Massimo Tarantino e le coltellate ad Assago: «L’ho disarmato d’istinto, ma non sono un eroe»

Massimo Tarantino e le coltellate ad Assago: «L’ho disarmato d’istinto, ma non sono un eroe»

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di Monica Colombo e Andrea Sereni

L’ex difensore di Napoli, Inter e Bologna: «Ero al posto sbagliato al momento sbagliato ma ho fatto la cosa giusta per proteggere mia moglie e mia figlia. Sono sconvolto»

«Non ero preparato psicologicamente ad affrontare un evento tragico come quello che è accaduto sotto i miei occhi giovedì ad Assago. Mi deve credere se le dico che sono in difficoltà a parlarne, e non solo per quello che ho visto. Vorrei evitare di passare per uno che ruba la scena ai protagonisti. Io sto bene, ma ci sono persone in ospedale (come Pablo Marì del Monza, ndr ) e addirittura una che non ce l’ha fatta».

Massimo Tarantino dovrebbe in teoria essere avvezzo ai riflettori, non foss’altro perché prima di diventare dirigente sportivo è stato un difensore di Napoli, Inter e Bologna tra le varie squadre, con anche una parentesi al Monza a fine anni Ottanta, per ironia della sorte. È stato responsabile dell’area tecnica della Spal fino al 30 giugno scorso. «Poi non ho proseguito il rapporto di collaborazione». Giovedì sera era al centro commerciale dove ha svolto un ruolo non secondario nel fermare Andrea Tombolini.

Riavvolgiamo il nastro.

«Ero con mia moglie Tatiana e mia figlia Giorgia di 22 anni al supermercato a fare la spesa. Ci trovavamo in fila alla cassa con il carrello quando abbiamo sentito delle urla».

Si è spaventato?

«In un primo momento è calato il silenzio, perché tutti abbiamo cominciato a chiederci cosa stesse succedendo. Poi è sbucata una persona con la maglia sporca di sangue. A quel punto si è generato il panico, c’era gente che scappava a destra e sinistra».

Eppure non era ancora avvenuto il peggio.

«Purtroppo no. Nel fuggi fuggi generale un uomo con il coltello in mano è corso nella mia direzione, finché un dipendente del Carrefour si è frapposto fra me e lui. E ha preso la coltellata».

Lei cosa ha pensato?

«È stata una questione di attimi, non c’era il tempo di razionalizzare. Semplicemente ho dato un calcio al braccio dell’aggressore facendogli volare via il coltello. A quel punto l’ho immobilizzato finché non sono arrivate le forze dell’ordine che lo hanno preso in custodia».

Mi scusi ma non ha temuto per la sua incolumità?

«È stata una mossa irrazionale, mica sono addestrato. Non sono scappato perché il mio istinto primario è stato quello di proteggere mia moglie e mia figlia. Ho solo tentato di disarmarlo».

Cosa ha detto Tombolini quando l’ha bloccato a terra?

«Urlava, ma tutti gridavano in quel momento, non si capiva niente. C’era il caos generale. Poi quando è stato disarmato è rimasto immobile, si vedeva che non era lucido. Gli agenti sono sopraggiunti dopo poco, anche se in questo momento non ho bene la percezione del tempo».

Non si è svolta davanti a lei l’aggressione a Luis Fernando Ruggieri, quindi?

«No, perché è avvenuta nelle corsie centrali del supermercato. Credo che sia successo quando abbiamo sentito le prime due-tre urla, cioè al momento dei primi accoltellamenti. Solo in un secondo momento si è creato il panico nella zona delle casse».

Milano si è scoperta impreparata davanti al gesto di un folle?

«Tutti lo siamo stati. Si parla di vita ordinaria delle persone, in coda con il carrello alla cassa. Ma, ripeto, io sono sconvolto soprattutto per chi ha non ce l’ha fatta, per la sua famiglia e per chi ha subito le ferite».

Cosa prova ora?

«Non mi sento un eroe, anzi a dirla tutta provo disagio nel ritrovarmi al centro dell’attenzione. Reputo solo di aver fatto la cosa giusta dopo essermi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato».

Riuscirà a tornare nella corsia di un supermercato o sceglierà la consegna a domicilio?

«Guardi, ho 51 anni e da tutta la vita faccio la spesa negli ipermercati. Un episodio, pur devastante, non può condizionare la vita mia e della mia famiglia. Non ci può rubare la quotidianità».

29 ottobre 2022 (modifica il 29 ottobre 2022 | 07:22)

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, 2022-10-29 06:12:00, L’ex difensore di Napoli, Inter e Bologna: «Ero al posto sbagliato al momento sbagliato ma ho fatto la cosa giusta per proteggere mia moglie e mia figlia. Sono sconvolto», Monica Colombo e Andrea Sereni

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