Kiev, il lungo buio: tra paura del nucleare e boom di incidenti in strada

Kiev, il lungo buio: tra paura del nucleare e boom di incidenti in strada

Spread the love

di Lorenzo Cremonesi

Nella capitale ucraina senza luce si allestiscono mille bunker. Il G7 alla Russia: interrompa subito l’aggressione

Occorre fare attenzione alle biciclette e ai monopattini che sfilano sui marciapiedi. Vero che adesso tutti sono muniti di fari, ma sono piccoli, si confondono nei bagliori del traffico. Risultato è che gli ospedali segnalano l’aumento esponenziale di ciclisti e pedoni ricoverati: in genere sono slogature e fratture agli arti, meno gravi dei feriti per gli incidenti stradali, che sono cresciuti come minimo del 25% da settembre, però costituiscono il sintomo dei gravi disagi causati dalla crisi dell’energia.

«Bambini controllate le batterie nelle lampade, non attraversate mai soli che non vi vedono!», gridava preoccupato ieri all’imbrunire un padre ai tre figli piccoli, che in sella alle biciclettine stavano lasciando la passeggiata del lungofiume, il Dnepr, di fronte ad un lampione spento. Poco lontano, Sergey Chekushkin, un 54enne sfollato da Kharkiv sei mesi fa, stava disponendo le candele di Natale sui tavoli del suo ristorante Budmo, aperto sabato scorso. «L’atmosfera natalizia non c’entra. Queste candele sono le uniche che ho trovato, le tengo pronte per quando salta la corrente», spiega, comunque deciso a resistere. «Ci stiamo attrezzando con le bombole del gas per i fornelli, i generatori costano troppo. Purtroppo dopo le sette c’è molta meno gente disposta a uscire per cena», confida.

Kiev è al buio. E col buio crescono anche le fantasie nere dell’incubo nucleare minacciato dai «barbari orchi», come qui chiamano Putin e i suoi fedelissimi. Neppure più prestano attenzione alle nuove dichiarazioni del «pazzo di Mosca», il quale torna a ripetere che la guerra «era inevitabile contro il regime nazista in Ucraina». E ha firmato ieri una legge che permetterà di arruolare anche i condannati per reati gravi.

Immaginate invece un grande agglomerato urbano trasformato in giungla, dove marciapiede, tombini e aiuole diventano trappole, attraversare sulle strisce pedonali con i semafori a singhiozzo rappresenta un’incognita, si diventa figure invisibili nella strada. Soltanto in centro, nell’area di Maidan, dai lampioni giunge ancora una luce fioca. Ma prevale il nero.

La polizia mette in allerta sui borseggiatori e le violenze sessuali. La popolazione s’attrezza come può. Un vero affare per i negozi che vendono collari e braccialetti fosforescenti per cani e soprattutto per i loro padroni. Ultimamente sono apparse tute bianche a effetto catarifrangente, le indossa chi esce tardi dal lavoro, ma anche chi fa jogging. Non si sa sino a quando durerà. Fatto sta che, dopo i grandi bombardamenti russi sulle infrastrutture civili a inizio ottobre, la città si è fatta sempre più scura. La municipalità chiede ai cittadini di avere pazienza. Sino ad ora non si registra alcuna protesta, semmai crescono la rabbia e il risentimento contro Mosca. Ovviamente gli anziani faticano più dei giovani. Li vedi procedere per le strade con passo incerto, timorosi di cadere. Tanti girano con le pile frontali. I generatori non si trovano più e i loro prezzi sono alle stelle. Si sa che il peggio deve venire, lo zenith dell’inverno sarà con le giornate corte tra dicembre e febbraio.

Dai Paesi del G7 riuniti in Germania giunge — oltre all’appello congiunto a Putin: «Interrompa subito l’aggressione» — la buona notizia che s’impegnano a contribuire alla ricostruzione delle reti elettriche e idriche. Ma l’altra notte Zelensky ha ricordato che oltre il 40% delle infrastrutture elettriche nazionali sono fuori uso, ovunque le municipalità razionano la corrente e però 4,5 milioni di abitazioni ne sono completamente prive.

Meno palpabile è la paura nucleare. Gli esperti dietro le quinte temono un’atomica tattica o una «bomba sporca» contro Kherson. Nella regione di Kiev le autorità annunciano di stare ripristinando tra i 400 e 1.000 rifugi antiradiazioni costruiti nell’era sovietica, però sembra che i lavori non siano iniziati. Abbiamo visitato quello gigantesco scavato nel 1953 sotto l’Accademia delle Scienze, ma i filtri dell’aria sono inutilizzabili e non c’è riserva idrica. Gli over quaranta educati dalla Guerra Fredda e memori del disastro di Chernobyl hanno preparato secchi d’acqua dove intingere stracci per isolare le finestre. Sui social in compenso si guardano le app che simulano gli effetti dell’atomica e non mancano le battute con invito ai sopravvissuti sulle colline di Kiev per «un’orgia collettiva», prima dell’inevitabile fine.

4 novembre 2022 (modifica il 4 novembre 2022 | 22:50)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-11-04 21:50:00, Nella capitale ucraina senza luce si allestiscono mille bunker. Il G7 alla Russia: interrompa subito l’aggressione, Lorenzo Cremonesi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.