Insufficienza renale,chi può fare la dialisia domicilio?

Insufficienza renale,chi può fare la dialisia domicilio?

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di Chiara Daina

Sono ancora relativamente pochi i malati che si giovano di questa possibilit. La sua attivazione (gratuita) viene gestita dalla struttura sanitaria, compresa la logistica per l’invio mensile di tutto il materiale necessario

In Italia i pazienti in dialisi per grave insufficienza renale sono circa 50mila, ma la maggior parte di loro va avanti e indietro tre volte la settimana dal Centro presso cui sono in carico per fare il trattamento di depurazione. Mentre quelli che ricorrono alla dialisi a domicilio sono appena il 10%, calcola la Societ italiana di nefrologia (Sin). Un numero ancora molto limitato. Anche a causa della poca consapevolezza e informazione del paziente. un dovere etico e professionale da parte dello specialista nefrologo proporre tutte le opportunit terapeutiche disponibili, inclusa la terapia domiciliare, che parimenti efficace e anzi migliora la qualit di vita del soggetto e la sua sopravvivenza nei primi due anni di dialisi, riducendo i costi per il Servizio sanitario nazionale dichiara Valerio Vizzardi, responsabile del Servizio di dialisi peritoneale (la tecnica che viene eseguita a casa) dell’Asst Spedali Civili di Brescia e coordinatore del gruppo di studio della Sin dedicato a questo trattamento.

Attivazione

L’avviamento del percorso di dialisi domiciliare (totalmente gratuito) viene gestito dalla struttura sanitaria, compresa la logistica per l’invio mensile tramite corriere di tutto il materiale necessario (sacche, cateteri, tappi, cerotti, garze, disinfettante), che pu essere spedito anche nel posto di vacanza (in Italia e all’estero, dentro e fuori l’Ue). La procedura utilizzata a casa in autonomia dal paziente la dialisi peritoneale, che prevede l’applicazione chirurgica di un catetere sotto l’ombelico che arriva nella cavit addominale e viene riempito di un apposito liquido che asporta le scorie accumulate nel sangue per il mancato funzionamento dei reni. Nell’ambito della dialisi peritoneale ci sono due tecniche. La pi comune quella automatizzata, effettuata attraverso un apparecchio (fornito in comodato d’uso gratuito) che esegue automaticamente gli scambi di dialisi durante il sonno notturno. Quella manuale, meno usata perch pi scomoda, prevede operazioni di scambio quattro volte al giorno. Una volta al mese il paziente si reca al centro dialisi di riferimento per la visita di controllo. Pi raramente si opta per l’emodialisi extracorporea (meno dell’1% dei casi), la tecnica usata nei Centri: richiede l’aiuto esperto di un caregiver, che deve inserire due aghi nella fistola arterovenosa (la connessione chirurgica tra un’arteria e una vena) creata nel braccio, collegati a due tubi, uno che manda il sangue nella macchina per la depurazione e l’altro che riceve il sangue pulito. Frequenza e durata del trattamento dipendono dallo stato di intossicazione dell’organismo. possibile fare richiesta al Comune di residenza del rimborso per le spese di energia elettrica per l’apparecchiatura medica (una quota forfettaria che varia da Regione a Regione).

Requisiti

necessario l’impegno del paziente e, se questo non autonomo, la collaborazione di un caregiver motivato. I dializzati hanno un’et media di 70 anni, e magari pi patologie invalidanti, e non sempre riescono ad autogestirsi a casa, specialmente se anche il partner anziano e fragile — spiega Antonio Santoro, professore di Nefrologia all’Universit di Bologna e direttore del Comitato scientifico dell’Associazione nazionale emodializzati—. La dialisi peritoneale non indicata in genere per chi ha subto interventi all’addome. Il training si svolge al Centro dialisi ed rivolto sia al paziente sia al caregiver. Prevede un impegno di circa tre ore giornaliere per un paio di settimane. Se manca un assistente affidabile potrebbe essere inviato al domicilio un infermiere tutti i giorni per l’avvio della macchina di sera e lo spegnimento al mattino nel caso della peritoneale o per 4-5 ore per l’emodialisi. Ma un servizio costoso e al momento poco diffuso, spiega Santoro. L’emodialisi extracorporea impone una particolare attenzione: C’ il rischio di sindromi da squilibrio e se l’ago viene inserito male di sanguinamenti e infezioni sul sito. La dialisi a domicilio responsabilizza la persona rispetto al suo stato di salute, gli permette di rendersi conto di come si sente e cosa gli serve, di accorgersi di quello che non funziona prevenendo eventuali complicanze. Il malato in pratica si sentir meno malato, avr una vita molto pi libera, potr programmare la terapia in base alle esigenze personali, continuare a lavorare e avere una reintegrazione sociale migliore, conclude Santoro.

Teledialisi

La telemedicina porta a ulteriori vantaggi. All’Asl Cuneo 2 il training viene gestito da remoto attraverso un totem sistemato nell’abitazione del paziente, dotato di un monitor con telecamera. Alla fine di ogni sessione un algoritmo valuta il livello di apprendimento. Terminato l’addestramento, lasciamo il totem ai malati pi critici per monitorarli al bisogno — puntualizza Giusto Viglino, direttore della Nefrologia —. Lo consegniamo anche a quelli in predialisi per valutare la situazione ambientale, familiare e attitudinale attraverso colloqui e test specifici. importante la cooperazione nella coppia evitando che arrivi al burnout. Con un’app si raccolgono i parametri e si fanno televisite. In tutto il Paese sono al momento 12 i Centri che operano con questa sistema.

26 febbraio 2023 (modifica il 26 febbraio 2023 | 18:22)

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