DOMENICA 17 LUGLIO 2022
risponde Aldo Cazzullo
Caro Aldo,
il più grande giornalista del 1900 è stato, secondo lei, Indro Montanelli o Eugenio Scalfari? Entrambi, certo, due fuoriclasse. Ma gli interlocutori della penna di Fucecchio sono stati, sempre, i lettori. Li ha consigliati, prima delle elezioni, ponendosi, sempre, sul loro piano («turiamoci il naso e votiamo Dc»), da esperto conoscitore delle istituzioni e dei suoi protagonisti, mai da attore del «teatrino politico». I giornali di Scalfari, invece, hanno giocato, con ruoli importanti, le partite all’interno del Palazzo. Don Eugenio non ha, mai, respinto la definizione di «giornale-partito» coniata per il quotidiano che fondò nel 1976.
Pietro Mancini
Caro Pietro,
E’ stato più grande Coppi o Bartali? Rivera o Mazzola? Pavese o Fenoglio? Ovviamente ognuno ha la sua risposta; e sono tutte giuste. Noi della comunità del Corriere veneriamo ovviamente Indro Montanelli; ma abbiamo salutato con i dovuti sentimenti di rispetto e ammirazione il fondatore della testata concorrente, appunto Eugenio Scalfari. Le differenze tra i due erano evidenti, e non solo perché uno era di destra e l’altro di sinistra (o, meglio, uno era un liberale di destra, e uno un liberale di sinistra). Montanelli come scrittura era impareggiabile. Aveva quello spessore che soltanto una guerra, vissuta e raccontata in prima fila, può conferire a una biografia. Ma anche Montanelli fondò un giornale, che è tuttora in edicola. E anche Montanelli, come confermano i suoi diari, ebbe un ruolo nella politica degli anni ’70, quando aveva in mente di federare se non unire le forze — compresa la destra Dc — ostili al «compromesso storico» con i comunisti. Come persona era ovviamente consapevole di se stesso, ma molto gioviale con gli sconosciuti: era capace di ricevere nel suo studio i ragazzi di una scuola di giornalismo, alzarsi in piedi e farli appoggiare sulla sua scrivania. Eugenio Scalfari aveva un’allure più distanziante. Tuttavia era un grande seduttore, come ha scritto ieri Antonio Polito. E aveva grande carisma: quando, finito di parlare, si alzava e se ne andava, agli interlocutori accadeva di restare a fissare l’incavo che aveva lasciato nella poltrona. Entrambi interpretarono al massimo livello la civiltà dei giornali. Che aveva un limite: l’intreccio fin troppo stretto con la politica. Ma aveva anche un prestigio e un’influenza che sarà difficile difendere nell’era digitale.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
Storia
«La scatola di ricordi che lascerò alla mia nipotina»
Sono un nonno nato nel 1940, di quella generazione di vecchi che non sono stati mai bambini, non lo si poteva essere in quei terribili anni vissuti in una Napoli distrutta dai bombardamenti e umiliata dalla fame. Voglio trasmettere a tutti un messaggio d’amore. Due anni fa mia nuora e mio figlio ci hanno donato un tesoro di nipotina. Due problemi però non ci permettono di godere appieno di questa gioia: la vecchiaia e la lontananza, perché noi abitiamo in Sicilia, la nipotina e genitori a Milano. Però non voglio né immalinconirmi né arrendermi e desidero svelare a tutti i nonni cosa faccio per mantenere vivi quanto più possibile — anche se virtualmente — i miei contatti con la piccolina. La immagino spesso accanto a me e se vado a innaffiare le piante sul balcone le sussurro come si curano i fiori; quando preparo pranzo e cena le parlo delle mie ricette; per Natale, quando allestirò il presepe, le illustrerò le numerose statuine che lo popolano e il culto che noi napoletani — in particolare — abbiamo per l’Avvento. Però, per lasciarle qualcosa di concreto, ho raccolto in due contenitori, realizzati da una brava artigiana, le foto dei miei nonni, genitori e zii raccolte negli anni, ognuna corredata da brevi notizie, così, quando e se avrà desiderio di risalire alle sue radici, troverà in questa breve memoria storica volti e storie di chi ha creato i presupposti perché lei nascesse. Vedrà fra l’altro le foto a me tanto care di mia madre che partorì cinque figli (sono l’ultimo di quattro maschi) e che per noi ha sacrificato l’intera vita. Ecco, questo lascio alla mia nipotina, il ricordo di chi l’ha preceduta e che grazie a lei continuerà a vivere!
Lello, nonno
-
BENZINA
«Il prezzo sta diminuendo, ma lentamente»
Ivo Cozur
-
POS
«Ma perché dobbiamo pagare di più?»
Marco Fancelli
-
GIOVANI
«Vivo all’estero, vorrei tornare, ma come si fa?»
