Oggi, 22 maggio, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è stato presente ad un convegno organizzato dall’Unione Artigiani, a Milano, dove si è parlato di lavoro, di formazione e di competenze richieste dalle imprese, tema affrontato dal leghista anche nell’ultimo episodio della sua rubrica social.
Il grido di allarme delle aziende
“I dati sono impressionanti. La difficoltà di reperimento del personale in Italia è pari al 45,6%, l’anno scorso era al 38%. Il sistema di formazione non dà ai ragazzi la possibilità di essere assunti in quanto non hanno competenze o le hanno ma non sono adeguate. Bisogna riportare nelle scuole italiane la cultura del lavoro. Dobbiamo far sì che la cultura del lavoro, scolpita nella Costituzione, sia un elemento della formazione dei nostri giovani”, queste le parole del capo del dicastero di Viale Trastevere, che parla di una vera emergenza.
“Così si crea un forte danno ai ragazzi, non diamo loro possibilità. Così si mette a rischio la competitività del sistema produttivo. Gli imprenditori sono preoccupati. La Riforma Gentile non è coerente con la nostra Costituzione, si basava su una visione piramidale della società. La scuola invece deve tirar fuori i talenti. Ci devono essere scuole tutte di serie A, non alcune di serie A e di serie B”, ha aggiunto.
Le ipotesi portate avanti da Valditara
“Occorre riformare l’istruzione tecnica e professionale. Il punto di partenza è considerare il collegamento tra scuole e imprese centrale. Lo dicono tutti a livello internazionale. Occorre superare la contrapposizione tra licei e istituti. Dobbiamo aprire alla sperimentazione con l’idea della filiera e del campus, per collegare l’istruzione con gli ITS. Deve partire un dialogo. Si dovrebbe consentire un percorso, ad esempio un 4+2”.
“Nelle scuole credo che dovrebbero insegnare professionisti dal mondo dell’impresa, per arricchire l’offerta formativa. Magari con gli Usr che svolgono un ruolo più di raccordo con il mondo delle imprese, con flessibilità didattica. Si potrebbe procedere con il ricorso ordinario all’apprendistato di primo livello, affinchè si rompa la logica del ‘prima studio e poi penso al lavoro’, a più alternanza scuola lavoro nei tecnici, a più interventi per gli Its, al riconoscimento delle competenze più che dei titoli. Vogliamo garantire ai ragazzi di trovare un lavoro coerente con le loro potenzialità e al mondo dell’impresa di non sollevare più queste grida di dolore”, ha concluso Valditara.
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