Perché è giusto ascoltare le parole di Zelensky al Festival di Sanremo

Perché è giusto ascoltare le parole di Zelensky al Festival di Sanremo

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DOMENICA 29 GENNAIO 2023

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,
come il salariato aspetta il fine settimana per recuperare le forze, cos l’intero Paese aspetta Sanremo per allontanare le brutte notizie per una settimana. E concentrarsi sui nuovi emergenti, vecchie glorie che tornano e un Amadeus scacciapensieri. Ora sembra che a turbare un intero popolo da questa terapia distensiva ci sia l’intervento di Zelenski. Sono contrario: Zelenski intervenga in un tg o in un talk, ma non a Sanremo, dove un tema cos duro come quello della guerra finirebbe per banalizzare le canzoni e viceversa. La leggerezza dell’Ariston per molti una prestazione sanitaria antistress a cui sono abituati. Lei che ne pensa?
Livio Galluccio

Caro Livio,
Non sono d’accordo con lei. un anno che Zelenski appare ai telegiornali, e la sua voce arriva agli italiani sempre pi attutita. Pare quasi che la guerra sia un suo capriccio, che se non ci fosse l’ostinazione di Zelenski e dei duri del suo esercito la guerra sarebbe gi finita. In realt, senza il presidente e senza le armi — comprese quelle fornite dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e in minor misura dai Paesi dell’Unione europea —, Putin si sarebbe preso met Ucraina, e avrebbe messo un suo fantoccio a governare l’altra met. Per questo Zelenski va ascoltato. Aprire al suo racconto, alla sua testimonianza della resistenza di un popolo aggredito, una platea vasta come quella di Sanremo, consentir al grande pubblico di riflettere su quel che accade sui confini orientali del nostro continente. (Il gancio per il collegamento c’ gi: la vittoria dell’Ucraina all’Eurovision Song). Siamo un Paese provinciale, ripiegato su se stesso, immerso in un continuo revival. Ci commuoviamo giustamente per le persone che se ne vanno, ascoltiamo in un misto di sgomento e di curiosit il racconto delle loro malattie, ci crogioliamo nel come eravamo; e fatichiamo a renderci conto del mondo che cambia, non amiamo confrontarci con ci che scompagina le nostre abitudini. Il riscaldamento del pianeta? Un’ubbia da gretini. La guerra in Ucraina? Colpa dell’ostinazione di Zelenski. Magari fosse tutto cos semplice.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

Napoli, cos la nostra libreria trasformer Port’Alba

La nostra azienda nasce nel 1925, quando Simeone Amodio e sua moglie Giovanna aprono una attivit commerciale al numero 26 di via Port’Alba, a Napoli, nel popolare quartiere San Giuseppe. Simeone commercializza articoli di cancelleria per studenti, mentre Giovanna, con un diploma di dattilografa, batte a macchina tesi di laurea. Intanto arrivano tredici figli, ma solo tre porteranno avanti la ditta di famiglia. Dopo i fratelli Amodio, che sono andati in pensione, siamo subentrati noi figli, Fabio, Monica e Giovanna che con una nuova societ abbiamo continuato la tradizione rinnovando gli spazi e proponendo anche programmi formativi di tipo socio-culturale. Abbiamo creato un Mondadori Point e un progetto presentato alle istituzioni per la rivalutazione e la conservazione dell’univocit di via Port’Alba con la realizzazione di un salotto culturale e una Fiera permanente del libro in modo da preservare la stessa tradizione libraria della strada. Oggi pi che mai importante mantenere la tipicit di alcune strade cittadine e creare interazioni con le istituzioni locali, le universit, l’Accademia delle Belle Arti, il Regio Conservatorio di Napoli, i musei e le altre associazioni culturali che gravitano nelle immediate vicinanze. I progetti prevedono la trasformazione graduale della strada in una piccola Montmartre con una illuminazione d’epoca, panchine, un arredo urbano a tema che possa comprendere fin anche delle basole rappresentanti libri di autori famosi.
Fabio, Monica e Giovanna Amodio, Napoli

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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