SABATO 14 GENNAIO 2023
risponde Aldo Cazzullo
Caro Aldo,
mi permetto dissentire su quanto ha scritto su lady Diana (Corriere, 11 gennaio). Il suo un pregiudizio che non tiene conto della sfida democratica di Diana alle ipocrisie di un certo mondo e, soprattutto, lei sottovaluta la bellezza della modernit di lady Diana. Non stata regina, ma ha cambiato profondamente la monarchia del suo Paese. Un mito intramontabile, universalmente riconosciuto, di forza e femminilit.
Sandro Banella
Caro Sandro,
Grazie per la sua critica. Lei centra il punto: la bellezza della modernit di lady Diana. Bellezza e modernit sono parole-chiave. Non facciamo gli ipocriti: la bellezza, e il fascino che ne deriva, sono importanti; per chiunque, a maggior ragione per una principessa. Naturalmente la bellezza un concetto soggettivo; qualcuno ad esempio pensa che la bellezza esiga labbra gonfiate con il silicone; lady Diana non ne sent mai alcun bisogno, e con ragione. Ma lady Diana non era solo bella; era, soprattutto, moderna. Il royal wedding del 1981 fu ancora un rito antico se non arcaico, con la carrozza, i cavalli e tutto; e lei pareva un po’ acerba, impacciata. Ma poi fior, cambi pettinatura, scelse i migliori stilisti del suo tempo, tra cui Gianni Versace. Diana era moderna non solo nel tratto, ma anche per l’impegno sociale: si interessava ai malati di Aids, ai bambini denutriti, alle mine antiuomo. E non proveniva dall’lite imparruccata: apparteneva s a una famiglia nobile, ma non era stata n a Eton n a Oxford, era figlia di divorziati (la madre aveva lasciato il padre per l’amante), aveva fatto la baby-sitter e convissuto con altre ragazze, era insomma un’inglese in cui tante coetanee si potevano riconoscere; anche per le sue maniere garbate, i suoi gesti semplici, come quando si chin a raccogliere una rivista caduta di mano a un’ammiratrice sopraffatta dall’emozione. Se lei, gentile signor Banella, confronta quell’immagine a quella della sua fine — un miliardario arabo, uno stile di vita da nababbi, una folle fuga dal Ritz con schianto nella notte, le assurde dicerie su un omicidio — pu concludere che quella chance di modernizzazione sia la corona inglese, sia la stessa lady D non la colsero. La fine tragica non ha tolto fascino alla sua figura. Ma quello fu il momento pi difficile dello straordinario regno di Elisabetta. Anche il matrimonio tra Harry e Meghan Markle poteva essere una grande chance di modernizzazione per la corona inglese. finita male anche stavolta. E neppure questo un momento facile per re Carlo.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
Amore
Noi cinquantenni e le nostre mamme ipercritiche
Sono giunta a un’et in cui le madri delle mie coetanee iniziano a non esserci pi e la mia, per quanto mi auguri che possa vivere ancora a lungo, non so ancora per quanto ci potr essere visto che ha 81 anni. Sono le madri nate negli anni 40, sempre ipercritiche nei confronti delle figlie femmine, quelle che ci hanno fatto sentire in colpa perch non sapevamo cucinare, non avevamo il posto fisso e la casa di propriet, quelle per cui il fidanzato/marito non era mai quello giusto, adatto a noi (o a loro?), ma poi anche per la separazione si sono preoccupate. Quelle che sembrano voler pi bene ai nipoti, forse perch negli anni della guerra era pi facile dimostrare l’affetto con un piatto di pasta che con un abbraccio e da anziane si lasciano un po’ pi andare. Quelle che non hanno i nipoti spesso ne fanno una malattia, come se si fosse fatto loro un torto. Quelle per cui saremo sempre solo figlie, prima che donne autonome e lavoratrici, quelle di cui continuiamo a lamentarci, di cui facciamo fatica ad occuparci perch non riusciamo a vederle bisognose di aiuto o di una mano, ma solo adesso ci rendiamo conto di quanto vorremmo che ci fossero per sempre per noi, che non ci lasciassero mai sole. Loro, le nostre madri, sono il vero bene di lusso di molte di noi ragazze cinquantenni. A volte non ce ne rendiamo conto, ma sappiano che ce le terremo strette il pi possibile. Un abbraccio alla mia mamma e anche a tutte le altre.
Irene Mller Genova
-
BOLLETTE
Quella differenza tra prime e seconde case
Camilla Merlini
-
CIRCOLAZIONE
Velocit di 30 km orari a Milano, e l’impatto ambientale?
Gianpiero Barbero
-
SANIT
Ridotte le convenzioni con i privati, l’assistito non ha vantaggi
Leonardo Agosti
-
CLIMA
Le mimose sono gi in fiore
Paolo Ranalli
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
LA FOTO DEL LETTORE
Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere