di Adriana LogroscinoIl presidente pd della Puglia: Dubito che verr approvata una bozza che rischierebbe di favorire i territori pi ricchi La sceneggiata degli applausi in Consiglio dei ministri d l’impressione che avessero una fretta dannata per provare a far vincere a Fontana le elezioni in Lombardia e non far sfigurare la Lega. Da questa bozza, che peraltro favorisce la strada dell’intesa diretta con la singola Regione, pu derivare solo una specie di ritorno allo Stato preunitario. Michele Emiliano, presidente pd della Puglia, sia preoccupato sia diffidente. Presidente, lei per non era contrario all’autonomia differenziata. No, infatti non lo sono. Nessun presidente di Regione contrario al conferimento di pi poteri alle Regioni. Ma questo, premesso che non ci hanno consegnato ancora il provvedimento andato in Cdm, non un disegno che d pi poteri alle Regioni, finanzia le materie conferite, assicura al parlamento protagonismo nel processo che innesca ed coerente con una visione di ristrutturazione costituzionale del Paese. Quali aspetti la preoccupano? L’articolo 8 sull’invarianza della spesa. Una clausola che dice che non c’ un euro sul finanziamento dei Lep. Ma senza soldi come si garantiscono i livelli essenziali di prestazione? Inaccettabile. Cos’altro? Questa invarianza di spesa pare riguardi anche le nuove competenze assegnate alle Regioni: trasferita la funzione, lo Stato non trasferirebbe il capitolo di bilancio relativo, ma garantirebbe soltanto il ripiano della differenza tra il gettito fiscale regionale e quanto necessario per assicurare i servizi. Un sistema farraginoso che metterebbe fuori gioco il Sud, esponendolo a un continuo ricatto, in attesa che la spesa affrontata venga ripianata. Con conseguenze sul piano finanziario degli enti. Nelle bozze del governo precedente, invece, le risorse venivano garantite a monte? Certo. I ministri Boccia e Carfagna avevano previsto un fondo perequativo infrastrutturale da 4,5 miliardi. Insufficienti, ma si introduceva un principio. Quanti soldi servirebbero? Per riequilibrare la differenza tra la spesa storica e i Lep, quindi per attuare il principio che tutti i cittadini hanno diritto allo stesso livello di prestazione, ritengo servano 50-60 miliardi. Di questo primo passo nella direzione dell’Autonomia non salva niente? La mia impressione che il governo avesse una fretta dannata di fare la sceneggiata del passaggio in Consiglio dei ministri con relativi applausi, per far finire in modo decente la campagna elettorale alla Lega. Una scenetta comica, il cui fine non l’Autonomia. E quale sarebbe il fine? Provare a far vincere Fontana in Lombardia e, comunque, non far sfigurare la Lega rispetto a FdI, nella regione in cui ha costruito la sua storia. Questa accelerazione ha solo questo scopo. Insomma, il via libera in Consiglio dei ministri, secondo lei, sarebbe un bluff? Diciamo che vedo due possibili approdi. Il primo: si attua davvero una forma di autonomia differenziata che favorisce le regioni ricche rispetto a quelle pi povere. Disgrega l’unit nazionale e fa un danno enorme al Paese. Ma uno scenario al quale io non credo: Giorgia Meloni, che ha portato al governo una destra con una cultura super centralistica, dopo 70 anni, davvero sta per dare pi potere alle Regioni?. L’alternativa? L’approvazione di ieri un’operazione pensata solo per accontentare la Lega che da domani, ci scommetto, esibir sui manifesti elettorali lombardi: “Approvata l’Autonomia”. Capisco che una Lega doppiata da FdI anche in Lombardia sarebbe un problema per il governo, ma comunque un gioco scorretto, in malafede e sulla pelle degli elettori. E crea scontento anche tra i presidenti di Regione del centrodestra. 2 febbraio 2023 (modifica il 2 febbraio 2023 | 23:15) © RIPRODUZIONE RISERVATA