di Redazione Sport
Il presidente della Fifa ha aperto il torneo in Qatar esprimendo sostegno alle comunità Lgbtq+, discriminata nel Paese, e dei lavoratori migranti morti per costruire gli stadi
«Oggi mi sento qatarino. Oggi mi sento arabo. Oggi mi sento africano. Oggi mi sento gay. Oggi mi sento disabile. Oggi mi sento un lavoratore migrante». Comincia con queste parole la conferenza stampa del presidente della Fifa Gianni Infantino alla vigilia della partenza del Mondiale di Qatar. Il numero uno del calcio mondiale esprime il proprio sostegno alle comunità Lgbtq+ (discriminata nel Paese) e dei lavoratori (si stima ne siano morti 6.500 nelle fasi di costruzione di stadi e infrastrutture) e difende a spada tratta la scelta della Fifa di giocare il Mondiale nella penisola araba.
Infantino: «Le critiche al Qatar sono ipocrite»
«Mi sento come loro — spiega il numero uno del calcio mondiale — e so cosa vuol dire essere vittima di bullismo perché lo sono stato. Ho pianto e ho cercato di reagire. Sono figlio di lavoratori migranti che hanno vissuto in condizioni molto difficili in Svizzera per come vivevano e i diritti che avevano. Ho visto come veniva trattato chi cercava di entrare nel paese, ma ora la Svizzera è un esempio di tolleranza. Il Qatar ha fatto progressi e ne parleremo, come spero che parleremo anche di calcio. La Fifa è orgogliosa di essere qui, questo sarà il Mondiale più bello per la gente che ama il calcio, ma sono stanco di leggere commenti su persone e su decisioni prese dodici anni fa». Infantino denuncia quindi le «lezioni morali» che sono solo «ipocrisia», alla vigilia dell’apertura dei Mondiali di calcio in Qatar. Il torneo da tempo è oggetto di forti critiche. «Quello che sta accadendo in questo momento è profondamente, ingiusto e le critiche al Mondiale sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3.000 anni dovremmo scusarci per i prossimi 3.000 anni, prima di dare lezioni morali agli altri. Queste lezioni morali sono solo ipocrisia».
Le leggi sul lavoro
Infantino rivendica il contributo della Fifa e accusa le aziende estere che lavorano in Qatar che non hanno fatto nulla per cambiare le leggi sul mondo del lavoro: «Siamo in un regno sovrano, la Fifa non può cambiare le leggi così come non può farlo nel Regno Unito o altrove, ma ha erogato un fondo di 350 milioni di dollari per i lavoratori negli ultimi quattro anni. Le aziende occidentali che sono qui, però, non vogliono aumentare i salari di questi lavoratori».
Comunità Lgbtq+ e lavoratori migranti
E poi ci sono le proteste delle comunità Lgbtq+: «Ho parlato molto con i leader di questi movimenti e tutti sono i benvenuti. L’opinione di uno o due non è quella di un intero Paese. Le regole esistono, per cambiarle bisogna passare attraverso un processo come è stato fatto anni fa in altri Paesi come la Svizzera. Le porte iniziano ad aprirsi, ma dobbiamo unirci senza guerre. Qui la gente è felice di avere il Mondiale. La tolleranza inizia con noi. Dobbiamo diffondere comprensione».
Niente birra negli stadi
Sulle polemiche degli ultimi giorni per la decisione di Qatar e Fifa di proibire la vendita di bevande alcoliche negli stadi, il presidente della Fifa dice che i tifosi possono «sopravvivere senza bere birra per tre ore. Ci sono molti punti in cui si possono bere alcolici eppure, siccome siamo in un paese arabo, anche questo sembra un grande problema. In Francia, Spagna e in alcuni altri paesi accade la stessa cosa. Budweiser è uno dei partner della Fifa e continueremo con loro fino al 2026, alla fine spero che tutti i problemi di questo Mondiale siano legati alla birra…», dice Infantino che resterà a guidare la Fifa, dal momento che è l’unico candidato per il prossimo quadriennio e che difende l’operato della Federcalcio mondiale: «Il mondo crede nella Fifa e in quello che abbiamo fatto per ripulire la Federazione. Adesso dobbiamo dare la possibilità alla gente di potersi godere questo Mondiale, cercando di unire e non di creare conflitti».
Il coming out del direttore della comunicazione della Fifa
Al termine della conferenza stampa il direttore della comunicazione della Fifa, lo scozzese Bryan Swanson ha fatto coming out: «Sono seduto qui — ha detto — in una posizione privilegiata e su un palcoscenico globale, come uomo gay in Qatar. Ci hanno rassicurato sul fatto che tutti saranno i benvenuti in questo Mondiale. E, solo perché Infantino non è gay, non significa che non gli importi degli omosessuali. Gli importa eccome. La Fifa è un’organizzazione inclusiva e posso dire che ho un certo numero di colleghi gay e garantire che ci sarà rispetto per tutti».
19 novembre 2022 (modifica il 19 novembre 2022 | 12:42)
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, 2022-11-19 11:42:00, Il presidente della Fifa ha aperto il torneo in Qatar esprimendo sostegno alle comunità Lgbtq+, discriminata nel Paese, e dei lavoratori migranti morti per costruire gli stadi, Redazione Sport