di Alessandro Fulloni, Carlo Macrì
L’incidente sarebbe stato provocato volontariamente dal giovane. L’accusa è di omicidio stradale aggravato in concorso
L’incidente stradale che ha causato la morte della piccola Tasia, cinque anni, ucraina, arrivata da un mese a Crotone con la mamma Luda per sfuggire alle bombe russe, sarebbe stato procurato deliberatamente da D.F. G.P. 18 anni, di Crotone. L’ipotesi è che volesse «punire» un sedicenne anche lui crotonese rimasto gravemente ferito nell’incidente. Al momento dell’impatto con il Doblò teneva in braccio la bambina, che poi è rimasta uccisa.
Una vicenda – dunque – legata a questioni personali, secondo gli inquirenti.
L’investitore, arrestato mercoledì mattina su ordine del giudice delle indagini preliminari, è accusato di omicidio stradale aggravato in concorso. Avrebbe avuto una precedente conoscenza con il giovane, coinvolto nell’incidente, con cui aveva avuto anche dei pesanti screzi. Il sedicenne aveva una relazione con la cugina di Tasia, 17 anni, rimasta illesa nell’impatto con il Doblò.
La dinamica
I carabinieri, coordinati dal procuratore Giuseppe Capoccia, hanno accertato che l’investitore la sera di domenica scorsa, alla guida del Doblò – pur privo di patente – ha incrociato sulla strada provinciale 22, in località Cantorato (Crotone), il 16enne italiano con la fidanzata. I due ragazzi e la bimba erano usciti di casa, l’agriturismo «Casa del Principe», dove lavora la sorella di Luda, per una passeggiata. Camminavano in fila indiana sul ciglio della carreggiata, Tasia era in braccio al fidanzato della cugina. D.F.G.P. alla guida del Doblò arancione, con il padre seduto accanto, li ha incrociati.
Erano circa le 18,30. Il 18enne, dopo aver fatto inversione di marcia, ha accelerato l’andatura fino a investire il sedicenne che, colpito alle spalle, è stato catapultato sull’asfalto, dopo aver sbattuto sul parabrezza dell’auto. Tasia è volata in aria anche lei, finendo fuori strada.
La bimba ucraina è morta all’istante per aver sbattuto violentemente la testa: il sedicenne, ha subito un trauma cranico e varie fratture, mentre la fidanzata è rimasta illesa.
Dopo l’impatto D.F. G.P. è scappato.
Il padre — denunciato per omicidio aggravato — ha chiamato i soccorsi e, all’arrivo dei carabinieri, ha cercato di assumersi la responsabilità dell’incidente. Le testimonianze, i rilievi tecnici — sull’asfalto non c’erano tracce di frenata — hanno raccontato un’altra storia.
I carabinieri non ci hanno messo tanto per capire la dinamica dell’incidente e chi fosse realmente alla guida. L’investitore già nell’agosto del 2020 e a marzo scorso, era stato segnalato per guida senza patente.
23 marzo 2022 (modifica il 23 marzo 2022 | 12:44)
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