Intervista a Gentiloni: Necessario concentrarsi sulla spesa del Pnrr. Un contenzioso Italia-Francia sarebbe un grave errore

Intervista a Gentiloni: Necessario concentrarsi sulla spesa del Pnrr. Un contenzioso Italia-Francia sarebbe un grave errore

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di Francesca Basso e Federico FubiniIl commissario Ue: il superbonus? Abbiamo chiesto un rapporto Un po’ per indole e un po’ per mestiere, Paolo Gentiloni tiene a fuoco sia le questioni economiche, per le quali commissario europeo a Bruxelles, sia le grandi partite globali. Tre grandi sfide confluiscono in questa fase. La guerra in Ucraina e la geopolitica: qui si apre una settimana cruciale con la Russia in cerca di vittorie simboliche e il calo del prezzo del gas che dimostra l’efficacia della nostra reazione. La necessit di ridurre l’inflazione rilanciando la crescita. E le misure per il clima e la competitivit di fronte a Stati Uniti e Cina. In tutte queste sfide — dice — c’ uno straordinario bisogno d’Europa. Commissario, come rispondere a tutte le sfide senza lasciarne indietro nessuna? Proseguendo sulla strada dell’approccio e delle risorse comuni, che ha gi funzionato molto bene nella reazione al Covid. Che sia sull’Ucraina, sulle politiche di bilancio o industriali, bisogna evitare di rompere le righe nella logica del “ciascun per s”. All’ultimo vertice europeo la Germania ha ottenuto l’allentamento dei vincoli sugli aiuti di Stato. Ma senza aperture all’idea di nuove risorse comuni dopo il Recovery. Noi della Commissione un piede nella porta lo stiamo tenendo. Perch certo importante assorbire i vari programmi esistenti, a partire dal Piano di ripresa (Pnrr), ma non basta. Ci sono nuovi bisogni di politica industriale e per il clima e occorre identificare ulteriori risposte comuni. il fondo per la sovranit di cui parla la presidente Ursula von der Leyen. Il 14 marzo dovremmo approvare il passaggio successivo della nostra proposta. Da Berlino si replica: prima l’Italia dimostri di saper spendere il Pnrr. Sbagliato? Del Fondo di ripresa e resilienza abbiamo gi erogato 144 miliardi, di cui 67 all’Italia. Concentrarsi sull’assorbimento di queste risorse ha molto senso. Il punto rendersi conto che questo necessario, ma non sufficiente. Da Roma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non vuole conteggiati a deficit nel Patto di stabilit le spese in aiuti di Stato, ora pi facili, per clima e digitale. Concorda? Di sicuro c’ una corsa globale alle tecnologie pulite. La Cina in vantaggio e l’anno scorso, malgrado i lockdown, ci ha investito quasi 550 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti hanno messo sul tavolo 380 miliardi in crediti d’imposta, che possono portare a 1.500 miliardi di investimenti totali. E noi europei competiamo solo allentando i vincoli agli aiuti di Stato, Paese per Paese? Non pu essere, evidente. Nel Recovery ci sono centinaia di miliardi legati a questi temi, ma resta la necessit di ulteriori investimenti e risposte. Su alcune frontiere della corsa al clean tech servono dimensioni di scala europea e il valore aggiunto di interventi comuni. Dunque Giorgetti ha ragione sullo scomputo degli investimenti verdi dal deficit? Noi proponiamo che chi fa quegli investimenti abbia pi tempo, fino a sette anni, per la riduzione graduale del debito. Mi pare che il risultato di incoraggiare gli investimenti sia garantito. Commissario, nelle vostre previsioni l’Italia nel 2024 torna alla crescita pi bassa d’Europa. Le riforme del Pnrr non mordono? Non darei troppo peso ai decimali di una previsione sull’anno prossimo. C’ per un punto che riguarda l’Italia, come altre economie: dopo un 2022 migliore delle attese, in cui il Paese cresciuto pi della Cina, il tema per l’Europa