Il programma pd oltre la buona scuola
Continua la disanima dei programmi dei partiti politici relativamente al mondo della scuola. Ripensare l’organizzazione della scuola «dando spazi e tempi adeguati alla continuità e alla flessibilità dei processi di apprendimento». Più innovazione didattica, più orientamento nelle fasi di passaggio degli studenti e più tempo pieno nelle scuole elemenri del sud, portando l’offerta formativa ai livelli medi delle scuole del centro-nord.
Ma ecco nei dettagli cosa prevede il programma sulla scuola del PD:
La conoscenza è fondamentale per costruire una società aperta e inclusiva, è motore del cambiamento e di uno sviluppo sostenibile. Per noi la società della conoscenza si costruisce fin dalla culla e per tutta la vita, dagli asili nido alla formazione permanente. Oltre alle linee di intervento richiamate sopra su questi due temi, rafforzeremo il percorso di investimenti su scuola e università portato avanti in questi anni.
• Scuola. In questi anni, con un investimento di 4 miliardi, abbiamo provato a costruire lebasi per la scuola del futuro, partendo dal rafforzamento dell’autonomia scolastica, istituendol’organico di
• Scuola. In questi anni, con un investimento di 4 miliardi, abbiamo provato a costruire lebasi per la scuola del futuro, partendo dal rafforzamento dell’autonomia scolastica, istituendol’organico di
potenziamento, investendo sui docenti attraverso assunzioni, formazione, aggiornamento e valorizzazione. Nella prossima legislatura, vogliamo promuovere l’innovazione didattica e metodologica; ripensare l’organizzazione dei cicli della scuola dando spazi e tempi adeguati alla continuità e alla flessibilità dei processi di apprendimento; sostenere l’apprendimento trasversale e digitale; promuovere l’orientamento per sostenere gli studenti nei momenti di scelta e transizione, da un ciclo all’altro o dalla scuola al lavoro; liberare le scuole dalla burocrazia.
• Povertà educativa. Dispersione scolastica, bassi livelli di rendimento, disagi adolescenziali sono tutti sintomi di una malattia che colpisce le aree marginali del Paese e che possiamo indicare come povertà educativa. Sarà una delle nostre priorità. Renderemo strutturale il fondo sulla povertà educativa e istituiremo “aree di priorità educativa” nelle aree con i più alti tassi di abbandono e di indigenza, dove invieremo un esercito di maestre e di maestri: più docenti e comunità educante, formati per seguire gli studenti con piani educativi personalizzati.
• Anche nel Mezzogiorno la scuola deve essere messa nelle condizioni di diventare motore di sviluppo e inclusione. Ci impegniamo a rafforzare il tempo pieno in tutto il Paese e a portarne l’offerta nelle scuole elementari del Sud ai livelli medi del Centro-Nord.
• Università e ricerca. Dopo anni di tagli, siamo tornati ad aumentare i fondi per università, ricerca e diritto allo studio. Vogliamo continuare su questa strada, lanciando un piano di reclutamento strutturale e continuativo di 10 mila ricercatori di tipo B nei prossimi 5 anni, rafforzando il reddito degli studenti meritevoli in condizioni di disagioeconomico e investendo sull’autonomia delle nostre università.
• Povertà educativa. Dispersione scolastica, bassi livelli di rendimento, disagi adolescenziali sono tutti sintomi di una malattia che colpisce le aree marginali del Paese e che possiamo indicare come povertà educativa. Sarà una delle nostre priorità. Renderemo strutturale il fondo sulla povertà educativa e istituiremo “aree di priorità educativa” nelle aree con i più alti tassi di abbandono e di indigenza, dove invieremo un esercito di maestre e di maestri: più docenti e comunità educante, formati per seguire gli studenti con piani educativi personalizzati.
• Anche nel Mezzogiorno la scuola deve essere messa nelle condizioni di diventare motore di sviluppo e inclusione. Ci impegniamo a rafforzare il tempo pieno in tutto il Paese e a portarne l’offerta nelle scuole elementari del Sud ai livelli medi del Centro-Nord.
• Università e ricerca. Dopo anni di tagli, siamo tornati ad aumentare i fondi per università, ricerca e diritto allo studio. Vogliamo continuare su questa strada, lanciando un piano di reclutamento strutturale e continuativo di 10 mila ricercatori di tipo B nei prossimi 5 anni, rafforzando il reddito degli studenti meritevoli in condizioni di disagioeconomico e investendo sull’autonomia delle nostre università.
Stralcio del Programma del PD