Kate Moss si racconta: «Cocaina, esaurimenti. E quella richiesta di spogliarmi, a 15 anni, che mi aprì gli occhi»

Kate Moss si racconta: «Cocaina, esaurimenti. E quella richiesta di spogliarmi, a 15 anni, che mi aprì gli occhi»

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di Paola De Carolis

Kate Moss si è raccontata in una rarissima intervista personale alla Bbc: gli esordi («Mi sentivo vulnerabile e terrorizzata»), la bellezza («Per mia madre non ero fotogenica»), la fama, i problemi con la droga. E Johnny Depp: «Ho testimoniato a suo favore perché conosco la verità su di lui»

LONDRA — È stata l’immagine in carne, ossa e leggenda della Cool Britannia, di quella Gran Bretagna positiva, ottimista e creativa dell’inizio del nuovo millennio, è stata il viso degli anni 90 e la portabandiera del look magro e androgino definito l’heroin chic, eppure dietro lo sguardo spavaldo e intrepido che ha bucato milioni di obiettivi si celavano insicurezza, paura e solitudine.

Si è sentita «oggettificata»?

«Sì, completamente. E vulnerabile, terrorizzata».

Notoriamente restia a parlare di sé e la sua vita privata, Kate Moss si è raccontata alla Bbc per il programma radiofonico Desert Island Disc.

Ha ricordato gli esordi e la sorpresa nell’essere «scoperta» a 14 anni dalla scout Sarah Doukas, le brutte esperienze quando era alle prime armi, la magrezza — «mai stata anoressica, ero magra di natura e perché durante i servizi fotografici non ci davano da mangiare» — i problemi con la droga e il nuovo equilibrio raggiunto ora, a 48 anni.

Icona da migliaia di copertine e campagne pubblicitarie in tutto il mondo, Moss da adolescente non si considerava bella.

«Non credevo di avere le doti necessarie», ha raccontato. «Non avrei mai detto a nessuno voglio fare la modella, perché mi sarebbe sembrato un atteggiamento vanitoso, come dire credo di essere bella che invece non ho mai pensato».

Lei e la madre si guardarono stupite di fronte alla proposta di Doukas — la madre Linda le disse «non mi sembri particolarmente fotogenica» – ma decisero di buttarsi nella nuova avventura.

Una volta ingaggiata dall’agenzia Storm, però, Kate si ritrovò sola. Girava per Londra da un appuntamento all’altro accompagnata solo dallo stradario — «È stato faticoso» — incappando a volte in individui poco raccomandabili, come il fotografo che voleva utilizzarla a 15 anni per un catalogo di biancheria.

«Mi disse: togliti la maglietta. Me la tolsi, ero molto timida, piena di insicurezze sul mio corpo. Poi mi disse: togliti il reggiseno. E mi sono sentita dentro che qualcosa non andava, così ho preso le mie cose e sono scappata via. Ora so distinguere da lontano chi va bene e chi no».

Nel giro di pochi mesi la carriera di Kate decollò: la copertina della rivista «Face» prima, poi la campagna pubblicitaria per «Calvin Klein».

Ma se le immagini sono rimaste leggendarie, l’esperienza fu difficile, tanto che prima del servizio fotografico in topless, al fianco di Mark Wahlberg, fu costretta a prendere il valium e successivamente soffrì di un esaurimento nervoso.

Se all’epoca dell’heroin chic non aveva mai fatto uso di eroina, Moss rimase scottata nel 2005 dallo scandalo sulla cocaina con le fotografie sulla prima pagina del Mirror: rischiò di perdere la figlia Lila, che oggi fa la modella (ed è stata il primo ingaggio dell’agenzia creata nel 2016 da Kate).

Se è vero che in quel periodo faceva uso di stupefacenti, le critiche che la coinvolsero e che rischiarono di distruggere la sua carriera sapevano di «ipocrisia»: «tutti quelli che conoscevo prendevano cocaina», ha sottolineato, precisando di essere stata «utilizzata come capro espiatorio».

Se ha testimoniato in difesa di Johnny Depp è perché – ha precisato – «credo nella verità e nella giustizia. Conosco la verità su Johnny. So che non mi ha mai preso a calci o spinto giù per le scale».

24 luglio 2022 (modifica il 24 luglio 2022 | 15:43)

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, 2022-07-24 12:38:00, Kate Moss si è raccontata in una rarissima intervista personale alla Bbc: gli esordi («Mi sentivo vulnerabile e terrorizzata»), la bellezza («Per mia madre non ero fotogenica»), la fama, i problemi con la droga. E Johnny Depp: «Ho testimoniato a suo favore perché conosco la verità su di lui», Paola De Carolis

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