ChatGPT, l’app che utilizza l’intelligenza artificiale, è finita nel mirino per il suo utilizzo “scorretto” in ambito scolastico.
A La Repubblica interviene il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli: “Nessuna chiusura, nessun divieto alle nuove applicazioni. Gli strumenti sono sempre neutri. Il loro impatto sull’uomo, sugli studenti, dipende dall’uso che se ne fa. Le nuove offerte tecnologiche vanno approfondite. L’intelligenza artificiale è con noi, sempre più, non possiamo chiuderla fuori dalla porta. I nostri ragazzi, poi, devono maneggiare questi algoritmi per non esserne dominati. Certo, il compito in classe va fatto senza l’intelligenza artificiale”.
Che cos’è ChatGPT
ChatGPT è un software totalmente gratuito, la cui prima versione ufficiale è stata rilasciata lo scorso 30 novembre. La chatbot sviluppata dal laboratorio di ricerca Open AI, organizzazione fondata da Elon Musk e Sam Altman, è in grado di generare testi, presi da internet e dal suo infinito database. La sua tecnologia risulta essere così efficace che Microsoft vorrebbe integrarla nel suo pacchetto Office.
ChatGPT sotto accusa
Come già scritto, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale a scuola sta creando i primi problemi. A New York a preoccupazione è tale che il dipartimento dell’Istruzione ha addirittura ristretto l’accesso a ChatGPT per tutti gli studenti e i professori, su dispositivi e reti scolastiche. Alla base, hanno spiegato, ci sono preoccupazioni che riguardano “l’impatto sull’apprendimento e l’accuratezza e la sicurezza delle informazioni”.