Perché abbassare le accise non è un favore ai ricchi

Perché abbassare le accise non è un favore ai ricchi

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VENERD 13 GENNAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
del video 2019 in cui l’attuale Presidente del consiglio chiede l’abolizione delle accise, mi rattrista il fatto che lo Stato sia dipinto come un nemico che prende i nostri soldi. Il giorno in cui noi italiani, magari aiutati dai nostri rappresentanti politici, inizieremo a pensare che lo Stato siamo noi e che ognuno pu fare qualcosa per migliorare il proprio Paese (anche semplicemente non parlarne male) sar l’inizio di una vera rinascita culturale ed economica.
Antonio Robertazzo

Caro Antonio,
Lei ha ragione. Noi italiani, dominati per secoli da dinastie straniere (anche i tanto rimpianti Borbone lo erano, non a caso i loro cannoni non erano rivolti verso il mare ma verso Napoli), siamo abituati a concepire lo Stato come altro da noi. Pensiamo il potere come irresponsabile, esercitato da un re, da un dittatore, da un’entit su cui non abbiamo alcun controllo, che non siamo noi, non con noi, ma sopra di noi o contro di noi. Ce lo siamo gi detti: il Palazzo di Giustizia nel linguaggio popolare diventa il Palazzaccio, il poliziotto lo sbirro, il testimone l’infame, l’agente delle tasse lo sceriffo di Nottingham. Ci siamo gi detti pure che lo Stato italiano, la burocrazia, il fisco a volte si comportano in modo tale da confermare i pregiudizi negativi che coltiviamo nei loro confronti. Pagare le tasse non significa lasciare che lo Stato metta le mani nelle nostre tasche. Significa fare il proprio dovere di cittadini. Un dovere eluso non solo dai piccoli, ma anche e soprattutto da molti grandi. Mettere una tassa sulla benzina, come si fa sui beni di largo consumo, normale. Ma quando la tassa troppo alta, diventa un testatico. All’apparenza uguale per tutti; in realt discrimina i poveri a favore dei ricchi; perch ovviamente un pieno di benzina o di gasolio per un povero un sacrificio pi grande che per un ricco. Sento affermazioni propagandistiche tipo se si abbassano le accise si fa un favore a chi gira in Porsche. Non prendiamoci in giro: in Porsche girano in pochissimi; se si abbassano le accise si fa un favore innanzitutto a chi vive in provincia o in periferia, non dispone di un sistema di trasporti moderno ed efficiente (in Italia ce l’hanno Milano e poche altre citt, certo non Roma) e ha bisogno dell’auto o della moto per andare al lavoro. Si fa insomma un favore al ceto medio e medio-basso che sta perdendo vorticosamente potere d’acquisto.

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Storia

Calvino ammiratore di Bassani, lo guid l’intuito

A sottolineare l’interesse che Italo Calvino nutriva per la figura di Giorgio Bassani, significativi risultano un mannello di lettere e qualche cartolina, in cui l’autore di Il sentiero dei nidi di ragno si cimentava in una acuta analisi dei racconti del Ferrarese, e i risvolti di copertina non firmati scritti per Le storie ferraresi, Il giardino dei Finzi-Contini e lo sfortunato romanzo Dietro la porta. Infatti, due anni dopo il successo del Giardino dei Finzi-Contini, che aveva stregato il vasto pubblico con la figura affascinante della giovane ebrea Micl, la pubblicazione di Dietro la porta fece nutrire rosee aspettative a Bassani, all’editore Giulio Einaudi e ai librai. Insistenti furono perci le richieste di tirature e lancio in libreria. Cos alle cinquantamila copie iniziali del romanzo, subito se ne aggiunsero (non necessarie) altre ventimila. Il mercato non rispose e le vendite risultarono deludenti. I lettori chiedevano a Bassani di replicare la storia dell’aristocratica famiglia dei Finzi-Contini. Lo aveva intuito Calvino nel risvolto di copertina di Dietro la porta, leggibile come un microsaggio illuminante della poetica bassaniana: Continuando a evocare ambienti e atmosfere con precisa fedelt storica, l’arte di Giorgio Bassani si questa volta calata nel piccolo inferno d’una prima liceo: n la definizione sembrer esagerata per il mondo chiuso e ossessivo e dilatato che l’autore qui ci presenta, e che ingloba eletti e reietti.]…]Un libro assai diverso, tecnicamente, dal Giardino dei Finzi-Contini: aspro, duro, spesso crudo, quanto l’altro, abbandonato al piacere di raccontare, era invece intessuto di commozione e di rimpianto… Ferrara stessa vi compare appena.
Lorenzo Catania

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

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VENERDI -L’AMORE

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