Questo gioire per la cattura ma anche sfidare lomertà

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GIOVED 19 GENNAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
ho gioito alla notizia della cattura di Messina Denaro. Ci sono voluti trent’anni? Meno male che successo.
Ugo Pedaci

Davvero l’arresto di Messina Denaro va festeggiato come una vittoria dello Stato? Io non trovo nulla di cui rallegrarsi: scoprire che il pi ricercato dei boss mafiosi ha vissuto per 30 anni alla luce del sole, comportandosi indisturbato come un normale cittadino e usufruendo pure del servizio sanitario pagato con le mie tasse, mi ha solo procurato una grande amarezza.
Dario Truffi

Cari lettori,
La cattura di Matteo Messina Denaro ha suscitato anche tra voi reazioni diverse e non necessariamente in contraddizione. Orgoglio e amarezza. Sollievo e incredulit. L’argomento secondo cui non ci si dovrebbe rallegrare per la conclusione di una latitanza durata trent’anni debole: forse preferivamo che continuasse? Solo i tifosi della politica ne fanno una questione di destra o di sinistra. Riconosciamo i meriti delle forze dell’ordine, a cominciare dai carabinieri, che nelle operazioni di intelligence come nelle missioni all’estero si confermano un’eccellenza italiana. Ma poniamoci anche alcune domande. Quando Saddam fu catturato dagli americani, viveva nascosto come un animale, in un buco dove si calava da una botola. Aveva la barba lunga, era irriconoscibile. Il dittatore non era pi al sicuro in nessun luogo del proprio Paese. Matteo Messina Denaro viveva una vita normale. Tra Palermo e Castelvetrano. Questo significa non soltanto che aveva una rete di protezione, ma che l’omert ancora una cultura, o almeno un’abitudine. C’erano i favoreggiatori: ovviamente pochi. E c’erano quelli che giravano la testa da un’altra parte: ovviamente tanti. Messina Denaro era l’ultimo anello di una catena che ormai saltata: la mafia ha perso la sfida lanciata nel 1992 allo Stato. Gli esperti ci dicono che oggi molto pi ramificata e potente la ’ndrangheta. Ma fino a quando non solo i siciliani o i calabresi ma in genere gli italiani continueranno a pensare che lo Stato sia altro da s, ci saranno sempre boss latitanti sotto gli occhi di tutti.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

Mia madre invalida, la sua pensione stata revocata

A fine agosto venuto a mancare mio padre. La sua situazione di sofferenza che ci ha costretti a ricoverare mia mamma, invalida al 100% da quarant’anni perch affetta da sclerosi multipla, in una casa di riposo, la migliore che abbiamo trovato. Alla comunicazione del decesso, come la legge prescrive, stata immediatamente sospesa la pensione del pap, legge modificata rispetto alla precedente, laddove in un Paese di troppi furbetti vi era chi riusciva a percepire la pensione completa, anche per diversi mesi, dopo il decesso della persona. Ringrazio il Caf a cui mi sono rivolta per richiedere la reversibilit, unici in grado di aiutare i cittadini a muoversi all’interno di quella che mi permetto di definire una macchina farraginosa che mi ha bombardato di lettere, spesso incomprensibili. La mamma percepisce, (anzi percepiva), una pensione di invalidit certificata e controllata regolarmente, sempre in un Paese dove le pensioni di invalidit fasulle sono state all’ordine del giorno, e forse lo sono ancora. Dico percepiva perch stata sospesa, sempre secondo la legge. Ora mi chiedo, ed una domanda motivata da buonsenso e giustizia, se corretto, quando si parla di tutela dei fragili e di welfare, togliere una fonte di reddito a chi gi vede decurtato il 40% del reddito del proprio coniuge, e che si trova non ad avere minor bisogno, ma esattamente il contrario. Mi chiedo dunque se l’Italia sia un Paese giusto, che tutela tutti coloro che non sono nella possibilit di godere dell’autonomia fisica, e spesso anche psicologica, e che, senza il supporto dei familiari, si troverebbero in situazioni di gravissimo disagio.
Luisa Tessore

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

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