamente accantonato; lo pu fare anche l’autonomo accantonando a suo piacere in uno dei tanti fondi pensione. La verit che quando un autonomo ha fatto questa scelta di vita ha valutato i pro e i contro, nessuno lo ha obbligato. Una flat tax al 15% altera drasticamente e improvvisamente tutto ci a favore del lavoro autonomo senza contropartita per dipendenti e pensionati che continuano a finanziare la stragrande maggioranza delle entrate Irpef.
Maurizio Desolati

Caro Maurizio,
Giorgia Meloni ha descritto le condizioni dei lavoratori dipendenti in modo oggettivamente inesatto, ed curioso che nessuno o quasi l’abbia fatto notare. Un lavoratore dipendente (o un pensionato) che abbia un reddito annuo di 50 mila euro lordi pi uno — che in busta paga si ritrovano quasi dimezzati — tassato al 43%, pi addizionale comunale, pi addizionale regionale. Le detrazioni diminuiscono con il crescere del reddito — o della fedelt fiscale —, sino a scomparire. considerato dallo Stato un ricco; un ricco che dalla sua utilitaria, o dal suo pedal a noleggio, vede sfrecciare i Suv e gli yacht dei compatrioti cui paga la sanit, la scuola, la sicurezza. Le sue imposte e i suoi contributi vengono versati direttamente dal datore di lavoro: evadere impossibile. Tutte le prestazioni parametrate sulla dichiarazione dei redditi lo vedono nella fascia pi sfavorita. Quanto alle tutele della legge, per le giovani generazioni sono pressoch scomparse; e anche agli illicenziabili capita di perdere il lavoro, se la loro azienda va in crisi. Certo gli autonomi garanzie non ne hanno. Per sino alla soglia di 85 mila euro sono tassati al 15%. Ma se un lavoratore dipendente da pi di 30 mila euro all’anno (non i 50 di prima; proprio 30) apre una partita Iva, per lui la flat tax non vale: ufficialmente un cittadino di serie B. Poi c’ il mondo del lavoro pubblico. Ne fanno parte i medici e gli infermieri, di cui abbiamo giustamente tessuto l’elogio in piena pandemia. Poliziotti, carabinieri, soldati, cui siamo tutti debitori. Insegnanti, che sono in grande maggioranza colti e preparati; ma sono trattati come la piccola minoranza che fa poco. Cos come chi onora il proprio mestiere allo sportello o dietro una scrivania si trova nella stessa condizione dei fannulloni di cui parlava Brunetta. Ecco un settore in cui servirebbe quel criterio del merito di cui il governo parla volentieri.

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Storia

Le ragazze che ce la fanno da sole, altro che bamboccione

Il mio pensiero in questi giorni di inizio anno lo voglio dedicare a tutte quelle ragazze che vogliono farcela da sole. Quelle giovani donne, come mia figlia, che lavorano dieci ore al giorno e tornano a casa la sera molto tardi, che ripiegano su lavori onerosi nonostante una laurea in mano, che cozzano contro assurdi contratti di lavoro e lottano per i propri diritti. Ragazze che devono fare i conti con affitto, spese e bollette, e stanno al freddo pur di risparmiare sul riscaldamento, che devono sottostare ai grandi obiettivi del capo e sono indotte a lavorare per far cassa, devono ingoiare rospi per andare d’accordo con certi colleghi, devono fare attenzione ad uscire da sole per evitare molestie o peggio. Sono quelle lavoratrici che non rifiutano di impegnarsi nelle loro mansioni anche a Natale e a Capodanno mettendo la famiglia in secondo piano. Di punto in bianco hanno capito che la vita non comoda, che le strade sono in salita, che i gradini sono tanti e a volte molto alti. Vorrei rassicurarle che la passione e la correttezza che dimostrano per qualsiasi lavoro abbiano intrapreso superano molti ostacoli, e che i pregiudizi possono essere ignorati. Auguro loro di non stancarsi di credere nella giustizia e di aver fiducia nel domani: la seriet e la lealt pagano sempre e il coraggio che dimostrano sia di esempio a chi le crede delle bamboccione. Un inchino anche a tutte le altre donne che fanno i salti mortali tra casa e lavoro e, nonostante i problemi quotidiani da risolvere, continuano ad essere il collante della famiglia.
Laura Soliveri

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