Vogliamo una giustizia lighto una giustizia efficiente?

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DOMENICA 15 GENNAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
mi sembra di non aver inteso bene, ma possibile che, per esempio, per lesioni stradali gravissime, se la persona offesa in coma e non pu querelare, chi ha offeso la fa franca? Assurdo!
Antonella Civi

In Italia, tra condoni e la Cartabia, conviene delinquere sempre pi, tanto non si va in galera. Siamo destinati a diventare la nuova Tortuga, ritrovo di delinquenti e filibustieri.
Gennaro Costantino

Cari lettori,
Molti di voi hanno criticato alcuni aspetti della riforma Cartabia. Ma la questione ben pi antica. In sintesi: la giustizia italiana non funziona. Punisce prima del processo, con la carcerazione preventiva; e sovente non riesce ad accertare le responsabilit. L’Europa ha accettato non solo di sostenere il nostro debito pubblico, non solo di prestarci denaro, ma anche di versarci quasi cento miliardi di euro a fondo perduto. In cambio per chiede garanzie, per far s che tutto questo denaro non vada sprecato, ma dia frutto. Tra queste c’ ad esempio perseguire l’evasione fiscale. E rendere pi efficiente la giustizia, civile e penale. La giustizia infatti non solo una questione morale o di ordine pubblico; anche un servizio, fondamentale per le imprese, comprese quelle straniere; nessuno investe volentieri in un Paese dove non riesce a incassare un credito, a far punire un estorsore, o viceversa rischia di finire in galera prima che le proprie responsabilit vengano accertate. Il problema che di solito si riforma la giustizia non per renderla pi efficiente e quindi giusta, ma per snellirla sino a renderla light, a costo di negarla. L’idea sembra essere: siccome non riusciamo a fare tutti i processi, vediamo di farne meno; se non riusciamo a punire tutti i reati, puniamone un po’ meno. Lo stesso principio con cui si svuotano le carceri anzich edificarne di nuove, pi moderne e umane, in cui i detenuti anzich togliersi la vita possano costruirsene un’altra, anche imparando un lavoro. Legare reati violenti alla querela di parte un errore; perch molto spesso la vittima ha paura dell’aggressore. Non facile denunciare un mafioso, un estorsore, un usuraio. Ma anche chi viene banalmente aggredito per strada deve superare un ingiustificato ma legittimo sentimento di umiliazione, che a volte pu indurlo a rinunciare a chiedere quella giustizia cui ha comunque diritto. Ecco perch almeno su questo punto il nuovo governo dovrebbe intervenire al pi presto.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

Ho solo chiesto lo scontrino al bar, quanta arroganza

Sono andato ad Urbino per visitare il Palazzo Ducale e la sua Galleria nazionale delle Marche. Prima per sono entrato in un bar per prendere un caff. Ho pagato, ho preso il resto e vista la titubanza della barista, ho chiesto lo scontrino fiscale. Io glielo faccio, ma lei che se ne fa?, stata la risposta sconcertante, pronunciata con tono arrogante e una punta di strafottenza. Sono uscito e ho verificato il numero progressivo: era il ventiseiesimo che, considerando il fatto di essere in tarda mattinata e che il bar si trovasse lungo la via principale di Urbino, nel tragitto che porta agli uffici del Comune, alla universit e al Palazzo Ducale, meta turistica privilegiata, come numero mi sembrato un po’… bassino, oltre che prova di come il rilascio dello scontrino fiscale non fosse una consuetudine dell’esercente. Mi ha colpito, poi, la spregiudicatezza nella risposta della barista: io potevo essere qualcuno dell’Agenzia delle entrate o un appartenente alla Guardia di finanza, perci una fonte d’imprevisti, ma il dubbio alla prova dei fatti non l’ha nemmeno sfiorata. Ulteriore dettaglio sullo scarso uso del registratore di cassa l’orario stampato sullo scontrino, quello delle 12.05, cio l’ora legale rispetto a quella solare del momento. La Repubblica nel senso civico di chi paga le imposte perch questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune, ha detto il Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno. Evidentemente, purtroppo, a Urbino c’ chi la pensa diversamente.
Luigi Alberto Weiss Senigallia (Ancona)

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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