di Paolo Tomaselli
Tante analogie (e qualche differenza) nelle crisi delle due grandi: il punto in comune è la distanza tra tecnico e squadra. Allegri e Inzaghi sembrano due tecnici antiquati. Le società preferiscono l’usato sicuro a scelte coraggiose sul mercato
Una crisi di coppia epocale, con tante analogie e qualche differenza. Perché l’Inter ha quasi tutti i titolari (Lukaku dovrebbe esserci con la Roma l’1 ottobre) ma ha perso con Lazio, Milan e l’indiavolata Udinese. La Juve ha un’infermeria trafficatissima, però i punti li ha lasciati per strada con Samp, Salernitana e Monza, oltre a Roma e Fiorentina. Difficile dire chi stia peggio, anche se quella bianconera è l’onda lunga di una crisi iniziata due anni fa con la pandemia e con Sarri (bravissimo a raggiungere comunque lo scudetto), mentre quella interista per tanti versi è inaspettata.
Il punto in comune più preoccupante è la distanza e la freddezza fra tecnico e squadra. I calciatori esprimono le loro preferenze con le gambe, tirando il freno, dando qualcosa in meno invece che qualcosa in più, anche inconsciamente. Non per dispetto, ma forse perché la proposta di gioco dei due allenatori, il loro carisma, la loro capacità di trasmettere idee che migliorano il gruppo e i singoli, sembra essere venuta meno. Allegri e Inzaghi all’improvviso hanno l’aria di due tecnici antiquati, prigionieri delle loro convinzioni rituali, quelle che in passato hanno molto spesso funzionato e non si vede perché non debbano funzionare ancora. I giocatori hanno le loro responsabilità, ma sono sempre più potenti, piccole aziende che collaborano con altre, senza una visione d’insieme: darwinianamente, si può pensare che non è l’allenatore più forte o più intelligente a sopravvivere, ma quello che si adatta meglio al cambiamento.
E così le due società, per accontentare i tecnici (e due popoli molto esigenti e sensibili alla grandeur) hanno perseguito due modelli simili, pur tra mille differenze: l’usato sicuro, da Lukaku a Di Maria, da Pogba a Mkhitaryan, sembra venire prima delle scelte coraggiose, quelle che Milan e Napoli hanno fatto con convinzione e non da oggi, dimostrando capacità di aggiornarsi e di rischiare, anche dietro alla scrivania. Questa domenica in settembre non sarebbe pesata così se si fosse vista qualche traccia di futuro in Juve e Inter. E il rischio che tra un mese, con il Mondiale che incombe, la situazione non sia migliorata, è concreto.
20 settembre 2022 (modifica il 20 settembre 2022 | 07:16)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-09-20 05:38:00, Tante analogie (e qualche differenza) nelle crisi delle due grandi: il punto in comune è la distanza tra tecnico e squadra. Allegri e Inzaghi sembrano due tecnici antiquati. Le società preferiscono l’usato sicuro a scelte coraggiose sul mercato, Paolo Tomaselli