di Monica Ricci Sargentini
Il drammatico gesto del regista che rinchiuso nel carcere di Evin dallo scorso luglio. La lettera diffusa dalla moglie e dal figlio sui social
Ho utilizzato tutti i mezzi legali per ottenere il rispetto dei miei diritti . Oggi, come molte persone intrappolate in Iran, non ho altra scelta che protestare contro questi comportamenti disumani con ci che ho di pi caro, che la mia vita. Con queste parole, contenute in una lettera diffusa dalla famiglia su Instagram, il regista iraniano Jafar Panahi ha annunciato al mondo la sua drammatica decisione: Sono in sciopero della fame dalla mattina del primo febbraio 2023 e mi rifiuto di mangiare e bere fino al momento del mio rilascio. Continuer anche se sar il mio corpo senza vita a uscire dalla prigione. Con l’amore per l’Iran e la gente del mio Paese .
Pahani era stato arrestato lo scorso 20 luglio quando si era recato, insieme ad altri rappresentanti del mondo del cinema, nel famigerato carcere di Evin, a Teheran, per protestare contro la detenzione di due colleghi, Mohammad Rassulof e Mostafa Al-Ahmad. Quello che successo dopo potrebbe essere la sceneggiatura di un film di denuncia contro le violazioni dei diritti umani. L’autore de Il Cerchio, uno dei suoi film premiati, ha deciso poi di recarsi, insieme con gli avvocati dei due cineasti, presso l’ufficio del procuratore distrettuale di Evin per discutere delle indagini e chiedere la loro scarcerazione ma proprio in quel momento,a sorpresa, stato arrestato. Sul suo capo, infatti, pendeva una condanna del 2011 a sei anni di carcere per aver prodotto propaganda antigovernativa. La sentenza, per, non era mai stata eseguita. La legge in base alla quale sono stato arrestato nel 2010 — scrive nella lettera — prevede che, dopo dieci anni di non esecuzione, la pena detentiva diventa inapplicabile. Di conseguenza, questo arresto era pi simile a un rapimento che all’esecuzione di una sentenza giudiziaria.
Panahi descrive tutti i suoi tentativim falliti, di ottenere giustizia. Di qui la decisione di rifiutare cibo e acqua. Il comportamento dell’istituto di sicurezza, tirannico ed extralegale, e la capitolazione senza appello delle autorit giudiziarie mostrano ancora una volta l’applicazione di leggi selettive e ingiuste. Sono solo maschere per la repressione. Anche se sapevo che la magistratura e le istituzioni di sicurezza non hanno alcuna volont di far rispettare la legge (cui continuano a fare riferimento), ma per rispetto dei miei avvocati e dei miei amici, ho utilizzato tutti i mezzi legali per ottenere il rispetto dei miei diritti.
Il regista, 62 anni, dal 2011 realizza film in clandestinit. La sua condanna, infatti, prevedeva anche il divieto, per 20 anni, sia di dirigere film o di scrivere sceneggiature che di lasciare il Paese se non per cure mediche o per partecipare al pellegrinaggio a La Mecca. Lui per ha continuato a lavorare. Nel 2018 ha vinto il premio per la sceneggiatura a Cannes per Tre volti, tre anni dopo aver vinto l’Orso d’Oro a Berlino per Taxi Teheran.
La sua ultima opera, Gli orsi non esistono , nella quale interpreta una versione fittizia di se stesso mentre gira un film lungo il confine tra Iran e Turchia, stata presentata in anteprima al Festival di Venezia a settembre, una settimana prima dell’inizio delle proteste in Iran.
2 febbraio 2023 (modifica il 2 febbraio 2023 | 19:56)
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