Intervista a Viktor Elbling, ambasciatore tedesco in Italia: «Puglia e Germania, c’è feeling»

Intervista a Viktor Elbling, ambasciatore tedesco in Italia: «Puglia e Germania, c’è feeling»

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la visita al corriere Mezzogiorno, 14 aprile 2022 – 08:29 Energie rinnovabili, industria, aerospazio. Ma anche università, formazione e turismo: l’ambasciatore tedesco, ieri a Bari, parla di possibili investimenti e iniziative in comune di Nicolò Delvecchio A destra l’ambasciatore Viktor Elbling nella redazione del Corriere. Con lui il console onorario Vincenzo Vito Chionna Scorrere il curriculum dell’ambasciatore Viktor Elbling è come girare un mappamondo e fermarlo in un punto a caso del pianeta: italo-tedesco nato in Pakistan, ha studiato tra Forlì, Milano, Bilbao e Bonn. Ha lavorato a Seul e Madrid, ha una lunghissima esperienza nel ministero degli Esteri di Berlino e dal 2014 è ambasciatore della Repubblica Federale di Germania: fino al 2018 in Messico, da quattro anni in Italia. Eppure, le sue radici sono fortemente radicate in Puglia: «Mio nonno materno era di Barletta, da qualche anno ho comprato una casa nel basso Salento in cui passo tutte le vacanze. E siccome la sto ristrutturando, cerco di fare un salto qui almeno una volta al mese». In Puglia e Basilicata, però, Elbling è venuto in visita ufficiale: prima i colloqui con il sindaco di Potenza e con il governatore lucano Vito Bardi, poi in Puglia, per incontrare il presidente della Regione Michele Emiliano e il sindaco di Bari, Antonio Decaro. Tra i due appuntamenti, l’ambasciatore si è fermato un’ora nella redazione del Corriere del Mezzogiorno. Ambasciatore, a cosa si deve la visita in Puglia? «Questa è una regione speciale per l’industria tedesca, che qui ha fatto tanti investimenti. Il territorio ha tante potenzialità per la riconversione verso produzioni energetiche sostenibili, e per questo la Germania vuole essere tra i primi partner della Puglia. Ma non solo, perché la cooperazione spazia in altri ambiti, dal turismo alla formazione». La vocazione turistica della regione è nota. Sulla formazione invece come si può migliorare? «In Germania, Austria e Svizzera ci sono percorsi professionalizzanti molto importanti e radicati. Già dopo le scuole medie, i ragazzi che vogliono possono scegliere di intraprendere un percorso misto, che permetta di alternare due giorni di lezioni a scuola e tre in un’azienda. Questo permette loro sia di guadagnare i primi stipendi, sia di imparare un mestiere che – potenzialmente – potrebbe servire per tutta la vita. Soprattutto, forma personale altamente qualificato nei vari settori. Da questo punto di vista credo che tutti i Paesi, Italia compresa, debbano trovare un sistema proprio per permettere di formare lavoratori qualificati. Perché le aziende, per investire nei territori, non hanno solamente bisogno di incentivi, ma anche di lavoratori già “pronti” e preparati» Il sistema dell’alternanza scuola-lavoro qui c’è, ma è molto criticato «Ogni Stato deve trovare il sistema proprio, che consenta ai giovani non di lavorare solamente per qualche ora, ma di entrare a tutti gli effetti in azienda con un primo stipendio. Per farlo c’è bisogno di una grande cooperazione tra pubblico, dalle scuole alle istituzioni, e privato. Alle aziende servono incentivi per accogliere i ragazzi, che costano circa 10mila euro l’anno. Credo sia uno step necessario, soprattutto in un periodo di enorme cambiamento come quello che stiamo vivendo ora. Non è poco, ma si tratta di una grande sfida per il futuro». In Puglia ci sono diverse aziende tedesche, una su tutte la Bosch a Bari. La multinazionale tempo fa ha però annunciato circa 700 esuberi, stima poi rivista al ribasso. Ma che segnale è se anche un colosso così ha queste difficoltà? «Tutte le aziende sono di fronte a un periodo di cambiamento radicale, quella riconversione cui accennavo prima. Nessuna azienda, piccola o grande, può permettersi di rimanere ferma rispetto ai cambiamenti profondissimi che ci aspettano nei prossimi anni. La necessità di smarcarsi dalla energie fossili, già urgente prima, è stata accelerata dalla recente aggressione russa in Ucraina. Il tema di questi anni è l’elettrico e la riconversione è necessaria, il che significa anche formare nuove professionalità in grado di conoscere appieno le tecnologie con cui si troveranno a lavorare. Nessuno vuole che le aziende chiudano o che licenzino, ma tutti devono capire che affrontare il cambiamento è necessario per sopravvivere». A parte questo, crede che la Puglia sia un mercato attraente per le imprese tedesche? «Sicuramente lo è. Non solo per il turismo, e la Puglia è tra le regioni preferite dai miei connazionali. Le possibilità di investimenti sono tante, dalla scienza alla tecnologia, dalla formazione – di cui parlavo prima – alle energie rinnovabili, dalla ricerca alle eccellenze nel settore aeronautico, fino alla tecnologia. Bari in questo senso rappresenta bene una regione dinamica, che punta sull’innovazione e guarda all’estero. Ci sono buone scuole, l’università è ottima, la città è internazionale ed è un ponte naturale sui Balcani e sul Mediterraneo in generale. Gli spunti di collaborazione tra Germania e Puglia sono tanti, alcune iniziative sono già partite e altre le approfondiremo nel tempo». In generale, nel panorama nazionale, come colloca la Puglia? «Di sicuro è, insieme alla Campania, una della regioni meridionali più vivaci e interessanti. Ci sono tantissime potenzialità che spero verranno sfruttate con il Pnrr, che rappresenta una grande opportunità per tutti». Ha accennato alle energie diverse da quelle fossili, Germania e Italia sono tra i Paesi più dipendenti dal gas russo. Ci sono alternative alle forniture da Mosca? «Ci devono essere, e in questo l’Italia è sicuramente davanti alla Germania perché ha molteplici gasdotti e rigassificatori. L’aggressione russa in Ucraina ha evidenziato ancora di più come in Europa abbiamo bisogno di una politica energetica comune e diversificata, e soprattutto di un’integrazione ancora più forte tra Paesi dell’Ue». Abbiamo sbagliato a considerarci in un periodo di pace perenne? «L’aggressione russa ci costringe a rivedere le nostre posizioni e investire fondi maggiori anche in armamenti e difesa. Tutti preferiremmo destinare quelle risorse in ricerca, scienza, istruzione. Gli investimenti militari servono per difenderci da chi vuole minacciare il nostro stile di vita e i nostri valori». La newsletter del Corriere del Mezzogiorno – PugliaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 14 aprile 2022 | 08:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-14 06:30:00, Energie rinnovabili, industria, aerospazio. Ma anche università, formazione e turismo: l’ambasciatore tedesco, ieri a Bari, parla di possibili investimenti e iniziative in comune,

Pietro Guerra

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