e per l’Italia mantenere la crescita mentre inizia a farsi sentire una politica monetaria pi restrittiva. Il credito sta rallentando sia per le famiglie che per le aziende. Iniziamo a vedere pi fallimenti di imprese. Serve un aumento della spesa corrente? Non ce n’ lo spazio. Le politiche di bilancio non possono andare in direzione opposta rispetto al tono pi restrittivo della politica della Banca centrale europea. Ma, a differenza di ci che accadde dopo la crisi finanziaria, in Italia e in Europa gli investimenti pubblici ora crescono. Anche nei Paesi ad alto debito, proprio grazie ai fondi europei. Non siamo in un orizzonte di austerit. Il Pnrr una corsa contro il tempo, ma una corsa salutare. A maggior ragione ora che il credito privato rischia di ridursi. Il tema la qualit della spesa e della crescita. Dietro il rimbalzo italiano del 2021 e 2022 c’erano i maxi-bonus immobiliari? L’Italia andata bene grazie al dinamismo delle imprese e del lavoro. E anche al fatto che i crediti d’imposta di Industria 4.0 del governo di Matteo Renzi e del mio hanno spinto enormemente l’innovazione industriale. Certo il Superbonus ha dato impulso alle costruzioni, con l’obiettivo di migliorare di ben due classi energetiche circa trenta milioni di metri quadri residenziali, come da indicazioni europee. Il Superbonus finanziato anche con il Pnrr. E avr coperto s e no l’1% degli immobili. Obiettivi centrati? L’Unione non ha mai suggerito strumenti come la cessione dei crediti, con le dinamiche di finanza pubblica che ci ha innescato e che il ministro Giorgetti ha giustamente denunciato. Ora la Commissione ha chiesto all’Italia un rapporto sui risultati conseguiti con il Superbonus negli ultimi due anni e lo riceveremo, credo, presto. Perch Eurostat ha chiesto all’Italia di rivedere i conti mettendo subito a deficit gli impegni da crediti d’imposta dei bonus? Si tratta di una procedura in corso fra le autorit statistiche italiane e europee. Non posso fare commenti. Sul nuovo Patto di stabilit c’ disaccordo fra governi. Finir che il Patto resta sospeso anche l’anno prossimo? Incrociamo le dita e speriamo non ci siano altri choc, ma non credo ci siano le condizioni per prorogare la clausola di sospensione. Ora dobbiamo cercare un’intesa sulla revisione del Patto fra i diversi governi e poi lavorare con il Parlamento europeo. Comunque noi daremo linee guida sulle politiche di bilancio gi il mese prossimo, non si pu restare nell’incertezza dell’assenza di regole. Lei rivendica che i crediti d’imposta di Industria 4.0 hanno funzionato. Non sarebbe meglio farne di pi su ambiente e digitale anche nel Pnrr? previsto nei regolamenti di RePowerEu che un capitolo aggiuntivo del Pnrr dedicato alle questioni energetiche. E il governo italiano sta lavorando per portare alla Commissione sia i suoi piani per RePowerEu, sia alcune revisioni di progetti del Pnrr, sia alcuni spostamenti tra fondi di coesione e Pnrr. Tutto entro aprile. Fra i leader di Italia e Francia sceso il gelo. un problema? Le autorit italiane e francesi dicono che non c’ particolare contenzioso fra i due Paesi. Sarebbe un grave errore. Nell’Unione europea che ci siano buone relazioni fra Italia e Francia, come fra Italia e Germania essenziale. Anche quando ero presidente del Consiglio, non ho mai creduto all’importanza delle photo opportunity. Ne ho avute con la cancelliera Angela Merkel e i presidenti Hollande e Macron, e loro ne hanno avute senza di me. L’Italia pu e deve svolgere un ruolo chiave. E avendo finora smentito i sospetti di anti-europeismo, il governo italiano pu svolgere pienamente quel ruolo. 19 febbraio 2023 (modifica il 19 febbraio 2023 | 07:24) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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