Perché demolire San Siro rimane un errore

Perché demolire San Siro rimane un errore

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Caro Aldo,
Vittorio Sgarbi solo l’ultimo di quanti si sono lanciati nella campagna salva-stadio. Con l’aggravante che pu intralciare pesantemente l’iter del progetto. Il Corriere su questa linea, io non sono d’accordo. Vorrei soltanto chiedere ai tifosi rossonerazzurri: ma a voi interessa di pi tenere in piedi lo stadio o la sopravvivenza a livelli competitivi delle due societ? Io, tra il Milan e San Siro sceglier sempre il Milan.
Alberto Tamiozzo

Caro Alberto,
La macchina che demolir San Siro mi pare ormai avviata. Resto convinto che sia un errore. I grandi stadi che hanno fatto la storia del calcio non sono stati demoliti e trasformati in uno spiazzo deserto. Sono stati restaurati, o ammodernati se preferisce. Il Maracan non pi il castello del calcio che accoglieva fino a duecentomila persone (chiss poi se erano davvero duecentomila), grazie allo spazio vuoto tra il campo e le tribune; uno stadio moderno, ma sempre al suo posto, incastonato tra le case di Rio, e le assicuro che vi si entra ed esce molto pi comodamente che dal nuovissimo stadio di Lusail (Qatar) dove si giocata la finale mondiale, costruito nel deserto ma con la preoccupazione di fare arrivare i Vippissimi in auto fino alla tribuna, di agevolare l’ingresso dei Vip e di separarli dai comuni mortali, costretti a chilometri di camminate e di code. Anche Wembley stato rifatto dov’era, e oggi uno stadio modernissimo. Proprio come il Santiago Bernabeu di Madrid. Per venire in Italia, il Delle Alpi — troppo grande e con la pista — stato trasformato nello stadio della Juve, pi piccolo e accogliente, mentre il glorioso Comunale, dove ricordo partite in piedi tutti pigiati come sardine sotto la pioggia, ora si chiama Olimpico Grande Torino e accoglie ovviamente meno spettatori ma tutti seduti al coperto. Non solo questione di architettura, di storia, di memoria. Abbiamo idea di cosa significherebbe demolire San Siro? Un edificio gigantesco costruito non nel deserto, ma in mezzo a un quartiere residenziale di Milano? Una citt che non sta in montagna, non ha il mare, in cui l’aria spesso ristagna? Nessuno teme di innescare cos una bomba ambientale?

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

Quei bonus erogati a chi non ha bollette troppo alte

Ieri dopo aver ricevuto la nuova bolletta del gas, aumentata rispetto alla precedente, mi sono recato negli uffici del mio gestore per richiedere, con mia grande vergogna , una rateizzazione di pagamento vista la botta ricevuta. Dialogando con l’addetto di quanto questa situazione che dura ormai da un anno ci abbia messo in difficolt economiche nonostante io abbia un reddito medio (anche se il Governo ci considera ricchi), l’impiegato mi riferiva che da circa una settimana hanno un bel daffare nel gestire una grande quantit soprattutto di extracomunitari ma anche di italiani con un Isee inferiore a 15.000 euro l’anno, che hanno ricevuto tutti insieme cumulativamente i contributi energia erogati da questo e dal precedente governo, con importi per alcuni anche di 1200/1500 euro che non riescono ad utilizzare perch non hanno neanche bollette a sufficienza da pagare o non pagate per poter scontare il bonus ricevuto, e molti quindi richiederebbero di ricevere la differenza in contanti dal gestore, operazione ovviamente non praticabile. Mi pare che ci sia qualcosa di sbagliato nella distribuzione dei bonus: noi classe media considerata ricca non abbiamo ricevuto niente, mentre chi li ha ricevuti (e che forse prende anche il reddito di cittadinanza) spesso non riesce neanche a utilizzarli in assenza di bollette a sufficienza da scontare. Possibile che un governo non riesca a individuare chi davvero ha bisogno? Oggi i veri poveri siamo noi ai quali stato negato anche un aumento decoroso della pensione che in 10 anni ha perso il 30/40%. Noi, classe media, siamo stati dimenticati.
Marco Poletti

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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