di Marco GalluzzoPalazzo Chigi lavora a un decreto che alzerà il livello del contributo, consegnando cingolati e artiglieria L’Italia manterrà l’impegno assunto, continuerà a mandare armi alla resistenza ucraina, ritiene che il suo ruolo in questo contesto sia indispensabile, come quello di tutti i Paesi, Nato e non, che stanno aiutando l’esercito aggredito a difendersi. Un secondo decreto del governo è in arrivo nelle prossime ore e conterrà più o meno lo stesso gruppo di armamenti che è stato già inviato al governo di Zelensky. È quanto afferma il nostro ministro della Difesa Lorenzo Guerini al suo rientro in Italia dopo aver partecipato al vertice di Ramstein in Germania, convocato nella base militare americana e coordinato da Washington, a cui hanno partecipato oltre 40 Paesi schierati a difesa dell’Ucraina. La ricognizione fatta a livello politico proseguirà ora a livello tecnico, anche la nostra Difesa dovrà coordinarsi con quelle degli alleati, per aiutare in modo più efficace l’esercito ucraino. Per questo obiettivo è in stato di preparazione un terzo decreto da parte del governo Draghi, che alzerà il livello degli aiuti militari, inviando a Kiev anche cingolati e artiglieria pesante. «Da parte dei Paesi presenti a Ramstein è stato ribadito il sostegno a Kiev per tutto il tempo che si rivelerà necessario», ha affermato il ministro Guerini. «L’Italia continuerà a fare la propria parte sulla base delle indicazioni decise dal Parlamento. Da questo punto di vista, ci sarà un nuovo invio da parte italiana di equipaggiamenti militari, indispensabili per continuare il supporto alla resistenza». Per Giuseppe Conte però non è condivisibile un salto di qualità nella fornitura di armi. Per il leader del M5S l’invio di armi deve essere solo di tipo difensivo e per questo, dice, «abbiamo chiesto a Draghi e Guerini di venire a riferire in Parlamento, affinché ci sia condivisione di questo indirizzo politico. Il M5S si oppone all’invio di aiuti militari e a controffensive che esulino dal perimetro del legittimo esercizio del diritto di difesa, di cui all’articolo 51 della Carta dell’Onu, da parte dell’Ucraina». Una «linea del Piave» che irrita il Pd. «Non c’è alcuna variazione di scenario», dice il responsabile sicurezza del Pd Enrico Borghi. «È importante proseguire nel solco sin qui seguito, nel rispetto della volontà del Parlamento e sulla base degli indirizzi espressi da Draghi». Domani si svolgerà un’audizione del ministro della Difesa al Copasir sul nuovo invio di aiuti militari. 26 aprile 2022 (modifica il 26 aprile 2022 | 23:30) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-26 21:31:00, Palazzo Chigi lavora a un decreto che alzerà il livello del contributo, consegnando cingolati e artiglieria, Marco Galluzzo