Camilla Bonifazi
-
CINGHIALI
«Una mamma con due cuccioli sul lungomare di Santa Margherita»
Martina Fale
-
MUSICA
«Si insegni anche nelle scuole superiori»
Piero Campomenosi
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
LA FOTO DEL LETTORE
Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere
, 2022-07-16 22:15:00,
DOMENICA 17 LUGLIO 2022
risponde Aldo Cazzullo
Caro Aldo,
il più grande giornalista del 1900 è stato, secondo lei, Indro Montanelli o Eugenio Scalfari? Entrambi, certo, due fuoriclasse. Ma gli interlocutori della penna di Fucecchio sono stati, sempre, i lettori. Li ha consigliati, prima delle elezioni, ponendosi, sempre, sul loro piano («turiamoci il naso e votiamo Dc»), da esperto conoscitore delle istituzioni e dei suoi protagonisti, mai da attore del «teatrino politico». I giornali di Scalfari, invece, hanno giocato, con ruoli importanti, le partite all’interno del Palazzo. Don Eugenio non ha, mai, respinto la definizione di «giornale-partito» coniata per il quotidiano che fondò nel 1976.
Pietro Mancini
Caro Pietro,
E’ stato più grande Coppi o Bartali? Rivera o Mazzola? Pavese o Fenoglio? Ovviamente ognuno ha la sua risposta; e sono tutte giuste. Noi della comunità del Corriere veneriamo ovviamente Indro Montanelli; ma abbiamo salutato con i dovuti sentimenti di rispetto e ammirazione il fondatore della testata concorrente, appunto Eugenio Scalfari. Le differenze tra i due erano evidenti, e non solo perché uno era di destra e l’altro di sinistra (o, meglio, uno era un liberale di destra, e uno un liberale di sinistra). Montanelli come scrittura era impareggiabile. Aveva quello spessore che soltanto una guerra, vissuta e raccontata in prima fila, può conferire a una biografia. Ma anche Montanelli fondò un giornale, che è tuttora in edicola. E anche Montanelli, come confermano i suoi diari, ebbe un ruolo nella politica degli anni ’70, quando aveva in mente di federare se non unire le forze — compresa la destra Dc — ostili al «compromesso storico» con i comunisti. Come persona era ovviamente consapevole di se stesso, ma molto gioviale con gli sconosciuti: era capace di ricevere nel suo studio i ragazzi di una scuola di giornalismo, alzarsi in piedi e farli appoggiare sulla sua scrivania. Eugenio Scalfari aveva un’allure più distanziante. Tuttavia era un grande seduttore, come ha scritto ieri Antonio Polito. E aveva grande carisma: quando, finito di parlare, si alzava e se ne andava, agli interlocutori accadeva di restare a fissare l’incavo che aveva lasciato nella poltrona. Entrambi interpretarono al massimo livello la civiltà dei giornali. Che aveva un limite: l’intreccio fin troppo stretto con la politica. Ma aveva anche un prestigio e un’influenza che sarà difficile difendere nell’era digitale.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
Storia
«La scatola di ricordi che lascerò alla mia nipotina»
Sono un nonno nato nel 1940, di quella generazione di vecchi che non sono stati mai bambini, non lo si poteva essere in quei terribili anni vissuti in una Napoli distrutta dai bombardamenti e umiliata dalla fame. Voglio trasmettere a tutti un messaggio d’amore. Due anni fa mia nuora e mio figlio ci hanno donato un tesoro di nipotina. Due problemi però non ci permettono di godere appieno di questa gioia: la vecchiaia e la lontananza, perché noi abitiamo in Sicilia, la nipotina e genitori a Milano. Però non voglio né immalinconirmi né arrendermi e desidero svelare a tutti i nonni cosa faccio per mantenere vivi quanto più possibile — anche se virtualmente — i miei contatti con la piccolina. La immagino spesso accanto a me e se vado a innaffiare le piante sul balcone le sussurro come si curano i fiori; quando preparo pranzo e cena le parlo delle mie ricette; per Natale, quando allestirò il presepe, le illustrerò le numerose statuine che lo popolano e il culto che noi napoletani — in particolare — abbiamo per l’Avvento. Però, per lasciarle qualcosa di concreto, ho raccolto in due contenitori, realizzati da una brava artigiana, le foto dei miei nonni, genitori e zii raccolte negli anni, ognuna corredata da brevi notizie, così, quando e se avrà desiderio di risalire alle sue radici, troverà in questa breve memoria storica volti e storie di chi ha creato i presupposti perché lei nascesse. Vedrà fra l’altro le foto a me tanto care di mia madre che partorì cinque figli (sono l’ultimo di quattro maschi) e che per noi ha sacrificato l’intera vita. Ecco, questo lascio alla mia nipotina, il ricordo di chi l’ha preceduta e che grazie a lei continuerà a vivere!
Lello, nonno
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BENZINA
«Il prezzo sta diminuendo, ma lentamente»
Ivo Cozur
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POS
«Ma perché dobbiamo pagare di più?»
Marco Fancelli
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GIOVANI
«Vivo all’estero, vorrei tornare, ma come si fa?»
Camilla Bonifazi
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CINGHIALI
«Una mamma con due cuccioli sul lungomare di Santa Margherita»
Martina Fale
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MUSICA
«Si insegni anche nelle scuole superiori»
Piero Campomenosi
INVIATECI LE VOSTRE LETTERE
Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.
MARTEDI – IL CURRICULUM
Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino
MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO
Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai.
GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA
Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica
VENERDI -L’AMORE
Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita.
SABATO -L’ADDIO
Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno.
DOMENICA – LA STORIA
Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia.
LA FOTO DEL LETTORE
Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.
Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere
, Aldo Cazzullo