Inter, Inzaghi cerca il piano anti-crisi per la rimonta scudetto

Inter, Inzaghi cerca il piano anti-crisi per la rimonta scudetto

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di Paolo Tomaselli

L’allenatore incontra Marotta: la squadra corre male, serve velocità per subite meno gli avversari. Il ritorno di Lukaku può favorire il rilancio. Il nodo Handanovic

Come si cambia, per non soffrire? Un’Inter con 5 punti in meno dell’anno scorso, 9 gol in meno realizzati (a parità di tiri nello specchio) e 3 gol in più sul groppone, può solo migliorare. Nella corsa, che non manca mai visto che la squadra di Inzaghi spesso macina più chilometri degli altri, ma è priva dei picchi esibiti ad esempio da Udinese (l’allenatore si è assunto le responsabilità) e Torino; nella velocità del pallone, sempre inferiore nelle statistiche rispetto agli avversari in 5 gare su 7; nella coesione, con la cronica tendenza ad allungarsi e quindi nella compattezza difensiva, assente. Senza dimenticare che, a parte la gara con il Toro in cui è stato il migliore, Handanovic pare ormai allergico alle grandi parate da scudetto. E Onana scalpita.

Se Inzaghi oggi ha gli stessi punti di Conte nell’anno del campionato vinto, l’ultima squadra a trionfare alla fine con 3 ko nelle prime 7 è stata la Juve di Allegri nella super rimonta 2015-2016, segno che a Inzaghi, che non è più così credibile, serve un’impresa, anche se questa stagione così compressa fino a novembre, poi con 52 giorni di sosta e la lunga volata fino al 4 di giugno, può fare storia a sé. Anche quella Juve era reduce da un trauma, come la Champions persa con il Barça dopo un dispendio psicofisico enorme. Le sfaccettature dello scudetto lasciato per strada dai nerazzurri sono diverse, ma sempre di trauma si tratta. E non si può dire che l’Inter lo abbia ancora metabolizzato, ritrovando piena unità di intenti, la giusta voglia di aiutarsi o una fiducia cristallina tra giocatori e tecnico.

Molto difficilmente Inzaghi — che solo domani incontrerà Marotta ad Appiano per un confronto a mente fredda, ma che si annuncia serrato — abbandonerà il 3-5-2. Ma senza Perisic, fonte di gioco supplementare sulla fascia, tutto ruota stancamente attorno a Brozovic (gravato da cinque gialli in sette partite) e ai cambi di campo, spesso scolastici. Oltre alla poca qualità nella produzione offensiva, che però può contare sul ritorno di Lukaku con la Roma l’1 ottobre, è chiaramente la fase difensiva la prima cosa a cui mettere mano. Ma semplificando, non aumentando caos e disorientamento: Inzaghi a Udine ha utilizzato addirittura quattro terzetti diversi davanti a Handanovic, complice anche il cambio precoce di Bastoni, uscito furibondo come chi ha subito un’umiliazione pubblica e immeritata. La sostituzione di Acerbi nel finale (sull’1-1) ha portato al terzo cambio di posizione di Skriniar, che è al di sotto dei propri standard dopo il ritardo nella preparazione e soprattutto è stato distratto dal mercato per tutta l’estate e continuerà ad esserlo: con realismo, sarà dura per l’Inter trattenerlo a scadenza di fronte a un nuovo, atteso, assalto del Psg. Pure De Vrij è in scadenza, ma soprattutto in sofferenza.

La concorrenza dell’ultimo arrivato Acerbi in questo senso può fare solo bene. Concorrenza in regia non ce n’è, ma con la Roma la grande novità dovrebbe essere Asllani, il talentino albanese cresciuto nell’Empoli, che ha avuto appena mezzora di tempo per mettersi in mostra, meno del previsto: «È normale che non abbia giocato tanto — ha spiegato ieri — ho 20 anni e devo avere pazienza, perché uno bravissimo come Brozovic gioca nel mio ruolo e sto imparando molto da lui». Dovrà farlo alla svelta, perché l’Inter ha bisogno di una vera rinfrescata. E i bonus per rifare la facciata sono già esauriti

21 settembre 2022 (modifica il 21 settembre 2022 | 07:01)

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, 2022-09-21 05:25:00, L’allenatore incontra Marotta: la squadra corre male, serve velocità per subite meno gli avversari. Il ritorno di Lukaku può favorire il rilancio. Il nodo Handanovic, Paolo Tomaselli

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