di Paolo Tomaselli
Da una parte i nerazzurri sono capaci di vivere serate di alto livello come quelle contro il Barcellona, il Napoli e il Milan, dall’altra hanno momenti di blackout come con l’Empoli. Allenatore, mercato, giocatori: ecco i motivi
Una stagione sulle montagne russe, con grandi partite e delusioni enormi. Una stagione, quella dell’Inter, ben fotografata dal trionfo in bello stile a Riad contro il Milan, per la Supercoppa, seguito pochi giorni dopo dal tonfo interno con l’Empoli, che luned ha vinto a San Siro meritatamente contro i nerazzurri in dieci per l’espulsione di Skriniar dopo 39’. Da una parte l’Inter conferma di avere una squadra forte, capace di vivere serate di alto livello come quelle contro il Barcellona (sia all’andata che al ritorno) e con il Napoli. Dall’altra c’ la valanga di gol subiti (33 in 27 partite) e il numero di sconfitte da capogiro, ben sei nel girone d’andata. Societ, allenatore, squadra: il gioco delle colpe non ha vincitori, perch ognuno ha le sue responsabilit in questa mancanza di continuit diventata ormai patologica, che a gennaio tiene gi fuori l’Inter dal fronte scudetto, del resto monopolizzato dal Napoli.
1) La difficile situazione societaria
L’Inter in autogestione finanziaria, costa dieci/dodici milioni al mese e ha un orizzonte troppo condizionato. Ogni sessione di mercato un thriller e gli errori di valutazione in questo contesto pesano il doppio. Skriniar non stato venduto in estate perch la Juve ha fatto saltare il banco su Bremer e poi perch ad agosto l’ambiente attorno alla squadra era bollente: una cessione eccellente non sarebbe stata digerita. Ma senza la firma sul rinnovo del giocatore stato uno sbaglio tenerlo in scadenza: con il Psg alle spalle come si fa a pensare che un calciatore faccia una scelta di cuore? Col senno di poi, anche l’idea di mettere in campo Skriniar capitano nel pieno di una trattativa non ha dato grandi frutti. Anche perch lo slovacco aveva avuto diversi passaggi a vuoto anche nei mesi scorsi, proprio perch si era gi visto a Parigi.
2) Il problema delle riserve
Come alla Lazio, Inzaghi ha una sua squadra di titolari, dove le riserve quando sono chiamate in causa incidono troppo poco. Questo stato accentuato dagli infortuni lunghissimi di Brozovic e Lukaku, chiaro. Ma la mancanza di rotazioni logora i migliori e toglie ritmo alle riserve. I casi di Correa e pure di Bellanova, disastroso con l’Empoli, sono abbastanza chiari. Con Dumfries rallentato dall’infortunio con cui tornato dal Mondiale, con Lukaku ancora in netto ritardo, il quadro di una squadra corta, che non regge tutti gli impegni. Una squadra che tra l’altro non ha molte idee alternative al 3-5-2, modulo che giocato a bassa intensit diventa troppo prevedibile.
3) I giocatori deludenti
Molte parole e in proporzione pochi fatti per i giocatori, visto che le sconfitte sono tante (8 in totale se si aggiungono quelle con il Bayern) e annacquano le buone prestazioni di cui l’Inter ha dimostrato di essere capace, con l’impresa della qualificazione Champions e la vittoria in Supercoppa, ottenute per contro due avversari trovati nel loro momento peggiore. Staccare la spina in questo modo dopo la vittoria in Arabia, cosa che peraltro si era gi vista dopo il successo con il Napoli, deleterio. vero che si gioca ogni tre giorni, ma la maggior parte dei giocatori ha goduto di 52 giorni di sosta.
All’orizzonte c’ la sfida di Cremona sabato, poi il quarto di finale di Coppa Italia, durissimo contro l’Atalanta, e il derby del 5 febbraio con il Milan. Pi in l l’ottavo di Champions con il Porto, avversario che non va assolutamente sottovalutato. Almeno nelle sfide secche l’Inter non deve tradire.
24 gennaio 2023 (modifica il 24 gennaio 2023 | 13:12)
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