Dopo il rallentamento dell’inflazione in Francia e Germania, segnali positivi arrivano anche in Italia. Secondo le stime preliminari dell’Istat per il mese di dicembre, l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo ha subito un aumento dello 0,3% su base mensile dal +0,5% a novembre e dell’11,6% su base annua, rispetto al +11,8% del mese precedente. Il lieve calo prevalentemente dovuto ai prezzi dei beni energetici, (che seppur ancora alti, passano da +67,6% di novembre a +64,7%), ai prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +11,4% a +9,5%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +6,8% a +6%). A tenere comunque elevato il caro prezzi ci sono, d’altro canto, l’accelerazione dei prezzi degli energetici regolamentati (da +57,9% a +70,3%), dei beni alimentari lavorati (da +14,3% a +14,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,2%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%). I prezzi al consumo nel 2022 sono saliti in media dell’8,1%, segnando l’aumento pi ampio dal 1985 (quando fu pari a +9,2%), soprattutto a causa dall’andamento dei prezzi dei beni energetici (+50,9% in media d’anno nel 2022, rispetto al +14,1% del 2021).
L’istituto segnala, inoltre, che l’inflazione acquisita per il 2023 (se i prezzi rimanessero stabili fino al prossimo dicembre) pari a +5,1%, ben pi ampia di quella osservata per il 2022, quando fu pari a +1,8%. Rallenta la corsa anche il carrello della spesa (beni alimentari, per la cura della casa e della persona) che segna una crescita su base tendenziale da +12,7% a +12,6%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,8% di novembre a +8,5%).
Varie le reazioni delle associazioni di categoria: L’impennata dell’inflazione pesa sul carrello degli italiani che hanno speso quasi 13 miliardi in pi per acquistare cibi e bevande nel 2022 a causa dell’effetto valanga dei rincari energetici e della dipendenza dall’estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alla tavola ha sottolineato la Coldiretti. Ammonta invece a 61,3 miliardi di euro la spesa complessiva aggiuntiva nel 2022 delle famiglie italiane per far fronte all’aumento di prezzi e tariffe secondo il Codacons, per il quale un tasso annuo dell’8,1% si traduce, a parit di consumi, ad un maggiore esborso pari in media a +2.369 euro per la famiglia tipo, spesa che sale a +3.069 euro annui per un nucleo con due figli. Quelli dell’Istat sono dati catastrofici secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, perch implicano che nel 2022 una coppia con 2 figli ha pagato 700 euro in pi rispetto al 2021 per poter mangiare e bere. Un’incertezza che con un impatto significativo sui bilanci delle famiglie e sui consumi, soprattutto per quanto riguarda i volumi relativi al settore alimentare che registriamo in sensibile rallentamento, ha detto Carlo Alberto Buttarelli, direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione. Un trend che proseguir anche nella prima parte del 2023, con il rischio di compromettere la tenuta della domanda interna del Paese.
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