L’avanzamento dell’intelligenza artificiale (AI) sta suscitando preoccupazioni significative per il futuro del lavoro. Secondo una ricerca recente del Dipartimento dell’Istruzione del Regno Unito, si stima che tra il 10% e il 30% dei posti di lavoro potrebbe essere soggetto ad automazione a causa dell’AI.
Tale sviluppo riguarda particolarmente professioni come venditori telefonici, avvocati, psicologi, insegnanti e operatori del mercato.
Chatbot AI come ChatGPT e Google Bard: questi strumenti sono capaci di eseguire attività di routine, operando ininterrottamente e gestendo simultaneamente molteplici clienti. La ricerca evidenzia come consulenti aziendali, gestori finanziari, contabili e psicologi siano tra le professioni più vulnerabili all’impatto dell’IA.
L’analisi del Dipartimento si estende oltre, esaminando le professioni generalmente più a rischio con l’avvento dell’IA. Si includono anche settori specifici come gli strumenti diagnostici AI nel campo sanitario e il trading algoritmico nel settore finanziario. È importante sottolineare il potenziale benefico dell’AI in ambito sanitario, dove può supportare gli specialisti nelle diagnosi, sebbene le decisioni finali rimangano di competenza umana.
Tuttavia, lo studio non prevede una sostituzione completa dei lavori da parte dell’IA. Indica piuttosto una tendenza verso l’assistenza o la sostituzione parziale tramite strumenti AI. Le occupazioni meno influenzate dall’IA tendono ad essere quelle che richiedono lavoro fisico e competenze artigianali, come atleti, artigiani e operai edili.
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